E’ stato assolto per non aver commesso il fatto - a sette anni di distanza - l'imprenditore cerignolano Gerardo Biancofiore. Dopo la camera di consiglio svoltasi oggi presso il Tribunale di Foggia è arrivata la sentenza del giudice Mario Talani, che permette al presidente pugliese di ANCE (l'associazione dei costruttori edili di Confindustria) di tirare un sospiro di sollievo. Non si conoscono ancora le motivazioni.
Era di sette anni di reclusione la richiesta di condanna avanzata dalla pm del Tribunale di Foggia Miriam Lapalorcia nei confronti di Biancofiore nell'ambito del processo per presunta istigazione alla corruzione scaturito dalla tangente da 20mila euro che, nascosta in un pacco di biscotti contenente due mazzette da 10mila euro ciascuna, a dicembre 2016 fu consegnata all’allora sindaco della città ofantina, il penalista Franco Metta.
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Per questa vicenda era già stato condannato (ad un anno, otto mesi e 26 giorni) l’altro imprenditore coinvolto, il delicetano Rocco Bonassisa, che nel 2019 aveva chiesto il patteggiamento dopo esser stato incastrato dalle telecamere.
Il pacco di biscotti fu portato al primo cittadino dall’imprenditore dei rifiuti proprio nei giorni in cui Biancofiore aveva presentato un progetto per la costruzione e gestione del sesto lotto della discarica di Cerignola, in località Forcone Cafiero. Biancofiore nel 2017 fu costretto a dimettersi dalla presidenza di ANCE proprio perché accusato, assieme a Bonassisa, di aver cercato di corrompere Metta al fine di ricevere un appalto pubblico.
Fu anche tratto in arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura per il reato di istigazione alla corruzione. Quando il sindaco si accorse che la scatola conteneva denaro chiamò subito la dirigente del Commissariato di Polizia Loreta Colasuonno e denunciò il fatto. La Procura sostenne che quei soldi servivano ad agevolare gli interessi di Biancofiore rispetto alla costruzione di un nuovo lotto della discarica di rifiuti con l’approvazione di una proposta di finanza progetto, vicenda in cui il sindaco di Cerignola rivestiva il ruolo di presidente del Consorzio di Igiene Fg/4.
La richiesta di condanna per l’imprenditore, da parte della pm, non aveva sorpreso dal momento che Bonassisa lo aveva chiamato in correità nonostante Biancofiore si fosse detto estraneo dai fatti.
Lapalorcia aveva chiesto il massimo della pena, ovvero sette anni di reclusione. Inoltre la pm aveva chiesto di stralciare la posizione di uno dei testi per accusarlo di falsa testimonianza: si tratta di Pio Cianci, all’epoca dei fatti dipendente di Gerardo Biancofiore. Cianci avrebbe testimoniato dando un alibi falso ad un altro dipendente di Biancofiore sostenendo di essere in sua compagnia.
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L'attuale primo cittadino di Cerignola Francesco Bonito dopo il proprio insediamento a Palazzo di città adottò negli scorsi anni la revoca della costituzione di parte civile nel procedimento, togliendo la possibilità all’ente di essere risarcito per quanto sarebbe avvenuto. Adesso la sentenza che mette la parola fine, in primo grado, alla vicenda di Biancofiore.