“I pescatori che hanno parlato con l’Attacco hanno ben spiegato cosa sta accadendo nel lago di Lesina”, lo afferma Gianfranco Pazienza, ricercatore, ex Cnr, membro del Gruppo di Azione Costiera e impegnato nell’ambito del Feamp, fondo per gli affari marittimi e pesca, con un progetto di formazione e informazione rivolto agli operatori della pesca e dell'acquacoltura. Il riferimento è al caso relativo alla presenza di grandi quantità di pesce morto affiorato dalle acque della laguna nei giorni scorsi, che ha destato allarme e preoccupazione nel Sindaco di Lesina, Primiano Di Mauro, definendo il fenomeno “un possibile disastro ambientale”. Circolano in effetti video che paiono inequivocabili ma, come detto, i pescatori hanno dato un’altra versione dei fatti su queste colonne, ora confermata dall’esperto Pazienza, proprio ieri a lavoro presso il lago per altre ricerche.
“Nelle acque in cui sono stato non ho rilevato la presenza di pesci morti – ha spiegato a l’Attacco -, so di zone in cui ne è stata trovata una certa quantità e probabilmente là c'è stata una crisi anossica più accentuata. Ha detto bene quel pescatore che ha raccontato di come i pesci si siano sacrificati finendo nei bertovelli, le trappole in cui sono poi morti. Se errore c’è stato sta nel fatto che sono state prelevate alle 6 del mattino mentre il pesce era lì dentro dalla nottata, considerato che comincia a pasturare all’imbrunire. Restando chiuso nelle trappole per tutte quelle ore, in queste condizioni di caldo, è morto. Peccato, perché questa è un’annata molto produttiva”.
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Alte temperature e scarse precipitazioni hanno fatto sì che le acque non solo siano più calde del normale ma che siano anche 20/30 cm più basse rispetto alla media stagionale.
“In questa crisi i pescatori hanno dimostrato anche una certa sensibilità ecologica rinunciando a pescare e tenendo le trappole in secca per evitare di far morire altri pesci – ha aggiunto Pazienza -. Ma già nei prossimi giorni con l’arrivo del cattivo tempo si ritornerà alla normalità. La laguna è sempre stata molto generosa e molto produttiva con tante specie, soprattutto di qualità. Resta il dato che non solo i pescatori ma tutti, istituzioni e autorità devono prendere coscienza che questi ambienti marino-costieri sono fragili e vanno gestiti insieme”.
Ma per ora tutto sommato il lago è sano anche se l’impatto dei cambiamenti climatici comincia a sortire i suoi effetti.
“Queste variazioni devono portarci a ragionare di più sull’idrodinamica della laguna ma per esempio proprio mercoledì abbiamo fatto l'analisi dell'ossigeno nella zona vicina al paese, c'è molta clorofilla e di conseguenza tanto ossigeno, prodotto dalla fotosintesi delle alghe per via della presenza di tanta luce. Possiamo dunque dire che la situazione è buonina. Più in generale, abbiamo provocato tanti danni a livello globale al nostro pianeta, abbiamo quindi lunghi mesi di caldo e non piove, però quello che sta accadendo a Lesina è un processo transitorio che si risolverà con l’arrivo del freddo e delle precipitazioni. Le lagune sono ambienti di transizione per eccellenza e mai va abbandonata la loro cura e gestione altrimenti queste tendono a morire”, ha ricordato il ricercatore che si è detto fiducioso sulla rapida risoluzione della crisi.
“Le lagune hanno un atteggiamento ciclico di resilienza agli stress ambientali e sono capaci di rigenerarsi, più in generale in funzione dei cambiamenti climatici bisogna finalmente assumere il principio che l'intera dinamica della laguna va studiata, approfondita, conosciuta e gestita, nella speranza che i pescatori ancora una volta diano prova di maturità”.
Non bisogna sottovalutare neppure la manutenzione, il dragaggio e la gestione dei canali di passaggio delle acque tra mare e lago. “Chi si occupa di manutenzione deve possedere la competenza anche per saper gestire un ambiente affinché possa essere assicurata la produttività, che sia sempre rispettosa della natura e dell'ecologia”, ha concluso Pazienza.
Proprio ieri mattina è stato effettuato un sopralluogo congiunto di Arpa Puglia (Centro Regionale Mare e Dipartimento di Foggia) insieme al Cnr – Ismar, Istituto di Scienze Marine di Lesina, nella laguna di Lesina a seguito della moria di pesci del 28 ottobre 2022.
“Arpa Puglia è prontamente intervenuta – ha dichiarato Vito Bruno, direttore generale di Arpa Puglia - raccogliendo e analizzando il materiale scientifico a disposizione e partecipando agli incontri in videoconferenza con il Comune di Lesina, il Centro Nazionale di Ricerca, il Parco del Gargano e il Consorzio di Bonifica, che si sono svolti il 31 ottobre e il 2 novembre. Durante il sopralluogo programmato, che si è tenuto questa mattina, sono state campionate le acque in 15 punti dei tre corpi idrici della laguna di Lesina (e precisamente: nella sacca occidentale, nella sacca orientale e nella parte centrale) per la valutazione di alcuni parametri chimico fisici, tra cui l’ossigeno disciolto, oltre che il fitoplancton, per verificare la presenza di fioriture microalgali, specialmente quelle potenzialmente tossiche”.
Si prevede che i risultati delle analisi possano essere disponibili nel corso della prossima settimana.
Anche la Asl Foggia si sta interessando della questione, “Abbiamo dato mandato al dipartimento di prevenzione per le opportune verifiche”, hanno fatto sapere dalla direzione generale.
Alcuni esperti poi ricordano che la produttività del lago potrebbe essere seriamente compromessa dal proliferare del cosiddetto granchio blu che si nutre proprio dei avannotti, limitando considerevolmente la pescosità degli esemplari adulti.
Zone Transition
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In linea di massima, rilevano ancora, sarebbe opportuno affidare lo studio complessivo delle lagune foggiane a centri specializzati e carpire eventuali soluzioni a problemi simili già affrontati in altre realtà del Paese come il lago di Lucrino, in Campania o gli invasi del parco del Circeo.