Amendola, presunto giro di mazzette per il superamento di concorsi in Aeronautica

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Mazzette per entrare in Aeronautica militare. E’ questa l'ipotesi di reato su cui stanno lavorando i Ros (Raggruppamento operativo speciale) dei carabinieri rispetto ad alcuni militari della base aerea Amendola di Foggia. Stando alle prime indiscrezioni – che trapelano a l’Attacco da fonti interne sia alla stazione aeronautica sia all’Arma dei carabinieri – nella vicenda sarebbero coinvolte varie persone tra ufficiali e sottufficiali.

Ad Amendola si era dapprima diffusa la notizia di possibili arresti domiciliari ma, stando a fonti beninformate, sarebbero state effettuate, al momento, solo delle notifiche sulla base dell'articolo 415 bis del codice di procedura penale, che riconosce all'indagato la facoltà di presentarsi, entro venti giorni dalla notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari, direttamente davanti al pubblico ministero per rendere dichiarazioni spontanee in merito ai fatti che gli vengono contestati.

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I primi rumors parlano di intercettazioni e perquisizioni. Al momento, null’altro è dato sapere. L’indagine resta circoscritta all’azione dei Ros. l’Attacco, per cercare riscontri ufficiali, ha contattato telefonicamente la segreteria di comando di Amendola ma non è stato possibile interloquire né con il comandante, impegnato in una sessione di esercitazione, né con l’ufficiale titolato alla pubblica comunicazione, in quel frangente assente.

Non sarebbe neppure la prima volta che l’Aeronautica militare italiana resta coinvolta, per via diretta o indiretta, e per ciò che concerne altre basi della Penisola, in scandali giudiziari legati all’elargizione di tangenti in cambio del superamento del concorso per entrare in Aeronautica. Oppure, in altri casi, in giri di mazzette per favorire appalti banditi dall’ente aeronautico.

A novembre dello scorso anno, la Procura di Napoli diede mandato alla polizia penitenziaria di eseguire 14 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati accusati di corruzione. Nei riguardi di questi ultimi fu adottata, in conformità alla richiesta dell’Ufficio, la misura cautelare degli arresti domiciliari: accusati di avere agevolato nel superamento delle prove psico-attitudinali (in cambio di mazzette) alcuni partecipanti ai concorsi per il reclutamento nei corpi delle forze armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica militare) e nella polizia penitenziaria.  In quella circostanza, secondo quanto fu ricostruito dalle indagini, i 14 arrestati avrebbero svolto la funzione di “intermediari dei rapporti corruttivi finalizzati all’indebito superamento delle prove concorsuali”. Tra essi pubblici ufficiali come Aniello Aversano, assistente capo della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, Gennaro Fatone, vigile urbano del Comune di Caivano e Giorgio Spina, caporal maggiore dell’esercito in servizio nella caserma di Maddaloni, per i quali furono disposti, appunto, gli arresti domiciliari.

A luglio scorso, invece, 19 persone e 4 aziende sono state coinvolte nell’indagine che ha appurato un sistema di corruzione infiltrato fino ai più alti ranghi delle forze armate italiane. Mazzette in cambio di appalti. Un copione già visto che in questo caso ha coinvolto anche imprenditori, colonnelli, generali, tenenti e sottotenenti dell’Aeronautica militare. Esito di un’indagine con cui gli investigatori hanno alzato il sipario dietro al quale alcuni imprenditori avrebbero pagato il 10% dell’appalto per assicurarsi bandi sulle forniture. L’indagine inizialmente coinvolgeva diversi corpi delle forze armate e aveva dato vita a numerosi fascicoli che miravano a esaminare le eventuali responsabilità. Poi il cerchio è stato chiuso sull’Aeronautica militare. Dietro le accuse di “corruzione” e “turbata libertà degli incanti” c’è la storia di imprenditori che ottenevano soffiate sui bandi di gara grazie a colonnelli disposti a ricevere denaro per consegnare le bozze dei capitolati. E poi c’erano gli assistenti amministrativi dell’Istituto medico legale dell’Aeronautica, che, vantando relazioni con generali, strappavano promesse di denaro vendendo la loro preziosa intermediazione per appalti sulla digitalizzazione degli atti. Le gare entrate nel mirino della Procura di Roma sono state diverse.

Nel 2015, inoltre, sempre nel Lazio, furono 5 le basi aeronautiche coinvolte nelle mazzette per l'aggiudicazione di appalti: otto furono le persone arrestate dai carabinieri del Comando tutela per l'ambiente, al termine di un'inchiesta - coordinata dalla Procura di Velletri - su un'associazione per delinquere composta da militari, dipendenti civili della Difesa e imprenditori. Il blitz dei militari del Noe del colonnello Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, scattò all'alba, in collaborazione con il Comando carabinieri per l'Aeronautica militare e i Comandi provinciali dell'Arma di Roma e Latina

Numerose furono le perquisizioni eseguite in varie città.

Secondo gli inquirenti, l'operazione consentì di “disarticolare un sodalizio criminale composto da imprenditori e dipendenti civili e militari del secondo Reparto lavori genio dell'Aeronautica militare di Ciampino”.

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Questi, attraverso ciò che gli investigatori definirono un “consolidato sistema corruttivo”, avrebbero “sistematicamente alterato le gare d'appalto, per un valore di quasi nove milioni di euro, bandite dall'ente e inerenti la manutenzione ordinaria e straordinaria di edifici adibiti a vari usi ubicati presso diverse installazioni dell'Aeronautica militare”.

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