Il cibo è la principale voce del budget della vacanza, con due turisti italiani su tre in visita nei piccoli borghi nell’estate 2024 che destineranno un terzo della spesa alla tavola in ristoranti, pizzerie, trattorie, agriturismi, street food e souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di paese. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del nuovo rapporto di Coldiretti-Fondazione Symbola “Piccoli Comuni e Tipicità”.
Negli 88 piccoli comuni della Puglia la miriade di produzioni locali riconosciute tradizionali, oltre alle Dop e Igp, vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i cinquemila abitanti e riguardando specialità come la cipolla e la patata di Zapponeta, la fava di Carpino, il cacioricotta caprino-orsarese, il lardo e il prosciutto di Faeto, il calzone di Ischitella, l’arancia e il limone Femminello del Gargano.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
I piccoli borghi hanno un significativo valore economico, storico, culturale e ambientale in un paesaggio fortemente caratterizzato dalle produzioni agricole. Rappresentano – dichiara Coldiretti – anche un motore turistico che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese, contrastando lo spopolamento che aggrava anche la situazione di isolamento delle aziende agricole e aumenta la tendenza allo smantellamento dei servizi, dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio.
Zone Transition
Zone Transition
Il turismo enogastronomico è il vero traino dell’economia turistica pugliese – sottolinea Coldiretti Puglia –. A livello economico, secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore dei prodotti Dop e Igp in Puglia vale 678 milioni di euro.