“Ci risiamo? Ricominciamo? Con l’avvento della bella stagione ricrescono i prati in centro storico?”.
E’ l’incipit della nuova segnalazione di alcuni esausti residenti di piazza Federico II, circa l’occupazione di suolo pubblico effettuata, attraverso un grande tappeto verde in erba sintetica, da un’enoteca dirimpetto.
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La stessa enoteca che aveva occupato con un ingombrante gazebo abusivo, per quasi un anno, quell’area tutelata da vincolo della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio. Perché lì, tra le altre cose, insiste il manufatto di valore storico-artistico abitato dai residenti ancora una volta turbati dal comportamento della gestione del locale in questione.
Che, inoltre, non rispetterebbe neppure il passo carrabile posto a presidio dell’area abitata.
Parrebbe configurarsi, dunque, una nuova violazione dei dispositivi espressamente menzionati nel regolamento emanato nel 2018 dall’Area tecnica del Comune di Foggia per le norme in materia di “Occupazione di spazi ed aree pubbliche relative ai locali di pubblico esercizio per la somministrazione di alimenti e bevande”, il quale, all’articolo 7, stabilisce che “non è consentita l’installazione di dehors che risultino in contrasto con il codice della strada”. Il divieto è stabilito anche nel caso in cui ricorra una “distanza inferiore di 5 metri da monumenti, fontane e altre opere di rilevanza storica e artistica”.
Entrambe le disposizioni, anche questa volta, sembrerebbero violate.
Per i residenti ritornano gli spettri di un passato recentissimo, quando, a più riprese, segnalarono alle istituzioni l’elefantiaca presenza del gazebo di quella vineria, che, transennato per ben due volte dalla Polizia municipale, veniva sempre, puntualmente (a arbitrariamente), non solo ripristinato ma arricchito di volta in volta con nuovi elementi “architettonici” dai titolari del locale.
Fino a quando - anche su impulso dei rappresentanti locali del Movimento 5 Stelle, l’europarlamentare Mario Furore e l’assessora regionale al Welfare Rosa Barone, che segnalarono, insieme agli articoli de l’Attacco, la palese violazione della norma e l’esasperazione dei residenti alle autorità competenti – il gazebo fu rimosso con un’operazione coatta che vide in campo uomini della Polizia di stato e di Polizia municipale.
Il gazebo è stato rimosso, è vero. Ma il “prato” su cui poggiava è riapparso in posizione fissa dallo scorso weekend. Un “ritorno” che crea non poco disagio, anche psicologico, ai residenti del palazzo storico che affaccia su piazza Federico II.
“Si sono nuovamente riappropriati dello spazio pubblico – denunciano a l’Attacco – Quel tappeto verde è lì da qualche giorno, anche al mattino e al pomeriggio, quando non viene utilizzato per i tavoli da intrattenimento serale a disposizione della clientela. A parte il fatto che non dovrebbe essere lì nemmeno di sera. Ma, se l’enoteca occupasse quello spazio solo di sera, liberando sistematicamente la zona per il giorno seguente, tra virgolette, potrebbe starci anche bene. Al netto dell’occupazione abusiva e della musica ad alto volume fino a tarda notte che siamo costretti a sopportare durante il weekend. Non riusciamo a comprendere quale tipo di autorizzazione abbiano questi signori per agire in questo modo”.
Zone Transition
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“Quel tappeto davanti a casa nostra di fatto sancisce un’arrogazione permanente di proprietà privata illegittima. Al di là delle norme sull’occupazione di suolo pubblico – continuano i residenti – ci chiediamo come sia concepibile introdurre un mando di erbetta sintetica a coprire il selciato in pieno centro storico: anche esteticamente, è un pugno nell’occhio. Temiamo – concludono - che sia il preludio alla nuova erezione, passo dopo passo, pezzo dopo pezzo, del gazebo che c’era prima”.