Pier Paolo Pasolini nel film cortometraggio “La Ricotta” mette in scena un’intervista al grande autore e regista Orson Welles (come non citare il suo capolavoro “Quarto Potere”). Quest'ultimo alla domanda di cosa ne pensi della società italiana risponde perentorio e lapidario: “Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa”. Una frase che si accompagnerebbe a tante situazioni ma che in questi giorni riporta alla mente un episodio in particolare ed i suoi sviluppi. È il “caso” dello storico giornalista sportivo Pino Autunno, caporedattore delle pagine sportive de l'Attacco. Egli da esperto e preparato giornalista pose durante la scorsa stagione una semplice domanda al Presidente, un po’ despota, del Foggia Calcio Nicola Canonico, sul perché non abbia comunicato per tempo l’imminente penalizzazione che avrebbe avuto inflitta la società per problematiche amministrative.
Il Presidente stizzito abbandonò la sala e comunicò successivamente che il giornalista Autunno non avrebbe più potuto presenziare a ricoprire il suo incarico presso lo Zaccheria. Fu un fatto gravissimo, da regime d’altri tempi, che trovò la dura opposizione dell’Ordine dei Giornalisti che condannò il gesto e rimarcò che la professione del giornalista contempla, oltre al dovere di cronaca, il diritto di critica.
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Purtroppo la cosa più triste è che a questo atto così irrispettoso e retrogrado la risposta della tifoseria e dei leoni da tastiera sui social fu di continuo dileggio ed offesa nei confronti del giornalista. Centinaia di commenti di scherno e favorevoli al sopruso compiuto, tutti motivati perché succubi ed allineati come soldati ad un Presidente che avrebbe potuto portarci in serie B. Il fine giustifica i mezzi, nella sua versione più perversa. Successivamente la storia ha presentato il suo conto ed ora con un Foggia perdente ed in affanno come non mai, gli stessi odiatori del web, tacciono o addirittura riconoscono i meriti di chi ha sempre posto le domande giuste, ha fatto le osservazioni più obiettive e sollevato critiche quando intorno c’erano soltanto ottusi cori di lode al padrone. La citazione va corretta: Il popolo più analfabeta asservito alla borghesia più ignorante.
l’Attacco nel raccontare la storica giornata del 30 settembre, il primo volo civile dal Gino Lisa dopo 11 anni, ha sì utilizzato termini incensanti, ha persino parlato di utopia che si realizza grazie al coraggio e determinazione di pochi, ma da testata giornalistica libera ed attenta ha anche posto delle legittime questioni, provando ad anticipare delle possibili criticità.
È stato descritto come tardivo ed insufficiente il supporto dell’amministrazione locale che soltanto il giorno della partenza ha avviato i primi timidi lavori su una porzione di Via degli Aviatori. Una barzelletta a detta di diversi cittadini, una mancanza di coordinamento tra la città e l’importante infrastruttura.
Su queste pagine è stata fatta un’analisi su utenza e sostenibilità, snocciolando i dati e dimostrando che quel fantomatico numero di 280.000 passeggeri annui necessari a far quadrare i conti, allo stato attuale con due aerei e tratte operanti a giorni alterni, sono irraggiungibili.
Altra questione posta sotto i riflettori solo da questa testata è relativa agli orari. Esposta in breve: non ci sono voli che partano la mattina e permettano un rientro la sera. La stragrande maggioranza delle combinazioni realistiche obbligano ad un soggiorno di due notti a Milano. Due notti obbligate, che nel weekend sono sicuramente apprezzate ma in mezzo alla settimana possono risultare poco funzionali.
Sono domande legittime? È possibile discuterne nel merito? No a quanto pare. Il comitato Vola Gino Lisa si è posto a capo di una crociata di delegittimazione e stigmatizzazione sui social network di chi non si è limitato a battere le mani e gridare Alleluja. Stessa situazione si è verificata nelle settimane precedenti al decollo quando sono state fatte altre piccole inchieste giornalistiche su dove si trovassero i velivoli e sullo stato dei lavori presso il Gino Lisa.
“Questi giornalisti”, seguito dagli epiteti più disparati, sono gli invidiosi, i pagati da Bari, i colpevoli di non voler il successo per la nostra terra, e di osare mettere in discussione ciò che dall’alto è stato fatto. A loro non gli si deve una risposta razionale ma vanno zittiti e contro di loro va scagliata la gente, di pancia. E allora giù di “vergogna”, “giornalai”, “chissà cosa e chi ci sia dietro”, “andatevene a Bari”.
Come per i tifosi del Foggia contro Autunno al fine di compiacere e supportare le velleità autoritarie del Presidente Canonico così ora i tifosi del volo si scagliano contro il giornale che osa sollevare analisi e dibattito.
Si dimentica che l’Attacco è totalmente favorevole e compiaciuto del fatto che Foggia abbia riattivato una infrastruttura così decisiva per lo sviluppo, e che quest’ultimo non può che fare gli interessi anche di chi su questo territorio ci vive e ci lavora, come l’Attacco.
I lettori si aspettano un giornale indipendente e critico che analizzi oltre la retorica (propaganda) entusiasta. L’obiettivo non è certamente quello di poter dire un giorno “noi lo avevamo detto” come per le problematiche dell’attuale gestione del Foggia Calcio, come per il giornalista Autunno diventato oggi “profeta” per molti. La mission è di essere sempre e costantemente professionali, con uno sguardo critico sulla Capitanata, e mettere questa professionalità al servizio dei lettori e della comunità. Una razionalità che riesca a spiegare e superare anche le turbolenze emotive, dall’esaltazione fanatica nel bene alla depressione disfattista nel male.
“Con il primo volo dal Gino Lisa ristrutturato si può aprire una nuova fase di sviluppo per Foggia e la sua provincia, ma come rappresentanti delle imprese dobbiamo essere consapevoli che una nuova pista e qualche collegamento aereo da soli non bastano - ha commentato il primo volo il presidente di Confagricoltura Foggia, Filippo Schiavone - come mondo agricolo - proseguono dall’associazione di categoria - abbiamo sempre sostenuto che il gap infrastrutturale per questo territorio andasse velocemente colmato e il Gino Lisa, pur non prioritario per noi, può svolgere un ruolo propulsivo”.
Zone Transition
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A dire la sua anche Giuseppe Palladino, Presidente di BCC San Giovanni Rotondo che ha poi aggiunto: “Lo scalo foggiano oggi riprende il volo. Una data che rappresenta la realizzazione di un sogno per molti, il punto di svolta di una terra che per troppo tempo si è sentito tagliato fuori dal tempo e isolata. Cittadini, famiglie, studenti, imprenditori, turisti: questo traguardo riguarda tutti perché senza dubbio cambierà il nostro modo di vivere il territorio”.