Uno chiese poco più di 100 euro per comprare la droga; l’altro 200 euro per pagarsi da bere in un locale. C’è una storia di modesti prestiti dietro l’arresto eseguito dagli agenti della sezione narcotici della Squadra mobile di due foggiani per usura, tentata estorsione, evasione.
Il gip Marialuisa Bencivenga su richiesta dei pm Rosa Pensa e Vincenzo Bafundi ha firmato le ordinanze cautelari: carcere per Maurizio Procaccini, 38 anni, già detenuto per altre vicende; domiciliari per Michele Verderosa, 30enne.
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L’accusa poggia su intercettazioni e testimonianze. Procaccini a fine gennaio 2023 avrebbe versato a un giovane in un paio di giorni 105 euro in tre tranche, concordando che entro 48 ore avrebbe ricevuto 800 euro con un tasso del 242 per cento.
L’accusa di tentata estorsione è basata sulla presunta visita di Verderosa su incarico di Procaccini a casa del debitore: avrebbe parlato al citofono con la madre della vittima, avvertendola che se non avesse pagato, avrebbe ucciso il figlio.
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“Ai primi di febbraio 2023 chiesi in prestito 100 euro e poi altri 100 per acquistare bevande al locale, dovevo bere; lasciai in pegno i documenti d’identità con l’intesa che entro 7 giorni avrei restituito i 200 euro, ma lo feci con tre giorni di ritardo”, la versione del secondo debitore individuato dai poliziotti. Anche in questo caso fu la madre a trattare. La donna ha escluso d’aver consegnato ulteriori 100 euro chiesti dai creditori sul presupposto che il debito fosse lievitato da 200 a 300 euro per il ritardo nel saldarlo. I documenti furono poi restituiti al debitore.
(Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno)