CONFLITTI | La mia discesa negli inferi, accade a via Almirante

Carattere
  • Più Piccolo Piccolo Medio Grande Più Grande
  • Predefinito Helvetica Segoe Georgia Times

Il sistema non funziona, non ci sono speranze. Mi direte che esiste anche la buona politica. Non qui e comunque questa non ce la fa ad affermarsi.

Mi direte che c’è comunque un sistema giudiziario verso cui far valere i propri diritti. No non c’è. E’ lento e non funziona. Io ero un attivista, uno scienziato politico ed un apprendista giornalista ma ho perso ogni motivazione, ogni barlume di speranza verso l’umanità tutta. Che cosa ha estirpato la mia anima? La visita di via Almirante, nelle profondità della Macchia Gialla.
Catàbasi – Nella mitologia letteraria è la discesa di una persona viva negli Inferi.

Carousel Banner 1

Carousel Banner 1

Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta

Carousel Banner 2

Carousel Banner 2

Di questo caso assurdo ero già abbastanza documentato essendo un accanito lettore di cronaca politica locale ma non ci ero mai stato di persona. Il mio racconto della città sarebbe stato monco finché non avessi trattato questa tragedia così emblematica della nostra disumanità.
Per raggiungere l’appuntamento mi faccio aiutare da Google Maps. Anche sulla mappa quella strada non ha nome, dopo Via Almirante (già di per sé martoriata) c’è scritto “Strada non asfaltata”. Nemmeno quindi la dignità di figurare con il proprio indirizzo di residenza. Quel pezzo di strada che si congiunge con Via Parini rappresenta la fine geografica di Foggia, ma a questo punto anche la fine morale della città. Con due guide al mio fianco attraverso la porta dell’Inferno: lasciate ogni speranza o voi ch’entrate. Siamo in una delle tante varianti urbanistiche demenziali che hanno riguardato l'ampliamento della zona 167, ne ho parlato in un editoriale di qualche settimana fa che trovate online. Il cosiddetto piano “Benevolo” ed i suoi effetti malevoli sulla città. Il peccato originale è stato che le somme versate dalle famiglie residenti sono state utilizzate per altri scopi. Quali? Mistero. Sono convinto che sul caso ci sia ancora scarsa conoscenza e sensibilità e vorrei che il lettore provasse ad immedesimarsi il più possibile, a provare empatia, ossia la capacità di mettersi nei panni dell’altro.

Hai comprato una casa da 10 anni, in città. Hai pagato tutte le tasse e questi benedetti “oneri di urbanizzazione”. Parliamo di circa 5000 euro a famiglia, oltre al costo dell’appartamento, per circa 80 famiglie. Quell’appartamento è frutto dei tuoi risparmi di una vita, di un mutuo accesso probabilmente. La questione è semplice: il Comune con questi fondi vincolati, versati dal costruttore, avrebbe dovuto urbanizzare l’area, fare una strada ed attivare i servizi. La strada non è privata quindi la cosa va fatta a vantaggio di tutta la cittadinanza. La strada è pubblica, l’illuminazione anche, sono le basi di una città. E che cosa ti ritrovi a distanza di 10 anni? Uno sterrato pieno di fossati e paesaggi “lunari”, crateri, cumuli di rifiuti a perdita d’occhio. La sera non vedi neanche questo perchè l’illuminazione è totalmente assente ed il buio come si sa porta con sé tanti altri pericoli. Sei in una costante condizione di allerta da furti, aggressioni, attacchi di animali randagi. I danni ambientali sono la tua routine quotidiana. Ti alzi la mattina, esci di casa e vedi un’enorme collina di terra e rifiuti che ti occlude persino la visuale, la luce del sole. Sei ghettizzato fisicamente e mentalmente, ti stai sempre più abbruttendo, direi imbestialendo. L’asfalto ed un normale marciapiede ormai ti appaiono in sogno, anche questi sono stati inquinati da una condizione così disagiata ed insopportabile.

