Onde evitare ulteriori fraintendimenti una cosa bisogna precisarla: tutti siamo contenti dell’inaugurazione dei Campi Diomedei, di un grande parco cittadino, di un ulteriore importante polmone verde che può dare nuova linfa alla città. Siamo perfettamente consapevoli dei rischi che quella stessa area cittadina ha corso nel tempo, visto e considerato che proprio lì qualcuno ci pensava “bene” di metterci le mani per costruire gli ennesimi palazzi, ulteriori colate di cemento che non avrebbero fatto altro che soffocare la città. Dio grazie, dunque, per l’avvento dei Campi Diomedei. Non c’è dubbio. Certo forse qualche maggiore accortezza poteva essere presa, ma è di seconda importanza. Il quotidiano l’Attacco, però, ha il compito di dare voce a tutte le segnalazioni dei foggiani pervenute numerose su un tema che, comunque la si pensi, c’è e resta. Che manchi l’ombra al parco è un dato di fatto. Le motivazioni molteplici, le opinioni pure. “Non bisogna dimenticare che la Sovrintendenza ha posto dei precisi limiti alle piantumazioni degli alberi, anzi ha proprio specificato che tutti quelli autorizzati dovevano essere inseriti in modo tale che nel crescere non avrebbero poi dovuto ostruire la visibilità dell’Istituto Iriip”, spiega a l’Attacco l’assessora con delega all’Ambiente Lucia Aprile.
“Venendo al discorso, non bisogna dimenticare che prima di tutto non è eticamente corretto spostare un albero dal suo territorio di origine; secondo non è assolutamente detto che questo poi attecchisca al nuovo terreno, anzi. Al 90% muore. Un albero che non è cresciuto con quel terreno, con quei sali minerali e quelle determinate caratteristiche ambientali difficilmente si adatta ad altre situazioni, ad altri spazi – tiene a precisare Aprile – senza considerare poi i costi che oscillano dai 700 euro agli oltre duemila euro ad albero. Al momento, fino a chiusura delle opere sui Campi Diomedei, il parco è in capo ai Lavori Pubblici. Oltre che a dei semplici suggerimenti l’Assessorato all’Ambiente non può al momento agire diversamente; per essere chiari – precisa Aprile – non posso imporre una mia visione che al netto di tutto dovrebbe comunque passare dalla Sovrintendenza. Fermo restando che quando mi verrà consegnato come Assessorato, per allora si sarà già formata e consolidata la Consulta del Verde, si potrà avviare un processo partecipativo anche grazie all’aiuto di tutte le associazioni cittadine con cui potremmo proporre eventualmente alla Sovrintendenza migliorie da effettuare al parco, palesando al contempo anche i relativi costi. Ma ad oggi è prematuro perché il parco deve essere ancora consegnato nella sua completezza. Non possiamo oggi fare variazioni o comporre progettualità che possono stravolgere il luogo o addirittura avere un parere negativo della Sovrintendenza. Nel momento in cui ci sarà il passaggio all’Ufficio Ambiente del parco e si darà vita a questo processo partecipativo potremmo sicuramente avere una gestione esclusiva del luogo e avanzare insieme ai foggiani delle proposte che avranno lo scopo di migliorare quel posto, cercando di renderlo maggiormente fruibile”, conclude Lucia Aprile.
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Comunque la si pensi il parco Campi Diomedei rappresenta una vittoria per tutta la città di Foggia. Certamente un po’ più di ombra avrebbe agevolato i fruitori del posto, dando modo ai foggiani di poter passeggiare e vivere quel polmone verde con maggiore tranquillità, anche al riparo delle altissime temperature estive che ormai sono diventate una costante del foggiano.
Zone Transition
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“Io stesso ho realizzato una ricerca sui siti dei vivai e ho scoperto che alberi come querce dell’altezza di 13/15 metri verrebbero a costare circa mille euro l’uno - spiega il consigliere comunale Nunzio Angiola – sono assolutamente d’accordo sul fatto che l’alberatura andava meglio programmata. Per quel che ne concerne i rilievi mossi dalla Sovrintendenza non ne ho contezza precisa, penso però che sono rilievi che andrebbero analizzati anche perché pure quelli piantati sono destinati a crescere. Poi essendo il parco un’area molto vasta bisognerebbe ora capire quale tipo di visuale la Sovrintendenza ha preso in considerazione”, conclude Angiola.