Il risalto mediatico della cattura di Matteo Messina Denaro e dell’indagine sulle gare truccate agli Ospedali Riuniti di Foggia ha riproposto prepotentemente la questione dell’utilizzo delle intercettazioni ambientali. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso delle ultime settimane, ha pesantemente attaccato quello che, a suo dire, sarebbe un uso distorto di tale mezzo, giungendo a definire il trojan “porcheria ed arma incivile” e ad affermare che “il Parlamento non può essere supino ai pm antimafia”.
Dichiarazioni che hanno scatenato un prevedibile vespaio di polemiche tra chi, come gli avvocati penalisti, condivide la posizione del ministro e chi, come i magistrati impegnati sul fronte antimafia, vede a rischio lo svolgimento delle indagini sulla criminalità organizzata e sui reati legati alla corruzione.
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“Come avvocato penalista, ritengo che vi sia un ricorso eccessivo dello strumento delle intercettazioni -dichiara a l’Attacco Gianluca Ursitti, presidente dell’Ordine Avvocati di Foggia - L’uso delle intercettazioni e dei trojan è di tipo invasivo. Soprattutto i secondi sono dei captatori che seguono il soggetto attenzionato ovunque. Naturalmente l’uso è consentito dalla legge, ma il ricorso alle intercettazioni è ormai nella norma e questo non è un bene per i diritti individuali del cittadino. Questa mia posizione è la stessa dell’Unione delle Camere Penali Italiane e dei penalisti in generale”. All’obiezione che senza le intercettazioni ambientali non si sarebbe potuto catturare Matteo Messina Denaro e non avrebbe potuto avviarsi l’indagine sul policlinico Ospedali Riuniti di Foggia, Ursitti precisa: “Se si parla dell’efficacia dello strumento, non posso che essere d’accordo. Anche la tortura era efficace perché permetteva di macinare confessioni. Il problema è il prezzo da pagare per ottenere la scoperta di un reato, e questo prezzo è l’intrusività delle intercettazioni”. Quando facciamo notare che il paragone tra tortura ed intercettazioni sia fuori luogo, l’avvocato replica: “Sto solo esasperando un concetto – puntualizza - Ciò che sto dicendo è che esistono strumenti d’accertamento della verità che, duecento o trecento anni fa, erano considerati efficaci.
Non è mia intenzione affermare che le intercettazioni siano uno strumento di tortura. Esse sono uno strumento di ricerca della verità del tutto lecito. Rilevo però che se faccia un uso eccessivo in quanto ci sono altri strumenti meno invasivi ed altrettanto efficaci, come le prove testimoniali e le indagini tecniche. Con le intercettazioni h24, è certo che vi siano più probabilità di scoprire se un reato sia in corso, ma la legge spazza-corrotti del 2019 ha introdotto un uso indiscriminato del captatore ambientale per i reati nella pubblica amministrazione”.
Luigi Leo, avvocato candidato alle elezioni dell’Ordine Avvocati di Foggia, condivide: “Le intercettazioni sono fondamentali per i reati riguardanti la pubblica amministrazione, per scoprire fenomeni corruttivi e di concussione, contro la mafia ed il terrorismo – dice al nostro quotidiano - Per i reati minori, invece, basterebbe fare gli investigatori in modo classico”.
Le dichiarazioni del ministro Nordio hanno fatto molto discutere: “Durante la sua attività da magistrato, il ministro ha fatto uso delle intercettazioni. Il trojan è un sistema importante per scoprire i reati più gravi e concordo con lui su un uso più appropriato e limitato ai reati più gravi”.
Altro tema è la proposta di rendere non intercettabili i numeri di telefono degli avvocati difensori: “Sono favorevole, i rapporti tra avvocato e cliente non devono essere intercettati – afferma Leo - L’avvocato è tenuto sia al segreto professionale sia all’obbligo di consigliare il proprio cliente su tutti gli aspetti riguardanti l’attività giurisdizionale e processuale”.
Ma come porsi nei confronti degli avvocati difensori di boss presso i cui studi legali si sono a volte tenuti dei vertici mafiosi? “Dobbiamo distinguere l’avvocato da chi concorre nel reato – ci risponde - L’avvocato difensore farà sempre il difensore. Se poi commette reati in concorso con dei delinquenti, allora il discorso è un altro. Per principio, gli avvocati non vanno intercettati perché l’attività legale è costituzionalmente garantita e mal si concilierebbe il segreto professionale a cui essi sono tenuti con la possibilità d’essere intercettati”.
Di parere opposto è invece Francesco Bonito, sindaco di Cerignola con una lunga carriera di magistrato alle spalle: “Le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini più importanti – spiega l’ex giudice a l’Attacco – Pensare ad un loro ridimensionamento significa battersi per l’indebolimento del fronte della pubblica accusa che deve accertare le condotte criminose.
È indiscutibile che, qualche volta, delle intercettazioni sia stato fatto abuso, ma esistono tutti gli strumenti disciplinari per poter fronteggiare questo fenomeno. In ogni caso, l’intervento preannunciato dal ministro Nordio è pericoloso per il futuro delle indagini su mafia e su pubblica amministrazione.
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La corruzione sta dilagando nel nostro Paese, e pensare di poterli contrastare senza lo strumento delle intercettazioni significa non rendersi conto della gravità di questi fenomeni e non credere nella giurisdizione come mezzo ineludibile per sanzionare condotte che vanno contro gli interessi della collettività”, conclude il sindaco della città dauna.
Giovanni Soldano