C’è grandissima preoccupazione tra i 68 lavoratori ausiliari del traffico ed operatori della sosta dipendenti Apcoa, per i quali la fine della proroga significa il rischio concreto di licenziamento. Una questione su cui, stando ai beninformati, ci sarebbe un braccio di ferro tra tecnostruttura del Comune di Foggia e Ataf, la partecipata comunale che svolge il servizio del trasporto pubblico locale, oggi guidata dal commercialista sipontino Antonio Rana, nominato amministratore unico dalla commissaria straordinaria Marilisa Magno.
Che la situazione dei lavoratori della sosta stesse diventando esplosiva lo si era compreso già nei mesi scorsi. A marzo, quando era ancora in carica l’amministrazione Landella, Filt Cgil e Ugl Trasporti scrissero a sindaco, prefetto, presidente di Ataf (allora Giandonato La Salandra) e Apcoa.
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“Dal 1° gennaio 2021, i 68 lavoratori ausiliari del traffico e operatori della sosta dipendenti Apcoa hanno ricominciato a rivivere l’incubo della precarietà e del concreto rischio di perdere il proprio posto”, affermarono. “L’amministrazione comunale di Foggia come spesso succede, tarda ad affrontare l’emergenza o, peggio, l’ignora semplicemente, lasciando che accada l’inevitabile”. Il contratto che legava Apcoa alla gestione della sosta e del parcheggio era scaduto: “Si prefigura una proroga che, di fatto, aggiungerà precarietà ed incertezze occupazionali degli addetti al servizio”. Il nuovo allarme per il rischio occupazionale fu lanciato a luglio, quando a Palazzo di città si era insediata da fine maggio la commissaria Magno a seguito delle dimissioni di Landella. Le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl Trasporti sollecitarono Palazzo di città: “E’ una gravissima situazione di disagio che si riversa in modo insostenibile per i lavoratori coinvolti e le loro famiglie creando, tra gli stessi, forti preoccupazioni”.
Adesso i nodi paiono esser venuti al pettine. Come già fece l’ex presidente del cda La Salandra anche Rana starebbe dimostrando ai commissari che il servizio è un costo per Ataf, anziché una fonte di guadagni, e sarebbe dell’avviso di chiudere il rapporto. I dirigenti comunali starebbero mediando per una nuova proroga fino a dicembre, in attesa della nuova gara. Mercoledì pomeriggio si è svolto in Comune un incontro tra sindacati, associazioni dei consumatori, il commissario Sebastiano Giangrande, Rana e i dirigenti Dicesare e Delle Noci. Il tema era la necessità di modificare e ammodernare l’ormai inadeguato piano della sosta tariffata. Giangrande ha ammesso che l’incasso del servizio è del tutto insoddisfacente e insufficiente, spiegando che entro pochi giorni il Comune deciderà il da farsi.
“Siamo 68 persone molte delle quali con problemi, di cui 52 ausiliari e il resto operatori di sosta”, spiega un dipendente Apcoa a l’Attacco. “La cassa integrazione sta per terminare, lavoriamo al 70%. Dopo la fine del contratto quinquennale, risalente al 2015, ci è stata data la proroga. Abbiamo sempre fatto di tutto per tenerci il nostro posto di lavoro, abbiamo dato tanto. Ma da Ataf ci dicono che non stiamo sul posto di lavoro, che il servizio non rende. La colpa non è nostra: ci sono macchinette che non funzionano, strisce a terra che non ci sono, cartelli messi male, non c’è aiuto da parte della polizia municipale. Noi siamo il capro espiatorio. Stiamo aiutando Ataf a risanare i propri debiti ma dalla spa ci viene detto che campiamo grazie a loro”.
