“Politiche di mercato miopi, che non tengono nella giusta considerazione il valore aggiunto nel medio-lungo periodo di una produzione realmente e integralmente Made in Italy, corrono il rischio di arrecare danni irreparabili alla filiera cerealicola del nostro territorio”. Con queste parole il mondo agricolo foggiano all’unisono commenta il nuovo calo del prezzo del grano duro registrato alla Borsa Merci della CCIAA di Foggia.
Cia, Coldiretti e Confagricoltura provinciali esprimono forte preoccupazione per un andamento di mercato che sembra non trovare un punto di caduta in grado di assicurare ai produttori locali la giusta remunerazione per gli investimenti fatti.
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“Continuiamo ancora ad essere il granaio d’Italia ma è evidente che se non si riconosce valore ad un prodotto che ha elevati standard qualitativi e di salubrità ma costi di produzione meno competitivi rispetto ad altri paesi esteri, sostenere la sovranità alimentare può trasformarsi in uno slogan privo di concretezza. Siamo anche noi consapevoli che il prezzo del grano è condizionato da dinamiche produttive internazionali difficilmente controllabili a livello locale, ma – fanno notare dalle associazioni di categoria - il calo rispetto allo scorso anno è ormai arrivato a 200 euro a tonnellata. Su questi valori la cerealicoltura diviene un lusso che l’economia del nostro territorio potrebbe non potersi più permettere. Con conseguenze che finirebbero col generare ripercussioni negative lungo tutta la filiera ed effetti a cascata su tutto il sistema economico di Capitanata”.
Rimarcano gli agricoltori: “deve essere chiaro a tutti che sull’economia della terra si basa ancora gran parte del delicato sistema socio-economico del territorio provinciale. Per questo c’è bisogno di intervenire congiuntamente con gli altri attori presenti lungo la filiera. Come granaio d’Italia rappresentiamo una eccellenza a livello europeo e il rafforzamento dell’intero comparto è una delle partite più rilevanti per il futuro sviluppo economico dell’intera Capitanata”.
Il mondo agricolo unito, da alcuni mesi impegnato con proposte concrete per il rafforzamento dell’agricoltura (dalla DOP pomodoro, alla quotazione della semola italiana, alla richiesta di potenziamento delle infrastrutture), vede il futuro sviluppo del territorio fortemente centrato sul settore primario.
Zone Transition
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“Siamo una provincia a forte vocazione agricola con una grande quantità di eccellenze produttive. Sostenibilità e tutela del territorio sono alla base del nostro quotidiano impegno e abbiamo maturato la consapevolezza della necessità di innovazione e nuove tecnologie anche in agricoltura. Abbiamo bisogno, d’intesa con gli altri settori produttivi, di un impegno diverso per dare a queste nostre grandi potenzialità una nuova centralità nelle politiche di sviluppo. Noi vogliamo fare fino in fondo la nostra parte” – concludono i rappresentanti degli agricoltori.