Si sono svolti ieri mattina i funerali di Mario Bove, amministratore foggiano, politico affermato e uomo amato. Semipiena in una calda mattina di fine estate la chiesa di San Pietro Apostolo di Foggia dove parenti, amici e conoscenti hanno voluto assistere all’estremo saluto di un uomo che ha contribuito a scrivere sicuramente belle pagine di storia politica foggiana.
Socialista per fede, di cui era punto di riferimento, ma altrettanto caparbio e lungimirante come più volte descritto dai presenti accorsi alle esequie. Persona simpatica, generosa, attenta e aperta ai rapporti mani. “Non si negava mai - ricordano i presenti - era sempre pronto a dare una mano e a collaborare”.
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“Ricordo Mario Bove come persona e amministratore disponibile, sempre accorto e attento a recepire le istanze che arrivavano dalla città e dai suoi cittadini - commenta a l’Attacco l’ingegnere Pippo Cavaliere, ex consigliere in forza al Partito Democratico, già candidato alla carica di Sindaco nelle precedenti comunali. Una persona che ha fornito un grosso contributo al capoluogo dauno, senza ombra di dubbio”.
“Era davvero un grande uomo, gentile: aveva la capacità di mettersi a disposizione degli altri con una facilità unica - aggiunge Pasquale Lo Mele, che con lui ha condiviso l’esperienza della consiliatura comunale nel partito socialista nel 1990 – dall’apparenza poteva sembrare burbero, ma si cambiava presto idea una volta conosciuto”.
Pasquale Lo Mele ricoprì ruoli importanti nella giunta Chirolli, quest’ultimo altro storico esponente della Democrazia Cristiana, più volte eletto consigliere comunale nella sua città, assessore e primo cittadino di Foggia, tra l’altro ultimo sindaco scelto in seno al consiglio comunale prima dell'elezione diretta e l'ultimo appartenente alla DC. “Erano altri tempi – aggiunge Pasquale Lo Mele – non c’era odio come quello che si respira oggigiorno. Certo si discuteva, si litigava. Ma alla fine si andava a mangiare insieme, si stava insieme, si scherzava. Custodisco gelosamente un gran ricordo di Mario Bove, era davvero una persona squisita: personalmente non mi reggo in piedi a causa di acciacchi fisici, ma non potevo perdere l’occasione di porgergli l’ultimo saluto”.
Tra i presenti un altro socialista doc, Michele Santarelli già Sindaco di San Severo che con Bove ha vissuto e condiviso tantissimi momenti importanti. “L’ho conosciuto quando ero segretario provinciale della federazione giovanile socialista, mentre lui ricopriva il ruolo di funzionario del partito socialista – commenta. Abbiamo lavorato insieme per un bel po’ di tempo, fin quando lui si candidò al Comune di Foggia divenendo poi vice sindaco ed io mi candidai nella mia città ricoprendo il ruolo di assessore prima e sindaco dopo. Mario fu anche segretario provinciale del partito socialista italiano a fine anni ‘80. Nelle sue vene scorreva puro sangue socialista, continuò a militare nel partito anche con la disfatta di quegli anni. Persona umile, proveniente dal basso che stringeva rapporti con tutti. Si prodigò tanto per la città di Foggia, per il suo sviluppo”.
Mario Bove infatti detenne le chiavi dell’urbanistica foggiana per un decennio circa. Proprio in quegli anni nel capoluogo dauno venne varata la più grande manovra urbanistica (167) d’Italia. Grazie anche ai rapporti che sapeva tessere con gli uffici comunali e la classe imprenditoriale dell’epoca.
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“Mario viveva insieme alla gente – aggiunge Santarelli – ad oggi manca quel rapporto umano che c’era prima, ci si affida troppo ai social, al virtuale. La grande intuizione dei miei tempi sta nel fatto che la risoluzione dei piccoli problemi doveva rientrare nella risoluzione dei grandi problemi: creare sviluppo significava anche dare risposte ai bisogni della gente. La classe politica di prima si impegnava a creare le condizioni di sviluppo del territorio. Oggi è cambiato il modo di fare politica: si vive di immagine. I partiti di una volta, che erano sedi in cui si discutevano i problemi della città, non ci sono più. Il mio ricordo più bello con Mario? Era un grande lavoratore, si prodigava per tutti e tutto. Cose gli direi se lo avessi di fronte adesso? Che dobbiamo ancora impegnarci per il nostro partito socialista. E sono certo anche della sua riposta: mi direbbe “Ci sono, come sempre”.