Quasi un euro su tre viene speso per mangiare fuori casa e diventa quindi rilevante l’indicazione dell’origine dei cibi serviti nei menu dagli oltre 20mila ristoranti, pizzerie, bar e attività di ristorazione mobili presenti in Puglia.
Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati della Fipe, secondo cui dopo l’emergenza Covid mangiare fuori è in forte crescita e ha un impatto rilevante sul sistema agroalimentare nazionale dove nel complesso i consumi alimentari, nel 2023, sono stati pari al 68 per cento in casa e al 32 per cento fuori casa, il massimo di sempre secondo la Federazione dei Pubblici Esercizi.
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Dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche salumi e formaggi di alta qualità – aggiunge Coldiretti Puglia – trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori, come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
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“Primati che vanno però difesi dal fenomeno del 'fake in Italy', il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. In questo modo cosce di prosciutto estero dopo essere state salate e stagionate vengono vendute per italiane e lo stesso capita col latte straniero che diventa mozzarella italiana”, fa sapere Coldiretti.