Tra le sfide future c’è l’appuntamento con le comunali di Foggia, che potrebbero svolgersi ad aprile 2023 qualora non ci fosse una proroga a 2 anni per il mandato dei commissari straordinari in carica a Palazzo di città dopo lo scioglimento per mafia. Altrimenti si voterebbe verosimilmente a novembre, come avvenuto a Manfredonia nel 2021 al termine del biennio di gestione straordinaria. Ebbene, il dato dei principali partiti di centrodestra e centrosinistra è allarmante a Foggia città all’esito delle urne delle politiche.
Se il M5S ha trionfato col 45,60% dei consensi, il Pd si è fermato al 13,07%. Non va tanto meglio nel centrodestra, con il suo primo partito, Fratelli d’Italia, che ha ottenuto il 18,87%, nettamente al di sotto del risultato nazionale di Giorgia Meloni.
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Nonostante il modesto risultato conseguito dal Pd domenica scorsa alle urne, Valentina Lucianetti è tra i nomi circolati per una potenziale candidatura a primo cittadino del capoluogo dauno. Gli 8 mila voti ottenuti a Foggia città nella tornata delle politiche, per alcuni osservatori vicini al Partito democratico, non sarebbero solo frutto del movimento di opinione, bensì preferenze accordate alla persona. L’avvocata foggiana è ritenuta un valore aggiunto, con un profilo identitario - al di fuori delle rigide nomenclature di partito - che potrebbe essere di gradimento all’elettorato cittadino.
Chi la conosce bene, ha dichiarato a l’Attacco quanto segue: “Il suo impegno alle politiche viene da una scelta molto convinta: non è da intendersi limitato a tale esperienza. Valentina, con la sua candidatura al Parlamento, ha battuto un colpo sul versante di una disponibilità futura, ma son tutti discorsi da costruire e verificare. Ecco perché una diretta discesa in campo di Lucianetti per le prossime amministrative non può essere presa in considerazione prima di comprendere cosa voglia fare il Pd. Dipenderà anche molto da come il partito riuscirà a fare un esame critico e come intenda affrontare l’appuntamento alle prossime urne cittadine, per il quale andranno valutati anche i temi delle alleanze e del rapporto con il M5S. Certo – continua la fonte – l’imminente congresso nazionale del Pd determinerà a cascata conseguenze anche sul livello locale. Conte ed Emiliano hanno detto che in Puglia si continuerà a governare insieme. Non sappiamo se questa strada sarà battuta anche dalla prossima segreteria italiana dei dem. E’ ancora presto per dirlo”.
Sul fronte di un eventuale prossimo campo largo in chiave locale, chi - forte del risultato ottenuto nel capoluogo dauno, tra i migliori in Italia, e delle origini foggiane del leader Giuseppe Conte - rivendicherà certamente un ruolo di primo piano alle amministrative foggiane è il Movimento 5 Stelle.
Nell’ipotesi di un’alleanza con il Pd, al momento per nulla scontata, c’è chi scommette che il partito di Conte farà la parte del leone.
La voce che circola in ambienti vicini al Cinquestelle territoriale, infatti, è che non sarà consentito ai dem di dettare linee e tempi dell’agenda politica, men che meno i nomi in corsa. Ciò che appare assodato è che Conte non accetterà da Emiliano&Co imposizioni o suggerimenti sul candidato sindaco di Foggia.
La lettura data da una parte del “contismo” cittadino è che il Partito democratico, dopo la batosta alle politiche, dovrebbe eventualmente andare a chiedere con il “cappello in mano” la sinergia con il Cinquestelle per non rischiare di consegnare nuovamente alla destra locale (ringalluzzita dal vento nazionale) il governo, questa volta della città. Anche se in molti danno al minimo l’eventualità, considerando la bandiera del protagonismo che il Pd non ha mai ammainato (anche quando le circostanze gli hanno dato torto).
Se poi si domanda a Mario Furore, tra i big del Cinquestelle foggiano, circa l’opportunità di un’alleanza con il centrosinistra per spuntarla sul centrodestra alle prossime amministrative, l’europarlamentare risponde così: “E’ una domanda che va posta più al Pd che a noi. I numeri delle politiche parlano chiaro. Non faremo noi il primo passo per un’eventuale alleanza. Vogliamo prima formulare una nostra proposta interna e capire, inoltre, le disponibilità degli altri partiti a condividere il nostro programma. E comunque – aggiunge Furore a l’Attacco - ci sono tante forze sane anche nell‘altra ‘sinistra’ oltre il Pd. Parlo dei Verdi, Sinistra italiana, i civici di Rosario Cusmai”.
Civici, difatti, sempre più in sintonia negli ultimi giorni con il Movimento 5 Stelle: un rapporto visto di buon grado anche dall’assessore regionale M5S Rosa Barone. Riprendendo l’analisi della “vittoria” alle politiche e i futuri rapporti di forza territoriali con il Pd, Mario Furore prosegue con l’Attacco: “Il successo di Foggia ci ha completamente rivitalizzato, la figura di Conte è stata trainante e abbiamo raccolto un risultato eccezionale in città. Concordo con le parole di Giorgio Lovecchio quando dice che ‘il voto di Foggia è un voto non di protesta ma di consapevolezza’. Restituisce, infatti, riscontro delle molte cose che il M5S ha realizzato per il capoluogo dauno, soprattutto sul versante della legalità: penso alla sede della Dia, ai finanziamenti ottenuti per la futura Cittadella della Giustizia. Sulle questioni di legalità siamo stati i più incisivi e questo messaggio è passato in città. Il 5Stelle – chiude Furore - attualmente è una forza molto credibile a Foggia, specie al cospetto di chi ha perso le elezioni. Ora mi aspetto dalle altre forze politiche (il riferimento è al Pd, ndr) un atteggiamento meno spocchioso”.
E su un eventuale candidatura di Rosa Barone a sindaco di Foggia? “E’ da escludere al momento – smorza i toni Furore -. Il nostro regolamento interno è ferreo e parla chiaro: impone di concludere il mandato, in questo caso in Regione, prima di proiettarsi in altre competizioni elettorali. E poi - evidenzia l’europarlamentare – non si può parlare di candidature fine a sé stesse. Per Foggia è necessaria una squadra eccezionale che ‘rivolti la città come un calzino’”.
Zone Transition
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Sulla stessa linea il neoeletto 5Stelle alla Camera dei Deputati, Marco Pellegrini: “Va da sé che, con il 45,6% di voti presi a Foggia alle politiche, continuiamo ad essere centrali nel panorama locale. Ecco perché, anche in un’ipotesi di sinergia con il Pd, rivendicheremo l’espressione del sindaco. Me le alleanze precostituite prima dei programmi - avverte infine Pellegrini - non ci sono mai piaciute. Non ce l’ha ordinato il medico di allearci. Vogliamo discutere, piuttosto, del progetto di città che si proporrà ai foggiani. Partendo certamente dal tema della legalità in un comune sciolto per mafia, per cambiare completamente il volto dal capoluogo dauno nel giro di 5-10 anni”.