E difatti è opposta la versione che viene dalla partecipata comunale. A febbraio scorso l’Attacco intervistò sul tema La Salandra, che era stato attaccato dal consigliere (e collega di maggioranza) Pasquale Rignanese. L’avvocato meloniano fu netto: “Il presupposto di un servizio in house è che ci sia una convenienza per l’ente. Ora c'è l'esigenza comune, della partecipata e di Palazzo di città, di rivedere la percentuale del 4%. Altre realtà hanno esternalizzato la sosta e hanno un aggio significativo, del 20 o addirittura del 30%. Con l'attuale cartografia della sosta, le aree di sosta venute meno, un contratto con questi costi, è evidente che non si produce alcuna utilità per Ataf. Discutere del piano della sosta significa aprire una discussione nell'interesse reciproco dei due enti. Sull’aggio è in corso un dialogo molto proficuo coi Servizi finanziari. Questo è un modo anche per tutelare i livelli occupazionali di Ataf. Il mio interesse è salvaguardare i nostri dipendenti. Faccio un esempio banale: i parcheggi Russo e Ginnetto sono gestiti oggi da personale Apcoa, che noi paghiamo. Preferirei usare personale di Ataf, ci sarebbe un risparmio in termini di minori spese e un guadagno perché tutto l’incasso dei parcheggi resterebbe a noi”.
Seguì, a marzo, una dettagliata relazione al socio unico tramite la II commissione consiliare. “Il servizio di gestione della sosta – contrariamente ad altre tipologie di servizi erogati per la città – è servizio che deve portare un utile ad Ataf, non potendo esso costituire un servizio in perdita”, scrisse a chiare lettere il presidente del cda. Il servizio fu attribuito con affidamento in house dal Comune alla spa nel 2013 e poi appaltato da Ataf. L'affidamento avrebbe avuto una durata di 7 anni e fino al 31/12/2020, con la precisazione che la spa sarebbe stata tenuta a garantire la prosecuzione del servizio fino al subentro del nuovo affidatario, con un termine massimo di 4 mesi. Il canone del servizio per tale affidamento in house fu determinato nel 2013 in tale modo: 1% nel primo anno, 2% nel secondo anno, 3% nel terzo, 4% dal quarto anno. La normativa è nel frattempo cambiata col risultato che deve esserci una convenienza reciproca, per Ataf così come per l’ente comunale.
Ebbene, gli incassi della sosta sono sempre diminuiti: 2.539.388 euro nel 2012, 2.460.557 nel 2013, 2.154.307 nel 2014, 2.109.242 nel 2015, 2.206.292 nel 2016, 2.140.007 nel 2017, 1.637.430 nel 2018, 2.060.532 nel 2019, 1.304.281 nel 2020. Il servizio costa ogni anno 1.652.477 per il contratto con Apcoa (137.706,42 euro mensili) e 118.041 euro (9.836,75 euro mensili) per il contratto con Cosmopol, che dal 2019 si occupa dello spacchettamento dopo i guai del caso Protect relativo ai soldi dei parchimetri spariti. In totale, il costo è pari a 1.770.518 euro annui (147.543,17 mensili). Negli scorsi anni alle minori entrate, per differenti fattori, si è accompagnata l’immutevolezza dei costi del servizio.
Zone Transition
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Il contratto è definito dai beninformati confuso, “la soluzione che fu trovata per pagare lo stipendio a quelli delle cooperative”, e Ataf lamenta di non avere alcun controllo diretto sull’operato dei lavoratori Apcoa. “Quelli che curano la sosta di superficie bene o male lavorano, quelli che stanno nei parcheggi non fanno nulla. E poi c’è il problema del piano della sosta, ormai stravecchio, rimasto fermo al 2011 forse. Se dalla sosta incasso 100 e quel servizio mi costa 110 come Ataf che senso ha questa operazione? E’ solo un costo. Non si possono prendere i soldi dei trasporti per coprire le perdite della sosta. Se il Comune deciderà di non dare più il servizio ad Ataf dovrà fare una gara per la gestione dei parchimetri e parcheggi non si proprietà di Ataf”.
Lucia Piemontese - l’Attacco©