Chiaramente non c’è neanche un sistema di drenaggio delle acque o di allaccio alla rete fognaria. Quando piove è il disastro. Fango e sporco che ti entrano in casa, ti invadono la vita. L’estate, col caldo, il nemico diventa la polvere mista ai miasmi della discarica abusiva che hai di fronte. Sei sempre esposto a sporco ed esalazioni malsane. Vengono addirittura da altre zone per gettare rifiuti speciali e detriti davanti casa tua. Perché è terra di nessuno e tu non hai più diritti. A mancarti costantemente non sono solo le infrastrutture ma anche i più normali servizi di welfare. Nella tua strada non si raccoglie l’immondizia, non ci sono neanche i cassonetti. Non ci sono attività e locali, nessuno farebbe alcun tipo di business lì. La perdita in dieci anni è anche patrimoniale, la tua casa si svaluta giorno dopo giorno. Eppure continui a pagare le tasse, ad essere un contribuente. Pensa che il Comune, nel suo sadismo, considera quello scenario post apocalittico come un parcheggio e ti chiede i soldi dell’IMU per il posto auto. La tua auto, costantemente sporca, sai inoltre che dovrai parcheggiarla sotto l’unica fioca luce che privatamente è stata montata dal condominio perché al buio verrebbe probabilmente rubata. Sei addirittura in guerra con gli altri condomini per queste briciole, questi minuscoli sprazzi di “privilegio” all’interno del ghetto.

Non ho paura di usare questo termine; di ghetti me ne intendo. Quello è un ghetto e le amministrazioni comunali hanno con arroganza condannato nostri concittadini a quello status disgraziato. Sono diversi i politici che si sono periodicamente fatti vedere lì per raccogliere consenso e strumentalizzare l’esasperazione della gente. Molto buffo l’aneddoto di questo politico fighetto sempre ben vestito e ben curato, con la sua sciarpetta di cashmere e le sue scarpe costose, che con televisione a seguito ha fatto il suo bel video propaganda mentre per poco non affondava nel fango. Anche lui, come tutti, sparito. La politica ha già di per sé una pessima fama, qui è sotto terra. Quelle somme sono sparite ai tempi del pre-dissesto dell’epoca Mongelli, utilizzati per coprire chissà quale buco allegorico di bilancio mentre buche reali si facevano largo. I sette anni di Landella sono stati quelli della totale illusione e disillusione. Promesse su promesse in maniera informale, silenzi su silenzi a livello formale. Non a caso il ricorso al TAR dei residenti è stato vinto contro il “silenzio della Pubblica amministrazione”, che si rifiuta di realizzare quanto è dovuto e di rispondere alle legittime rivendicazioni dei cittadini.
Un primo ricorso è stato purtroppo respinto per vizi di forma in quanto è stato fatto a nome dell’amministratore di condominio e non dei legittimi interessati. Spese esose ma non vado oltre perché la vicenda con l’avvocato è di per sé contorta e non inerente. I residenti hanno fatto un secondo ricorso con un nuovo avvocato, questa volta più attento.

Esattamente l’anno scorso, il 14 gennaio, hanno avuto la sentenza favorevole che obbliga il Comune ad agire, oltre che a risarcire le spese sostenute, e che nomina un commissario ad acta in caso di inerzia dell’amministrazione comunale. Questo momento storico compie un anno, auguri. Su carta hanno avuto la ragione, un qualcosa sempre prezioso di questi tempi post-verità. L’Assessore Morese incalzato dopo la sentenza disse che era stato candidato un progetto di circa 2 milioni per la realizzazione della strada e che ci sarebbe stata una Commissione di inchiesta al fine di accertare la reale destinazione dei fondi previsti per le opere di cui sopra. Entrambe le promesse evaporate nel nulla. Quei 2 milioni non sono arrivati a Via Almirante e la Commissione di inchiesta non c’è stata.

C’è stato piuttosto lo Scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose e, siccome lo sceneggiatore della Serie Tv su Foggia è davvero diabolico, tra i nomi presenti nella Relazione Prefettizia per rapporti con la criminalità organizzata c’è anche quello di un ex Consigliere che in quei condomini ci vive. Cosa vuol dire questo? Non lo so. Il mistero si infittisce. Come mai una persona presente nella precedente maggioranza non sia riuscita a far fare una cosa dovuta e legittima nonché di suo interesse personale? Altra cosa che c’è da aggiungere al calderone è che lungo questo percorso impervio ci sono delle particelle di terreno private (alcuni hanno addirittura recintato un pezzo di sterpaglia!) che pare appartengano a privati particolari. Si insomma “particolari” no? E poi ricordiamo che proprio lì, in mezzo a quel nulla di erbacce e monnezza sorge Masseria Pantano, un rudere che potrebbe essere appartenuto a Federico II. Addirittura? Eh si. In un’altra città anche il solo dubbio che ci sia un’architettura di valore imperiale costringerebbe le istituzioni a valorizzare al massimo quel luogo, a farlo diventare un ambiente culturale, di locali e di attività.

