Sono circa 6 milioni gli italiani e i turisti stranieri che pranzeranno fuori a Pasqua in un ristorante o in un agriturismo, per approfittare del ritorno alla piena normalità dopo gli anni del Covid ma anche per rilassarsi a tavola senza dover cucinare o accogliere ospiti.
E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti sulle previsioni per la domenica pasquale che evidenziano la ripresa completa delle attività per le 336mila imprese attive nella ristorazione, secondo Fipe, ma anche negli oltre 25mila agriturismi presenti lungo lo Stivale dopo i periodi difficili della pandemia. Periodi nei quali le presenze erano state fortemente limitate dalle restrizioni, ma anche dal perdurare della diffusione dei contagi, che avevano portato molte persone a disertare i locali anche una volta terminate le chiusure forzate.
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Non a caso sono attese per la Pasqua 2023 oltre mezzo milione di presenze dei vacanzieri italiani che hanno scelto di alloggiare negli agriturismi nel weekend di Pasqua spinti dalla voglia di stare all’aria aperta alla ricerca del buon cibo, secondo un’analisi Campagna Amica Terranostra. L’uscita dalla crisi della ristorazione è importante anche per l’intera filiera agroalimentare con i consumi fuori casa che rappresentano 1/3 della spesa degli italiani, secondo Coldiretti.
La riduzione dell’attività – sostiene la Coldiretti – aveva pesato, infatti sulla vendita di molti prodotti, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano in ristoranti e bar un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – continua la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma ad essere stati più colpiti sono stati i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi, dai formaggi fino ai tartufi.
Zone Transition
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La ristorazione – rileva la Coldiretti – rappresenta una componente importante della filiera agroalimentare che assieme alle 70mila industrie alimentari e alle 740mila aziende agricole rappresenta la prima filiera del Paese, per un valore che nel 2022 è salito a 580 miliardi; pari al 25% del Pil nazionale, ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale.