Immaginate un Consiglio dei cittadini estratto a sorte e chiamato a coadiuvare la commissione straordinaria. Magari sette cittadini di Foggia o uno per quartiere, magari in carica anche nel periodo post commissariamento. Riunioni pubbliche e con gettone di presenza con l’obiettivo di istituire un canale diretto di proposta e monitoraggio dell’azione commissariale, troppo spesso accusata di sordità e miopia nei confronti della cittadinanza. Penserete ad una mia suggestione utopistica. Non esistono infatti ad oggi forme di governo che integrino in modo rilevante il sistema del sorteggio.
Come al solito per le forme di sperimentazione politico-sociale bisogna risalire all’antica Grecia, nello specifico alla polis ateniese dopo la caduta della tirannide, nel 500 a.C. circa. All’epoca Clìstene, un nobile di tendenze filopopolari elaborò una riforma che trasformò gli ordinamenti politici. Ogni singola tribù (in totale 10) ebbe il potere di designare per sorteggio e senza distinzione di censo 50 consiglieri che andavano a comporre il Consiglio, o boulè, dei 500. Esso aveva un ruolo importantissimo: preparava i decreti da sottoporre all’approvazione dell’assemblea; controllava l’operato dei magistrati e le finanze pubbliche; gestiva la politica estera, ecc…
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Secondo i commentatori dell’epoca il sistema funzionava e bene. Da lì in poi forme di Demarchia, denominata così in contrapposizione alla democrazia rappresentativa che conosciamo, sono state relegate ad argomento filosofico di discussione per fantasticare su alternative al sistema attuale considerato troppo a rischio di corruttibilità e distorsione del volere popolare. Perché parlarne allora? Perché la suddetta suggestione è tra le proposte del DDL 474 attualmente al vaglio della Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove giacciono con essa altri due DDL di riforma della legge sullo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose.
Sono proposte recenti, tutte e tre di questa legislatura che, dopo l’analisi impietosa sui commissariamenti effettuata dalla Commissione Antimafia, sono tornate all’ordine del giorno e si prospetterebbe per loro una conclusione dell’iter entro la fine della legislatura stessa. Il tutto è nato con la “Relazione sulla prevenzione della corruzione e sulla trasparenza nei Comuni sciolti per mafia”, approfondito su queste pagine de l’Attacco lo scorso mese, che ha stigmatizzato pesantemente l’operato in generale dei commissari straordinari e l’istituto giuridico stesso definendolo come fallace, inefficace nella bonifica amministrativa e colpevole di paralizzare le città senza neanche riuscire ad implementare le disposizioni su obblighi di trasparenza e prevenzione della corruzione.
Aldilà dei nostri approfondimenti ci sono state scarse reazioni dalla politica e dai media su quello che è stato un autentico macigno sulla valutazione delle performance. Se da noi il tutto continua a cadere nelle sabbie mobili dell’indifferenza, in Campania invece, si sta assistendo ad uno tsunami di reazioni, il tutto aggravato da tornate elettorali amministrative in cui si assiste a riaffermazioni della vecchia politica sciolta per infiltrazioni.
Francesco Emilio Borrelli di Europa Verde, consigliere regionale della Campania, si è fatto promotore nella sua regione di modificare e aggiornare la Legge sugli scioglimenti (che ormai ha compiuto 30 anni) soprattutto per ciò che riguarda le misure da adottare nei confronti dei funzionari e dei dirigenti che lavorano nei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa.
Raggiunto da l’Attacco ha detto: “Non se ne può più che in Campania come altrove ci siano Comuni sciolti 2, 3 o 4 volte, addirittura con amministrazioni politiche di segno opposto. Questo significa che era l’intera macchina amministrativa a essere infiltrata dalla criminalità organizzata. Il vero potere spesso risiede proprio in chi amministra la burocrazia. Ai clan fa molto più comodo avere all’interno di un comune dipendenti inamovibili piuttosto che sindaci, assessori e consiglieri che possono essere mandati a casa”.
Cosa prevede la proposta di legge? “Quello che noi proponiamo è l’immediata sospensione di quei dipendenti che sono coinvolti nel decreto di scioglimento. Purtroppo in passato ci siamo trovati di fronte all’impossibilità, anche per l’opposizione dei sindacati, di allontanare dipendenti i cui nomi erano contenuti nelle relazioni seguite alle indagini dei prefetti”.
