Cinque giornate - quante ne sono state finora disputate - rappresentano solo poco più del 13% del lungo percorso che dovranno compiere le squadre sulla strada del campionato di serie C. Eppure, nel passato, sono state spesso sufficienti per capire come sarebbero andate le cose. Nelle prime 5 partite del campionato di serie C girone C ‘16/17 il Foggia di Stroppa non fece che vincere.
Superò nell’ordine F. Andria, Siracusa, Vibonese, Virtus Francavilla e Messina. Avrebbe, poi, fatto suo anche il derby col Taranto, nel turno successivo. Fu il Matera, alla 7^ giornata, a rallentarne per prima la corsa, imponendogli il pareggio tra le mura amiche. Quella squadra -che qualche mese prima (con De Zerbi in panchina) aveva perso la B nella doppia finale play off col Pisa-voleva far subito capire alle rivali quali fossero le proprie intenzioni. E vi riuscì pienamente. Alla fine, Agnelli e compagni stravinsero il torneo (mettendo insieme 85 punti), festeggiando a Fondi con 3 giornate d’anticipo rispetto alla conclusione della stagione regolare.
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Non sempre, nei campionati successivi, le squadre che hanno vinto il raggruppamento meridionale della serie C sono partite in maniera così brillante. Nel ‘17/18 lo score nelle prime 5 gare del Lecce (che avrebbe, poi, vinto il torneo davanti al Catania) fu di 3 vittorie, un pareggio ed una sconfitta (proprio in casa della concorrente che si sarebbe rivelata più agguerrita). Meglio era partito il Monopoli (che avrebbe, però, concluso solo al sesto posto), conquistando 2 punti in più della formazione salentina che ne mise insieme “solo” 10.
Fece, invece, come il Foggia di Stroppa (5 vittorie nelle prime 5 giornate), la Juve Stabia di Fabio Caserta nel campionato ‘18/19. Ne inanellò addirittura 7 di successi consecutivi, ad inizio di torneo (concluso con 77 punti, 4 in più del Trapani). Come dire: anche quella volta (come due anni prima) s’intuì subito quale sarebbe stata la “squadra da battere”. E nessuno riuscì nell’impresa.
Il Covid-come si ricorderà-impose lo stop al campionato di serie C ‘19/20. La classifica venne “cristallizzata” alla trentesima giornata (ne mancavano ancora 8, da disputare). Si trovava davanti a tutti la Reggina (ma già con 9 punti di vantaggio sul Bari) che fu promossa direttamente in B. L’avvio di torneo degli amaranto fu caratterizzato da 3 vittorie e 2 pareggi. Meglio aveva fatto la Ternana: 12 punti, uno in più della Reggina. Gli umbri conclusero, poi, al quinto posto. Ma si sarebbero rifatti in seguito.
Due stagioni fa Ternana di Lucarelli – che, alla fine, sarebbe risultata dominatrice del torneo (vinto con ben 90 punti, 22 in più di Catanzaro ed Avellino appaiate al secondo posto) - aveva solo 9 punti dopo le prime 5 giornate, frutto di 2 vittorie e 3 pareggi. Incredibile, ma vero. Davanti, oltre al Teramo (capolista momentaneo con 13 punti), c’erano anche Avellino, Turris e Bari. Di lì a poco i rossoverdi li avrebbero superati e distanziati tutti (inanellando 12 vittorie di fila). Eppure ebbero un avvio al… rallentatore. Il che fa ben sperare chi oggi ha avuto una falsa partenza. Ma non si illuda troppo. Si tratta di un’eccezione, non della regola.
Discorso a parte per il Bari di Mignani. L’anno scorso dopo 5 turni i biancorossi avevano 11 punti (frutto di 3 vittorie e 2 pareggi). Più di tutti. Ma, di fatto, sarebbe stata annullata la gara di Catania (vinta, inutilmente, dal Bari alla quarta giornata), dopo l’esclusione degli etnei a campionato in corso. Così-ufficialmente-il Bari ne può contare solo 8 (sia pure in 4 gare). Che diventano comunque 11 considerando il successo ottenuto alla 6^ giornata (quinta gara… “valida” per i biancorossi). Ma è un caso più unico che raro.
Zone Transition
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Considerazione conclusiva: nelle ultime stagioni, le squadre che-alla fine-hanno vinto il torneo di serie C (girone C), non hanno mai conquistato nelle prime 5 partite meno di 9 punti (che è il minimo, ottenuto dalla Ternana ‘20/21). C’è addirittura chi ha fatto l’en plein (il Foggia ‘16/17 e la Juve Stabia ‘18/19). Evidentemente, il buon giorno - come suol dirsi - si vede dal mattino…
Massimo G. Marsico