Da giorni, su ogni testata locale e in giro per la città, rimbalza l’episodio dell’avviso pubblico copia e incolla dal Comune di Bologna per la selezione di proposte progettuali per l’organizzazione e la gestione di attività culturali, manifestazioni, eventi, spettacoli e concerti da tenersi a Foggia nel periodo estivo. Su l’Attacco di ieri, si legge come la dicitura del bando Avviso Bologna Estate 2024 abbia subito rivelato lo scivolone e rimandato al dirigente del servizio cultura, ovvero Giuseppe Marchitelli, che nella nuova macrostruttura dell’ente è a capo dell’Area 3 affari generali, in cui rientrano ufficio di gabinetto, gemellaggi, ufficio comunicazione integrata, servizio del personale per la parte giuridico amministrativa, servizi informatici, ma anche legalità e beni confiscati. Nella giornata di ieri, la Sindaca Maria Aida Episcopo e l’assessora alla cultura Alice Amatore hanno diramato una nota congiunta.
“Per il Foggia Estate 2024 - il cartellone estivo di spettacoli ed eventi - abbiamo scelto, in marcata discontinuità con le precedenti amministrazioni, di procedere con un avviso pubblico per garantire assoluta trasparenza e favorire la partecipazione delle imprese e dei talenti locali che operano in un comparto per noi prezioso”, si legge. “A parità di risorse di bilancio, rispetto al 2023 abbiamo portato a 50mila euro il budget e raddoppiato la soglia per progetto”, fanno sapere. “Scelte politiche che rivendichiamo con orgoglio”, affermano. “Questa avrebbe dovuto essere la notizia: suscita clamore invece un riferimento al Comune di Bologna comparso nei metadati, le informazioni inerenti un file che non erano state modificate, ma non nel testo e nel contenuto del file stesso”, precisano.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
“Per chiarezza e per rispetto della verità, nella pubblica amministrazione qualsiasi bando viene pubblicato in formato aperto, perché sia fruibile e accessibile a chiunque”, comunicano. “Esistono migliaia di bandi simili in Italia, perché sono analoghe le procedure espressamente previste dalle normative vigenti e le best pratictes possono essere condivise e circolare in maniera costruttiva”, sottolineano. “Nel caso specifico sollevato, il servizio cultura del Comune di Foggia, che ringraziamo per la qualità e quantità del lavoro prodotto nonostante una significativa carenza di organico, ha visionato numerosi bandi prima di predisporre l’avviso pubblico per progetti e proposte da inserire nel programma del Foggia Estate 2024”, proseguono. “Unicamente per produrre il miglior atto possibile, non per copiare alcunché”, rimarcano. “Quello di Bologna è diventato il riferimento più valido e in linea con l’impronta da noi impressa all’azione amministrativa, ma è da considerare semplicemente come base di partenza, perché poi il bando è a pieno titolo del Comune di Foggia, specifico, redatto in conformità agli obiettivi tracciati dall’amministrazione e con una serie di elementi inerenti la nostra realtà”, specificano.
“Respingiamo quindi fermamente al mittente qualsiasi accusa di plagio, facili ironie sul cartellone copia e incolla di Foggia, e ci riserviamo di adire le vie legali nei confronti di chi scrive di bando usurpato a Bologna”, concludono.
Puntuale è arrivata la risposta del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. “Il gruppo di Fratelli d’Italia evidenzia che la sindaca Episcopo, il suo assessore alla cultura e il dirigente competente, non avendo idee, ci presentano un cartellone estivo interamente copiato dal comune di Bologna, provocando facile ironia in tutta Italia”, affermano. “Ad eccezione, guarda caso, della tempistica, dove a Bologna il bando viene pubblicato a febbraio, dando il tempo a tutti di partecipare, mentre a Foggia, per dare la possibilità agli artisti di partecipare, concedono appena una decina di giorni”, specificano. “Alla faccia del diritto alla partecipazione e alla trasparenza”, ironizzano.
“Si è detto e ripetuto, soprattutto in campagna elettorale, che solo attraverso un cambiamento culturale si può arrivare alla valorizzazione della città, ma se è la stessa amministrazione comunale che bara e che inganna i cittadini con tabelloni culturali scopiazzati e pubblicati, senza avere la bontà almeno di cancellare l’amministrazione che l’ha ideato, ci troviamo di fronte a un inaudito disastro istituzionale”, proseguono.
“Foggia merita di più. Foggia ha una storia millenaria, che affonda le sue radici nell’epoca pre-romana”, ricordano. “Basta studiare e investire in quella parte di struttura comunale capace e preparata e non quella indolente e arruffona”, ammoniscono. “Così come bisognerebbe investire in un corpo politico e assessorile in grado di guidare e dare idee alla tecno-struttura e non subire le indicazioni della dirigenza”, bacchettano. “Per produrre cultura e non divertimento, che è altra cosa, perché non rivolgersi alle tante associazioni e istituzioni esistenti in città, che nel tempo hanno dimostrato a loro spese la capacità di valorizzare, ex professo, la magnifica storia di Foggia?”, chiedono.
“Il clientelismo è la morte della meritocrazia e della democrazia, per mitigare i danni prodotti sarebbe opportuno che l’amministrazione Episcopo innanzitutto allungasse i tempi di partecipazione al bando e che rivedesse, almeno per quest’anno, il requisito obbligatorio dell’iscrizione all’albo delle associazioni tenuto dal Comune di Foggia, dando a tutte le associazioni la possibilità di potersi iscrivere”, sottolineano.
“Inoltre, invece di un non meglio specificato nucleo di valutazione, sarebbe opportuno nominare una commissione per la scelta delle progettualità e degli artisti, trasparente e terza, con figure notoriamente competenti, capace di non lasciarsi coinvolgere in spintoni clientelari”, chiosano.
Zone Transition
Zone Transition
“Ci saremmo aspettati uno scatto d’orgoglio da parte della Sindaca, stigmatizzando l’operato del dirigente e dell’assessore protagonisti della figuraccia, invece ci si cimenta in permalose risposte senza spirito di autocritica. Di certo una brutta copia delle best practices tanto decantate. Evidentemente non è tutta un’altra storia”, concludono.