“Gentilissimo Signor Ministro, a scriverle questa lettera, che forse le sembrerà fuori luogo – esordisce padre Franco Moscone rivolgendosi al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin -, è un Arcivescovo di origini piemontesi (come Lei) che ha avuto per volontà di Dio il piacere di guidare come Pastore una meravigliosa terra del Sud Italia che abbraccia quasi l'intero "Amato Gargano", come mi piace definirlo, l'Arcidiocesi di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo”.
“Le scrivo in merito alla paventata possibilità di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dell'installazione, in area di Manfredonia, di un deposito di GPL conosciuto come Energas”.
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“Il mio predecessore, l'amato e compianto Mons. Michele Castoro, nel 2016 quando si era all'inizio di questa vicenda in città si schierò accanto alla popolazione nell'esprimere quel chiaro NO, sostenuto da tutte le forze politiche cittadine e Regionali”.
“Ho deciso, alla luce anche del Magistero Sociale della Chiesa, anche io di continuare ad essere accanto a popolazione ed Istituzioni locali per dire NO”.
“Ho sottoscritto nei giorni scorsi una lettera – prosegue l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo -, condivisa tra varie associazioni, inviata al Suo collega Ministro della Difesa circa anche la preoccupante vicinanza del deposito con la strategica base militare di Amendola”.
“Da parte mia come Arcivescovo non posso scendere, anche se lo farei se fosse necessario, nelle questioni dei pareri positivi o negativi di carattere tecnico o amministrativo sulla vicenda avuti dai vari organi competenti, ma vorrei soffermarmi su qualcosa a mio avviso di più importante: la volontà di una popolazione!”.
“Le scrivo portando nel cuore le parole del profeta Isaia "Per amore del mio popolo non tacerò e non mi darò pace" (Cfr Is 62,1)”. “Non posso come Pastore di questa terra darmi pace sapendo che la volontà di una intera città rischia di essere calpestata. Il 13 novembre 2016, come lei saprà dalla documentazione, c'è stato un Referendum, svoltosi regolarmente nel pieno rispetto delle Leggi e della Democrazia, a cui hanno partecipato 25.729 votanti di cui il 95,27 % (cioè 24.549 cittadini) hanno espresso un chiaro NO”.
“Le chiedo a cosa è servito il Referendum? Può uno strumento così importante per la Legge, per la nostra Repubblica, pur essendo solo consultivo, essere calpestato totalmente? Ritengo che il parere di una popolazione, che vive fatica e combatte quotidianamente su un territorio che cerca di risollevarsi da ben altri problemi e piaghe, vada rispettato. Come vada rispettato il parere di una Comunità Politica locale e Regionale che, ieri come oggi, da varie fazioni e parti dice e ribadisce il suo NO”.
“Mi appello alla Sua sensibilità Istituzionale, ascolti la voce di un popolo e dei suoi rappresentanti politici, e se vuole anche la povera voce di un Vescovo. Lei solo forse può alimentare in un eventuale Consiglio dei Ministri la discussione nella giusta direzione”.
Zone Transition
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“Ribadisco la mia vicinanza forte e decisa accanto a popolazione e Istituzioni locali e come già detto in un mio precedente comunicato alla città sarò pronto a scendere in Piazza, a recarmi anche a Roma se necessario, per ripetere il nostro accorato NO!”.