La proposta di modifica alla legge sullo scioglimento dei comuni prevede anche che venga adottata una rotazione straordinaria obbligatoria di tutto il personale con destinazione ad altri uffici, ad altre mansioni o con trasferimenti anche temporanei in altri settori della pubblica amministrazione. Questo servirebbe, secondo i promotori della modifica alla legge, a “bonificare” la macchina burocratica infiltrata dalla criminalità, ma anche come deterrente: “Il funzionario del comune che tende a tacere e a far finta di niente se vede irregolarità o reati probabilmente invece denuncerebbe se si trovasse di fronte alla prospettiva di essere mandato in un altro comune, magari non troppo vicino a casa, a lavorare”.
Tornando sulle questioni di casa nostra, abbiamo assistito a Foggia ad una ripresa di iniziativa dei Commissari e ad una distensione del loro rapporto con la cittadinanza. Il Documento Unico di Programmazione (anch’esso approfondito esclusivamente da questa testata nonostante la sua estrema importanza) ha anticipato di fatto quello che abbiamo iniziato a vedere e vedremo nei prossimi mesi. Dietrofront sulle scuole, preparazione di concorsi pubblici per amministrativi e tecnici, nuovo sistema di raccolta differenziata in fase di implementazione, progetti di riqualificazione urbana ed il punto cruciale della tematica qui proposta: la riorganizzazione della struttura burocratica.
A breve vedremo l’assunzione di 3 nuovi dirigenti proprio con l’intento di garantire un avvicendamento tra le figure responsabili a livello amministrativo, “cosa mai fatta in passato”, come sottolineato con durezza nel DUP. Qualche cambiamento lo si è già visto con la Dott.ssa Salvemini che a furor di popolo, dopo il caso chiusura-riapertura delle scuole, è stata spostata dalle Politiche Sociali al Servizio Avvocatura. Piccolo scoop: la decisione ha scongiurato una grande manifestazione popolare, proprio contro le inefficienze dei servizi sociali, in fase organizzativa con diverse realtà dell’associazionismo per fine giugno. Logicamente con l’arrivo della Salvemini si procederà con il pensionamento dell’attuale funzionario dell'avvocatura comunale Antonio Puzio. La fine di un’epoca.
Non è da escludere che il fermento che abbiamo visto in Campania, il terremoto scatenato da Morra e le proposte di legge al vaglio della Commissione Affari Costituzionali possano coinvolgere e travolgere anche il nostro sistema che è entrato nel suo secondo anno di amministrazione straordinaria. Nel DDL 474 non si parla infatti solo del Consiglio dei cittadini, ma si prevede anche: l’ampliamento delle fattispecie di incandidabilità per gli amministratori locali responsabili dell’infiltrazione, l’estensione della pubblicità della relazione prefettizia, incentivi economico-finanziari per ricostituire il buon funzionamento dell’amministrazione e l’ampliamento dei soggetti destinatari della normativa (ricomprendendo le società, gli enti e i consorzi partecipati dagli enti locali).
Inoltre la proposta di legge stabilisce che “l’accertamento delle condotte pregiudizievoli da parte di funzionari e dipendenti dell’ente costituisce giusta causa di licenziamento”, realizzando così quella responsabilizzazione della tecnostruttura che tante polemiche ha sollevato. Sulla questione dell’incandidabilità si propone un’estensione della durata dagli attuali due turni elettorali successivi allo scioglimento a 20 anni netti, a prescindere da quante legislature ci siano nel mezzo.
Zone Transition
Zone Transition
E così, nel testo, dopo un colpo alla tecnostruttura ed uno alla politica si chiude con la stoccata anche ai commissari: “I membri della commissione straordinaria hanno l’obbligo di dedicarsi in via esclusiva alle funzioni loro assegnate e almeno uno, anche a turno, deve assicurare la propria presenza presso la sede dell'ente locale durante il normale orario lavorativo e la sua reperibilità in caso di urgenza fuori di tale orario”. A quanto pare in Italia la figura del commissario part time, irreperibile e che viva altrove non è così inusuale.