Il carcere di Foggia “rappresenta purtroppo tutto quello che un'amministrazione penitenziaria irresponsabile non deve fare, per non far vincere la delinquenza - dice Federico Pilagatti, segretario nazionale SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria -. Non diciamo ciò per sterile polemica, ma perché i fatti accaduti in questi anni e che accadono giornalmente portano tutti in quella direzione. Come è possibile che in un territorio così difficile e densamente malavitoso che ha costretto il ministero degli Interni a rafforzare i reparti di polizia, carabinieri, guardia di finanza, si lasci il carcere senza risorse e senza personale, considerato che poi il risultato investigativo di tale lavoro determina gli arresti di pericolosi delinquenti che vengono ristretti nel penitenziario di Foggia abbandonato a se stesso?”.
“Vogliamo ricordare che l’evasione di 72 detenuti ha responsabilità ben precise che non si sono mai volute ricercare, come pure è inaccettabile che si continui a riempire come un uovo un carcere che può ospitare non più di 360 detenuti con oltre 700. Così pure l’organico di poliziotti penitenziari previsto per 360 detenuti sarebbe di 296 poliziotti, mentre allo stato non sono più di 230 che ne gestiscono oltre 700. Con questi numeri è un miracolo che il carcere del capoluogo Dauno non sia deflagrato, ma la generosità, il sacrificio, il coraggio e la professionalità dei poliziotti non può durare in eterno”.
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“Quella professionalità che ha consentito in questi mesi di sequestrare telefonini, droga, ed altro materiale proibito (coltelli, misture alcoliche, ecc.). Cosa accaduta anche nella giornata di ieri, 19 giugno, allorquando il poliziotto addetto alla sala regia del carcere controllando le varie telecamere sparse per il carcere, ha notato un drone che si avvicinava alle sezioni detentive del penitenziario. Prontamente è scattato l’allarme e con l’aiuto del personale del nucleo traduzioni e del servizio a turno, si è riusciti ad evitare che il drone effettuasse la consegna, recuperando il materiale che trasportava: alcuni panetti di sostanza stupefacente e sembra qualche telefonino”.
“In quei frangenti sempre dalla sala regia veniva avvistata una persona di giovane età che aveva scavalcato l’inferriata che divide il muro di cinta ed il tenimento agricolo ove vengono coltivati dai detenuti i prodotti agricoli ed avicoli (zona vietata). Anche in questo caso è scattato l’allarme ed i poliziotti giunti sul posto hanno inseguito e poi fermato la persona in questione, ed un suo complice che lo attendeva con la macchina in moto pronti a fuggire”.
“L’episodio è molto strano poiché seguirebbe di un paio di settimane un altro in cui un’altra persona in ore notturne si era introdotta furtivamente nel piazzale del carcere”.
“Il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ringrazia tutti i poliziotti che hanno partecipato alle operazioni che hanno evitato l’introduzione di materiale proibito nel carcere, però nel contempo è molto preoccupato di queste incursioni che potrebbero servire a saggiare il meccanismo di sicurezza del carcere ed i tempi di reazione della polizia penitenziaria, a fronte di azioni organizzate dalla delinquenza per compiere gesti eclatanti”.
“Non dobbiamo dimenticare che l’arroganza della delinquenza foggiana, tra le più pericolose e sanguinarie in questo momento, è arrivata persino alle porte del carcere con l’assassinio di un detenuto semilibero che rientrava nel penitenziario dopo una giornata di lavoro all’esterno”.
“In questo contesto il SAPPE come preannunciato presenterà nei prossimi giorni un esposto alla magistratura in cui indicherà le responsabilità (a nostro parere) da parte dei vertici del DAP, per gli episodi che sono accaduti ed accadono nel carcere di Foggia (evasioni, suicidi, aggressioni, violenza, introduzione di materiale proibito, ecc.) che continuano a non far nulla, nonostante le gravi problematiche determinate principalmente dal sovraffollamento dei detenuti e dalla grave carenza di organico”.
Il SAPPE ritiene sia “necessario un intervento immediato, poiché se si perde ancora tempo potrebbe essere troppo tardi, in quanto il debole argine formato dai questi valorosi poliziotti che credono fermamente nella legalità e nel primato delle Istituzioni, potrebbe essere spazzato via dalla frangia di detenuti violenti e prepotenti che continuano a permanere nell’Istituto del capoluogo Dauno in un numero non più sopportabile”.
Zone Transition
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“Diciamo ciò anche perché eventi drammatici che hanno visto l’arresto di poliziotti a Foggia, non può essere estrapolato dal contesto lavorativo determinato dalla forte tensione e stress provocato proprio da quei detenuti violenti che diventano poi i principali accusatori di chi per 1500 euro al mese è sottoposto a minacce, sputi, aggressioni non solo verbali, con carichi di lavoro di 12/24 ore con turni massacranti, anche se riportano lesioni quasi inesistenti”.