Paolo Emilio Trastulli andava scuola con Gaetano Gifuni. Erano amici di classe e non si sono mai persi di vista, neanche quando Gaetano
ha preso una strada che lo ha portato molto più in alto e gli ha tolto il tempo per coltivare interessi e amicizie personali. Pur con meno tempo, non ha mai fatto mancare il supporto e l’affetto a quella famiglia che si era costruita lontano da casa, intorno all’amore per la città natale. Lucera. Di quella famiglia, Paolo Emilio Trastulli è stato per un ventennio il Presidente.
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“Famiglia Dauna, si, le posso parlare... Ricordo molto bene. Sono stato il Presidente per vent’anni di questo sodalizio. La mia presidenza è stata caratterizzata da una fase in cui Lucera era molto attenta alla cultura. Ai fatti culturali”.
La Famiglia Dauna nasce nel 1967 ad opera di personalità di rilievo dell’amministrazione pubblica, nati a Lucera e poi spostatisi a Roma. Avvocati, giudici, notai che si sono voluti riunire in un’associazione per mantenere vivo il ricordo delle tradizioni culturali e storiche della città.
“Se ci pensa l’associazione ha sessant’anni di vita, quindi il sentimento che l’ha tenuta in vita era forte, c’erano radici piuttosto profonde anche se oggi i nostri figli le sentono meno, perché sono più globalizzati. Hanno meno attenzione per quelle radici da cui è nata la loro stessa vita. Oggi poi veniamo fuori da un biennio fastidioso che ha bloccato tutto. Il mio ricordo però della presidenza alla Famiglia Dauna è ottimo. Come dicevo è stato caratterizzato dall’aspetto culturale e artistico. Abbiamo istituito anche un premio per quelle figure che hanno contribuito con il loro lavoro e il loro impegno a portare a conoscenza non solo Lucera, ma l’intera Capitanata. Abbiamo premiato il figlio di Gaetano Gifuni, Fabrizio Gifuni, che è uno straordinario attore, di rilevanza nazionale, le cantine d’Araprì, Luciana Sica, redattrice culturale de la Repubblica. Ma non abbiamo mai premiato però parenti, né amici. Anzi, Fabrizio Gifuni, è stato premiato solo dopo la scomparsa di suo padre, che faceva parte della Famiglia Dauna e ne era il più rappresentativo. Era molto impegnato dal suo ruolo, ma ci è stato vicino, non facendo mai mancare il suo contributo e il suo affetto. Eravamo compagni di scuola, amici di famiglia e quindi coetanei. Stavamo molto insieme, lui poi è salito agli alti cieli della politica e dell’Amministrazione dello Stato. E’ stato un grande servitore dello Stato. Forse non in pieno capito dalla sua stessa Lucera. Lui che era molto attento e corretto, non ha dato quell’attenzione in più, quel privilegio che al città si aspettava. Anzi, le devo dire che la Famiglia Dauna è stata spesso considerata uno strumento per arrivare a lui, ma questo non è mai successo. Recentemente un convegno a Lucera ne ha ricordato la figura di uomo lucerino, ma anche il ruolo di Governo, come grande commesso dello Stato”.
Dal passato al presente, i ricordi cambiano, così come cambiati i tempi. E in parte cambia anche l’umore: “Oggi Lucera è cambiata in peggio a mio avviso. Io ho insegnato per tanti anni e posso dirle che prima c’era quella tensione politico culturale che oggi langue. Sono andati via man mano i lucerini di allora, sono cambiati i tempi e la città si è impoverita sempre di più. Il Tribunale e il Liceo ne facevano quel centro attivo che l’ha resa grande e importante, con Giambattista Gifuni. Con lui la Biblioteca era un polo culturale d’eccellenza, sia dal punto di vista culturale che, di riflesso, economico. Quando io studiavo all’Università a Roma ricordo che Lucera era conosciuta per la biblioteca e perché era depositaria delle carte di Antonio Salandra”.
La Biblioteca conta oggi 100.000 volumi circa, di cui un prestigioso fondo antico: 34 incunaboli, 856 Cinquecentine, 150 pergamene, 400 miscellanee di cui 271 codici, numerosi manoscritti sulla storia di Lucera. Il fondo si è arricchito del Memoriale di Mario Ferrone, scultore, scenografo, pittore, ex sindaco di Lucera, emigrato in America negli anni Sessanta. Sono presenti inoltre quegli importanti carteggi di personalità illustri dell’Archivio Salandra, assicurato alla Biblioteca di Lucera proprio da Giambattista Gifuni.
Zone Transition
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“Al Liceo hanno insegnato personalità eccellenti, il Tribunale era un foro di interesse nazionale, dove veniva De Nicola. Oggi devo dire che forse questo decadimento è la conseguenza di un clima nazionale che è cambiato. Oggi l’occupazione delle cariche pubbliche è vista come una pista di lancio per altri ruoli e per fare carriera, con poco interesse invece per la città e per questioni diverse da quelle che siano personali. Non ci sono figure morali di rilievo, solo interessi di partito e anche i partiti sono alla liquefazione. Frequento ancora con assiduità Lucera, ma la vedo infiacchita. La perdita del Tribunale è stata un durissimo colpo. Quello è un centro di potere, che crea anche movimento, interessi diversi. Come il Circolo Unione, che da due anni però è bloccato. Fino al 2019 ha sempre prodotto attività interessanti. Devo dire che il ricordo del passato è glorioso, ma lo sguardo sul futuro e sul presente certo non lo è. Tutto si è inaridito ed è necessario invertire la rotta, ma di questo passo, se ci sarà un cambiamento, non credo potrò fare in tempo ad assistervi. Prima hanno tutti fatto la corsa a venire a Roma, perdendo di vista la città, il livello locale della politica e dell’economia, ma è anche vero che il destino comune di molte città, soprattutto di quelle che non hanno nessuno qui, è che ora faticano a far sentire la propria voce”.