Da noi è abbandonato, non si procede all’espropriazione per pubblica utilità e la sera diventa inevitabilmente zona buia di spaccio e delinquenza. Che tristezza. Ma il super mega dirigente ai lavori pubblici che sta lì dalla notte dei tempi ha mai detto qualcosa? - “Ma chi quello? Non ci ha mai risposto, non ci vuole parlare”. Mi sto avvicinando da poco alla saga di Harry Potter, e sono arrivato alla conclusione che Affatato sia tipo Lord Voldemort, il mago oscuro più grande e temuto di sempre. La paura che incute tra la gente è così grande che la maggior parte delle persone ha paura addirittura di pronunciare il suo nome, chiamandolo solitamente "Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato" o "Tu-Sai-Chi”. Ma la Commissaria lo sa tutto questo? Pare sia stata informata ma non si è mai espressa sulla vicenda. Qualche mese fa però è stato mandato un progettista in loco per prendere misure e stilare un progetto di urbanizzazione. Per i residenti è stata una sorta di apparizione. C’è chi dice di averlo visto, chi no, chi dice che sia venuto dal cielo o che sia un’allucinazione dovuta all’inquinamento, come a Medjugorje. Da lì di nuovo il nulla.

Capite che maledizione? Quel posto è maledetto e capisco perfettamente la totale ed affranta disillusione collettiva. Virgilio che mi ha traghettato durante questo viaggio negli inferi mi ha raccontato ad un certo punto di quanto sia bella Pescara, di quanto siano belle le strade e le piste ciclabili e di quanto voglia trasferirsi lì. Prima o poi andrà via. Questo siamo. Una città abbandonata ed indifferente in cui anziché unirci per risolvere i problemi della comunità portiamo la stessa a sfaldarsi ed i singoli membri ad augurarsi esclusivamente di riuscire a scappare. “Non ti disunire”, si dice nel nuovo film di Sorrentino. Lo abbiamo già fatto. Percorrendo per l’ultima volta quel tratto di sterrato, quel pellegrinaggio punitivo, ho pensato al romanzo straziante “La Strada”, di Cormac McCarthy, vincitore del Premio Pulitzer. Se vi rompete a leggere c’è anche un bellissimo film tratto dal romanzo, si intitola The Road. E’ la storia della sopravvivenza e speranza di un padre ed un figlio in uno scenario post apocalittico. C’è stato un cataclisma che ha decimato l’umanità (non meglio specificato) ed i due percorrono una strada verso mete migliori e luoghi più abitabili.

Zone Transition

Zone Transition

La strada in questione rappresenta l’unica traccia di civiltà e durante il percorso si imbattono in cannibali, predoni ed altri disperati sopravvissuti. Le notti sono sprofondate nel buio più assoluto e sono foriere di paure ancestrali. L'uomo cede progressivamente alla debolezza ed alla malattia, provocati dallo stato di indigenza, dalle fatiche e dagli stenti a cui è sottoposto per preservare in vita il figlio, ed infine muore. Non è la tipica storia sulla resilienza. Il bimbo mantiene un costante filo di speranza, di natura quasi divina e, anziché spararsi come gli aveva insegnato il padre in caso pericolo, trova una comunità di sopravvissuti, nelle quali un rinnovato senso di civiltà e di convivenza pacifica sembra farsi debolmente strada. E’ quello che mi auguro, ma lì almeno la strada c’era.

Clicca qui per Partecipare ai nostri Questionari Chiudi

Partecipa al Questionario di FORGARGANO

QUESTIONARIO SUL PROGETTO FORGARGANO

Gentili visitatori, aiutateci a migliorare il turismo nel Parco Nazionale del Gargano. Le vostre opinioni sono preziose! Grazie per la vostra partecipazione!

Questionario

Partecipa al Questionario di INNOVALEGUMI

QUESTIONARIO SUL PROGETTO INNOVALEGUMI

Invitiamo tutti i visitatori a partecipare al nostro questionario sul Progetto Innovalegumi, nell'ambito del PSR 2014-2020, Misura 16.2, Focus Area 2a. Il progetto mira a migliorare la coltivazione delle leguminose nelle aziende cerealicole pugliesi attraverso la selezione di varietà ottimali e l'adozione di tecniche innovative. Le vostre risposte ci aiuteranno a comprendere meglio le esigenze del territorio e a sviluppare soluzioni efficaci. Grazie per il vostro contributo!

Questionario

   banner whatsapp canale 700

 

testatina dillo al direttore WEB

 

CONTENUTI SPONSORIZZATI