C’è aria di burrasca in casa Sa Documents, la Srl con sede a Napoli che si occupa di digitalizzazione di documenti e che ha una sezione distaccata a Foggia. Proprio negli uffici del capoluogo daunio, gran parte del personale sta manifestando segni di insofferenza per le condizioni di lavoro in cui opera. Orari che si prolungano oltre quelli prestabiliti, ritmi impegnativi, niente aria condizionata negli ambienti di lavoro: sarebbero solo alcuni dei disagi lamentati dai dipendenti, secondo quanto riferito a l’Attacco da persone informate. Per le medesime ragioni, alcuni avrebbero deciso addirittura di lasciare l’impiego.
Sembrerebbe uno scenario, non normale ma probabilmente diffuso nelle piccole realtà imprenditoriali del Mezzogiorno e quindi privo di un qualche interesse pubblico ma la società in questione non è del tutto sconosciuta o anonima. Già su queste colonne se ne è parlato a più riprese negli anni scorsi.
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E’ infatti la stessa azienda salita agli onori della cronaca nel 2020 in occasione di una puntata di detti&contraddetti, la nota a cura del direttore de l’Attacco Piero Paciello, nella quale si parlava di alcune assunzioni da parte di questa società, legate in particolare ad esponenti della politica locale, collegati al Partito Democratico: fece scalpore ad esempio il caso della figlia di Annarita Palmieri, già consigliera comunale a Foggia, recentemente passata nelle fila dei dem e del figlio di un altro consigliere del capoluogo nonché capogruppo del Pd, Pasquale Dell’Aquila. Ma c’è chi ha avvistato altre persone tra i lavoratori, in qualche modo riconducibili a quella particolare compagine politica. Ad esempio la vicesindaca di Troia, Antonella Capozzo, che si occupa della gestione del personale e della contabilità dell’azienda.
Poco o nulla si sa della Sa Documents, se non che è affiliata al consorzio con sede a Roma, Csa Documents, il cui presidente è Gian Marco Di Domenico, attiva sempre nell’ambito della archiviazione e digitalizzazione dei documenti.
Pur non essendoci riscontri oggettivi, a Foggia sembrerebbe di dominio pubblico il fatto che il personale della locale sede distaccata eserciti la propria attività in numerose diramazioni della pubblica amministrazione, anche se non è ben chiaro in che modo. Così come sarebbe cosa nota il fatto che la società periodicamente assuma nuovo personale. Lo scorso anno l’Attacco provò a contattare l’azienda che però sul punto minimizzò, limitandosi a far sapere che le ripetute contrattualizzazioni altro non sono che la conseguenza di un normale e fisiologico avvicendamento di operatori.
Proprio rispetto al reclutamento di personale spunta il nome di Luca Azzariti, imprenditore, che svolgerebbe un ruolo di intermediazione tra i candidati al lavoro in Sa e la società stessa.
Anche il nome di Azzariti non è nuovo alle cronache, compare infatti nell’affaire che costò a Landella, tra le altre cose, la carica di Sindaco. Secondo l’accusa l’allora primo cittadino si sarebbe recato presso l'abitazione di Azzariti (non indagato, ndr), agente per conto della Gi.One Spa (interessata al project financing per i lavori di riqualificazione ed adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione e gestione e manutenzione degli stessi nel Comune di Foggia), prospettandogli di poter “mandare a puttane” l'operazione economica cui lo stesso era interessato ed evidenziando talune criticità che potevano precludere il buon esito dell'operazione stessa. Avrebbe inoltre compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Azzariti a consegnargli denaro, richiedendogli dapprima 500 mila euro e poi 300 mila euro.
“Io ho comunque rifiutato” disse Azzariti ascoltato in Procura, secondo i verbali. L’imprenditore è amico dell’ex presidente del consiglio Leo Iaccarino, con il quale parlò del progetto sulla pubblica illuminazione e delle pressioni del Sindaco, cosa che avrebbe mandato su tutte le furie Iaccarino. Ma anche Landella, quando seppe che Azzariti aveva parlato con altri della faccenda.
Cosa successe in seguito è negli annali, l’inchiesta giudiziaria che travolse il Comune di Foggia portò allo scoperto il caso.
Tornando alle attività della Sa, l’anno scorso, come riferito su queste colonne, si parlò di un lavoro effettuato presso la biblioteca regionale La Magna Capitana, voce smentita dall’azienda che ufficialmente si aggiudicò il bando, peraltro associata allo stesso consorzio Csa.
Proprio per via di questi equilibri molto delicati da salvaguardare, la governance della Sa Documents avrebbe l’interesse a sedare la fronda in corso, senza troppi sensazionalismi, riferiscono beninformati. Sensazionalismi che invece starebbero minacciando i lavoratori esasperati, che avrebbero ventilato l’ipotesi di rivolgersi ai sindacati (anche se praticamente nessuno sarebbe iscritto a sigle) per far valere le proprie ragioni o addirittura dimettersi in massa se non si appianano le divergenze.
Zone Transition
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In questi giorni dovrebbe arrivare a Foggia lo stesso presidente per risolvere questa sorta di vertenza interna che rischia di lasciare l’azienda alle prese con le commesse da rispettare, quasi senza operatori dall’oggi al domani.