Il 94 per cento dei pugliesi dice no ai cibi in provetta, ‘coltivati’ in laboratorio dalla carne al latte fino al pesce, perché preferisce mangiare solo cibo naturale coltivato e allevato in campi e stalle (74 per cento), manifesta consistenti dubbi sul fatto che siano sicuri per la salute (13 per cento), mentre il 7 per cento dei pugliesi lo boccia perché il cibo sintetico sfrutta comunque le cellule animali.
E’ quanto emerso dal sondaggio di Coldiretti Puglia, diffuso in occasione dell’avvio alla Camera dell'esame del disegno di legge del Governo, già approvato con modifiche dal Senato, che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali.
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Il disegno di legge del Governo è arrivato in risposta alla grande mobilitazione della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a favore, spesso all’unanimità, tutte le regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti, oltre a ministri e sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei e sindaci. Senza dimenticare l’inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico.
Zone Transition
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Si dovrà tenere conto del fatto che – rileva Coldiretti – come segnalato nel rapporto Fao e Oms sul cibo a base cellulare, esistono rischi che riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica oltre alla necessità di una particolare attenzione sull’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori ma vietati negli allevamenti europei da oltre 40 anni. Un limite invalicabile presente nella legislazione europea.