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Nella sostanza non cambia nulla. Su quel gruzzoletto (che avrebbe fatto molto comodo, perché a 500mila euro non si rinuncia tanto facilmente) non potrà fare ancora una volta affidamento. Non c’è stato prima, e continuerà a non esserci, così hanno deciso gli imprenditori foggiani che, dopo che per il secondo anno di fila si son visti sbattere la porta in faccia da Nicola Canonico, si sono regolati di conseguenza. E con coerenza.
Il patron di mollare non ne vuole sapere, se non a determinate condizioni, gli piace troppo il giocattolo, di cedere alle lusinghe dell'imprenditoria locale non ci pensa proprio. Se ne riparlerà dunque alla prossima puntata, magari a fine stagione dopo che ci avrà riprovato a scalare la B. Già, torna a sognare in grande Canonico, che nelle ultime ore ha confidato ai suoi fedelissimi di voler impiantare una annata molto simile a quella del ‘23.
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Si spera con un epilogo diverso, e con una progettualità che sia mirata, senza ricadere nei grossolani errori che spesso e volentieri hanno punteggiato finora la sua gestione. Soldi. Ne serviranno parecchi per essere competitivi ai massimi livelli in un girone che si preannuncia particolarmente indigesto per le contemporanee presenze di Avellino, Catania, Benevento, Crotone, Trapani e via discorrendo.
A budget dunque l’imprenditore di Palo del Colle dovrà mettere non meno di 3 milioni per tentare di rientrare perlomeno fra le prime 4 del girone. E di questi almeno 1,5 dovranno essere farina del suo sacco. L'altra metà, invece, il patron conta di metterli insieme dagli incassi e dai proventi pubblicitari e sponsorizzazioni. I primi saranno diretta conseguenza della stagione che il Foggia sarà in grado di mettere in campo, anche se una buona base di partenza conta di racimolarla dalla campagna-abbonamenti che potrebbe fare registrare anche discreti riscontri in considerazione delle dichiarate ambizioni (la scorsa stagione le sottoscrizioni si attestarono attorno alle 3mila, tetto che potrebbe essere abbondantemente superato quest'anno a fronte di una campagna di rafforzamento adeguata).
Bisognerà invece fare i salti mortali per introitare dalla raccolta pubblicitaria la somma di 500mila euro (che per la C rappresenta decisamente un lusso): la passata stagione (la peggiore della gestione Canonico) non si è andati oltre i 300mila euro, dati ufficiali non esistono anche perché il direttore dell’area commerciale Pino Stefanini si guarda bene dal diffonderli: curiosa, piuttosto, l'introduzione della politica del cambio merce che, anche se non particolarmente diffusa, comunque ha contribuito ad alleggerire i costi di gestione per un valore approssimativo di poco superiore ai 100mila euro.
Il resto, invece, è moneta cash versata direttamente nelle casse sociali da aziende del calibro di Eurovector, Rosso Gargano, Metauro, Riabilita, La Prima, Visionottica e Acqua Amata, tanto per citarne le più note e fedeli negli anni. Fra queste non può mancare l’imprenditore di Motta Montecorvino Gianni Di Carlo, ex socio del Foggia ai principi del terzo millennio, sempre e comunque al fianco del club rossonero: “Sono tifoso, e come tale non mi tiro mai indietro. E questo a prescindere da chi sia al comando del vaporetto", tiene a precisare a scanso di equivoci Di Carlo, che anche quest’anno non mancherà di dare il suo apporto facendo veicolare i molteplici brand della sua azienda. C'è invece chi già da un anno è venuto meno come Euronics di Matteo La Torre o il salumificio De Luca che si sono tirate indietro. Recuperato invece strada facendo il main sponsor Beretta, anche se da 100mila euro a stagione ha ridotto a 25mila euro il suo apporto. E ci sono poi le aziende che ci sono ma non si vedono, perché chiedono espressamente di non apparire per una propria scelta.
Complessivamente, però, sono lontani i primi tempi di patron Canonico al vertice del Foggia, quando con Zeman e Pavone a fungere da specchietto delle allodole, la raccolta si attestava fra i 700 e gli 800 mila euro. Ecco dunque spiegata perché non sarebbe peregrina l'ipotesi che avrebbe spinto recentemente il patron a rivolgersi al mercato barese per tentare di trasferire a Foggia qualche sponsor di richiamo, magari sottraendolo al Bari Calcio che vive un momento di difficile convivenza con la proprietà targata De Laurentiis. E questo anche se il Gruppo Casillo ha negato qualunque tipo di coinvolgimento col club rossonero: in realtà le interlocuzioni sottotraccia proseguirebbero e non è detto che alla fine non si possa trovare una qualche forma di collaborazione. Quel che è certo è che a quei 500mila euro espressamente richiesti all’amministrazione comunale sotto forma di sponsorizzazioni per andare avanti, Canonico non intende rinunciare. E in qualche modo proverà a recuperarli.
Soprattutto ora che lo stadio Pino Zaccheria sta per sottoporsi a una accurata opera di restyling. L’impianto di viale Ofanto sarà riqualificato e ristrutturato, questo è il piano del Comune, spalmato in due anni, e che coinvolgerà sia l’interno che l’esterno della struttura. L’investimento è pari a 2 milioni 182mila euro, erogati con il Pnrr. Si lavorerà alla creazione di aree di sicurezza in tutti i settori dell’impianto e ad un nuovo ingresso denominato “rappresentanza”, sul lato Tribuna. Lieviterà anche la capienza, e dagli attuali 11.328, si passerà a 15.657 posti: “Sarà un restyling quasi totale, per dare a Foggia uno stadio all’avanguardia, degno di palcoscenici ben più importanti della Serie C - ha detto nei giorni scorsi Galasso, assessore ai Lavori Pubblici -In un paio di stagioni contiamo di restituire alla collettività una bomboniera”.
Zone Transition
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All’interno della quale, ovviamente, si potranno prevedere tutta una serie di iniziative collaterali (che possono accrescere i ricavi) e alle quali il Foggia Calcio non può che guardare con occhio interessato.
