Alla vigilia del verdetto sul commissariamento per infiltrazioni mafiose Giuseppe Mainiero era stato il primo, a luglio 2021, ad iniziare la campagna elettorale con un incontro pubblico. E anche adesso l’ex meloniano è impegnato quotidianamente per la ripartenza di Foggia in vista delle elezioni comunali, che potrebbero svolgersi a novembre 2023.
Già candidato Sindaco nel 2019, la spina del fianco di Landella può vantare oggi non solo l’aver sempre osteggiato la maggioranza landelliana ma anche la posizione nettamente critica da subito espressa verso l’operato della commissione straordinaria.
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Altri, tra cui il Pd, hanno trasformato in modo evidentissimo il proprio giudizio sulla gestione straordinaria del Comune: dapprima entusiasti, poi sempre più tiepidi, infine accodatisi ad un’opinione pubblica nella quale, a cominciare dalle associazioni, da tempo si moltiplicavano le lagnanze per la chiusura dei commissari alla comunità e per la paralisi che (come rilevato in via generale dallo stesso presidente della Commissione nazionale antimafia, il senatore ex M5S Nicola Morra) caratterizza il più delle volte un Comune commissariato per mafia.
Invece il commercialista ha avuto una coerenza stoica e, se lo scorso anno appariva isolato in questa posizione, oggi molti – se non i più – convergono su considerazioni del medesimo tenore o quasi. Il nuovo progetto politico dell’ex consigliere comunale si chiama “Resto a Foggia”, comitato civico che si presenterà ai cittadini venerdì alle ore 18.30 a Parcocittà per parlare di “idee, proposte e progetti”.
“Foggia sta vivendo una situazione di profondo disagio e di gravissima crisi etica, uno smarrimento che coinvolge il quadro economico e la tenuta sociale della nostra comunità”, afferma Mainiero a l’Attacco. “I 7 anni di malgoverno del centrodestra e di Landella, gli errori commessi e le opacità che hanno portato alle inchieste della magistratura per presunta corruzione e, successivamente, allo scioglimento per infiltrazioni mafiose hanno fatto sprofondare la nostra comunità in una condizione di emergenza senza precedenti. Sia chiaro: il declino viene dagli anni 2000, scelte sbagliate che si sono susseguite senza soluzione di continuità fino ai nostri giorni. Ma mai, prima d’ora, Foggia aveva vissuto un così basso livello di etica pubblica, di moralità, di discutibile concetto di legalità, con un governo della cosa pubblica orientato esclusivamente agli interessi particolari. Il fallimento dei partiti e l’assenza di qualsiasi forma di selezione del personale politico sono sotto gli occhi di tutti. Impresari improvvisati della politica, personaggi tutt’altro che limpidi, assolutamente privi dell’attrezzatura culturale ed amministrativa necessaria per governare una città complessa hanno fatto sprofondare nel baratro la nostra Foggia. Nei loro confronti – a ragione – l’opinione pubblica ha sviluppato una sfiducia impossibile da recuperare, che rischia una generalizzazione sulla politica tutta. Una deriva che va evitata. La mia personale storia istituzionale, d’altro canto, lo dimostra. Sono stato ostracizzato, isolato e ingiuriato per il sol fatto di aver detto la verità, di aver vigilato sulle tante operazioni controverse dell’amministrazione Landella, sulle quali, puntualmente, si sono poi accesi i riflettori della magistratura”, continua Mainiero.
“Potrei dirmi soddisfatto, perché il tempo è stato galantuomo. Tuttavia non lo sono affatto, poiché il presente che stiamo vivendo si sta rivelando fosco e cupo e le prospettive per il futuro non certo incoraggianti. La commissione straordinaria inviata dal Ministero dell’Interno, infatti, sta inanellando una serie di errori (cito a titolo di esempio la mancata partecipazione ai bandi del PNRR, la chiusura delle scuole comunali dell’infanzia ed il disastro compiuto nel delicatissimo settore delle politiche sociali) che comprometteranno una serie di servizi essenziali per una comunità che vuole rialzarsi dal degrado in cui è sprofondata. Parliamo dell’ottava città del Mezzogiorno, che ogni giorno di più è piegata su sé stessa. Serve uno slancio, una reazione forte e decisa per invertire questo declino. Di qui la scelta di rendermi promotore del comitato civico “Resto a Foggia”, che vuol essere la risposta ad uno scenario che riteniamo inquietante.
Da una parte lo scoramento la delusione della città, dall’altra il tentativo di “restaurare” logiche e sistemi che hanno portato Foggia nel baratro. Un comitato che si pone il dichiarato obiettivo di mettere a sistema e a profitto tutte quelle energie, quelle competenze, quelle capacità che il “sistema di potere” che fino a pochi mesi fa ha governato Foggia ha umiliato e tenuto ai margini. Una palude in cui sopravvivevano solo gli alligatori. Vanno ripristinati gli argini di un fiume che ha esondato ed ha travolto tutto. “Resto a Foggia”, in definitiva, vuole essere un uno spazio di agibilità democratica partecipato, un laboratorio di idee e di confronto che avvii un processo di riscatto, di cambiamento profondo”.
L’Attacco ha svelato da settimane le manovre di Pd, settori del mondo della legalità e dell’associazionismo, Unifg, per una proposta comune incentrata su una personalità di alto livello e che piaccia alle alte sfere istituzionali, dalla Prefettura alla Procura. Un nome quale la direttrice del dipartimento di Giurisprudenza di Unifg Donatella Curtotti, sanseverese.
Per i beninformati nell’ambito di un sano rapporto competitivo col Pd di Raffaele Piemontese i civici emilianisti, capitanati da Rosario Cusmai, vogliono che la coalizione sia guidata da una figura che non sia espressione diretta del vicepresidente della Regione e dominus dem.
Zone Transition
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Cusmai (oggi consigliere politico di Emiliano per gli enti locali) starebbe ragionando proprio insieme a Mainiero per capire come far convergere Piemontese sulla opportunità di un candidato sindaco diverso dal notabile scelto da lui. Se questa manovra dovesse riuscire Mainiero, secondo i rumors, potrebbe rinunciare stavolta alla candidatura a sindaco e, perché no, ambire legittimamente ad un assessorato come quello al bilancio.