“La grave catena di aggressione a lavoratori penitenziari non si arresta nel carcere di Foggia e ancora una volta a rimetterci le penne sono tre poliziotte, finite all’ospedale con prognosi di 15 (una) e 10 giorni (le altre due)”. Così in una nota Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
“Il fatto è accaduto nel pomeriggio di sabato 8 giugno allorquando una detenuta con problemi psichiatrici, mentre effettuava un colloquio, improvvisamente si impadroniva di un mazzo di chiavi sottratte con la forza. Le poliziotte chiedevano con modi garbati alla detenuta di restituire le chiavi ma in tutta risposta la donna reagiva in maniera molto violenta aggredendo prima una poliziotta, che finiva per terra sbattendo testa e gomiti, mentre le altre due poliziotte venivano ripetutamente colpite con pugni e calci riportando contusioni varie e graffi. Anche l’ispettrice accorsa per ripristinare l’ordine ha riportato qualche contusione in misura minore”.
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“La detenuta in questione era arrivata da pochi giorni a Foggia proveniente da altri Istituti della Puglia: ultima destinazione Trani, allontanata sempre per gli stessi motivi e cioè aggressioni. Qualcuno si chiederà come sia possibile che tre poliziotte e un’ispettrice si siano fatte così male contro una povera detenuta? Purtroppo la risposta è semplice, poiché se un detenuto aggredisce un poliziotto creandogli danni permanenti non succede quasi nulla poiché è psichiatrico, mentre se i poliziotti in questo contesto cercano di difendersi in maniera più attiva c’è il rischio che la magistratura dopo aver visionato qualche secondo di video registrato, e non l’intero accadimento dei fatti, indaga i presenti per il reato di tortura (cosa avvenuta in più occasioni)”.
“Quindi per 1.500 euro al mese bisogna prendere le botte e stare zitti altrimenti hai la vita rovinata per sempre. Proprio per questo il Sappe si costituirà parte civile nel processo contro la responsabile dell’aggressione, chiedendo la condanna anche dell’amministrazione penitenziaria che invece di prendere provvedimenti contro la detenuta - che doveva essere trasferita in un centro adeguato – ha preferito mandarla in tour turistico in altri penitenziari della regione dove ha liberamente dato sfogo alla sua violenza aggredendo le poliziotte”.
“La stessa cosa accade anche per le decine di pazzi che girano per le nostre carceri con la licenza di aggredire e mandare all’ospedale i poliziotti. Come pure il Sappe chiederà la condanna delle Asl, a partire da quella di Foggia, che per legge deve garantire il massimo delle cure e del percorso alle persone affetta da patologie psichiatriche, che invece nei fatti viene sistematicamente violata. Come pure è inaccettabile che ci siano decine e decine di detenuti con problemi psichiatrici (che non possono stare in carcere) in attesa di andare nelle Rems poiché non ci sono posti a sufficienza”.
“Peraltro, che il carcere di Foggia sia quello più disastrato della nazione è stato certificato dalla politica a partire dall’onorevole Dal Mastro in visita presso il penitenziario di via delle Casermette. Purtroppo però nulla è cambiato, anzi è aumentato il sovraffollamento che ha portato la presenza dei detenuti a oltre 700, mentre i posti sono appena 360, e i poliziotti appena arrivati non sono riusciti a rianimare l’esiguo organico, sia per i molti pensionamenti che per le continue aggressioni ai lavoratori che mettono fuori gioco tante unità”.
Zone Transition
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“Il Sappe ritiene inaccettabile che i poliziotti di Foggia, costretti a lavorare in condizioni indicibili, si trovino tra l’incudine dei detenuti che li possono aggredire impunemente e il martello della denuncia per tortura ogni qual volta cerchino di difendersi”.