San Severo, vita da giostrai. “Fare oggi questo mestiere è da pazzi ma sicurezza è la nostra priorità”

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Thrill fall, caduta da brivido, così si chiama la giostra che lunedì sera al luna park di San Severo allestito per la festa della Madonna del Soccorso, ha subito un guasto che ha provocato l’incidente in cui sono rimasti coinvolti diversi ragazzi, tutti minorenni. Ed è stata appunto una caduta da brivido quella vissuta dai nove piccoli utenti in quel momento a bordo dell’attrazione. Alta circa una decina di metri si tratta di una struttura a traliccio verticale, sul quale scorre un carrello a cui sono agganciati dei seggiolini dove prendono posto i passeggeri. L'emozione che si vuole far vivere a chi vi sale è la simulazione dell'assenza di peso in un ascensore in caduta libera o quella di un lancio con un'improvvisa ascesa verticale. I movimenti sono tutti controllati e la giostra, nella fattispecie Thrill fall, disponeva di due cavi di sicurezza, che ne dovevano impedire la caduta ad alta velocità. Proprio quei cavi hanno ceduto determinando l’impatto dei seggiolini sulla base della giostra. A mettere a tacere le voci che insistenti sono circolate già subito dopo l’incidente è stato il Sindaco della città Francesco Miglio che ha rassicurato: “La gran parte dei bambini sono in osservazione e saranno dimessi a breve, quindi non ci sono state conseguenze particolarmente preoccupanti per loro per quel che concerne le loro condizioni di salute. Per due ragazze, invece, si registra per una la frattura al femore e ad alcune vertebre, per l'altra frattura del bacino e delle vertebre. Quindi per loro il sinistro ha avuto conseguenze più importanti ma certamente lontane dal giustificare voci allarmistiche come quelle diffuse nella serata di lunedì in cui addirittura si ipotizzava il decesso di uno dei bambini coinvolti: così non è, nessuno di loro è in pericolo di vita. Alcuni verranno dimessi dall’ospedale a breve, chi ha lesioni più importanti ha avuto una prognosi di 30 o 40 giorni”. Le lesioni sono compatibili in effetti con il tipo di incidente, i ragazzi infatti hanno subito l’urto della caduta da seduti. Non sono stati infatti sbalzati fuori dalla giostra come alcune immagini circolate in serata lasciavano immaginare, ritraendo i bambini sdraiati a terra. “Quella era già una fase del primo soccorso”, hanno precisato a l’Attacco operatori intervenuti sul posto. “I soccorsi sono scattati immediatamente – ha sottolineato Miglio – con l’intervento di polizia, 118 e Croce Rossa. Grande ausilio è stato dato dagli agenti della polizia locale che erano già lì a svolgere il loro servizio e che sono stati tra i primi ad accorrere. Un ringraziamento a chi ha svolto in maniera egregia e lodevole il servizio che richiedeva tempestività e prontezza”.

“Il nostro lavoro è far divertire i bambini, vederli andar via da qui con l’ambulanza è stato un dolore. Noi per primi siamo sconvolti ma adesso la cosa importante è che guariscano tutti presto. Potevano essere i nostri figli e capiamo perfettamente cosa si provi a vedere i bambini in una situazione del genere”, è unanime il commento dei giostrai il giorno dopo l’incidente a l’Attacco. Il parco divertimenti, che è uno dei più grandi della Puglia, frequentato da migliaia di persone al giorno, ieri mattina era deserto. La giostra in questione è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Foggia e nelle prossime ore si procederà ai controlli per accertare le ragioni del cedimento. Nessuno ha voglia di parlare, di commentare l’accaduto. C’è solo tanta mortificazione e preoccupazione. Anche di possibili linciaggi di gente arrabbiata. Il dito è puntato sui controlli e sulla manutenzione delle strutture. 
Quanto ai controlli, sono stati eseguiti, come da prassi, da funzionari dei Vigili del Fuoco, in tutto una decina che hanno verificato che tutte le condizioni di sicurezza fossero rispettate. Un gruppetto di giostrai poi si avvicina e comincia a sfogarsi. “Perché è successo? Perché cadono gli aerei? Perché si rompe una macchina nuova che all’apparenza non ha problemi? Perché uno strumento che ha sempre funzionato bene all’improvviso smette di funzionare? Perché sono cose che purtroppo capitano. Questo non significa che noi non stiamo attenti e non controlliamo tutto”, tengono a precisare.

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Si stima che i giostrai in Italia siano intorno ai 15 mila, per lo più si tratta di imprese a conduzione familiare che tramandano l’attività di padre in figlio. E’ una vita sempre in viaggio, sempre incerta, di fatiche e rischi.
“E’ diventato ormai è un mestiere troppo complicato – confessano a l’Attacco -. I costi sono diventati altissimi: senza collaudi, senza controlli non ci fanno neppure avviare. Senza contare le spese, per il trasporto, per le autorizzazioni, per l’occupazione del suolo pubblico, per la manutenzione, per l’acquisto delle giostre che costano, nuove, non meno di 150 mila euro. E poi si lavora per lo più nei mesi tra marzo e ottobre, soprattutto al sud Italia dove regge ancora la tradizione delle feste patronali. Poi basta una giornata di pioggia e perdiamo tutto l’investimento fatto”.

In un luna park come quello di San Severo, che è tra i più grandi della Puglia, in media si staccano 10 mila biglietti al giorno e quindi perderne anche uno solo di lavoro significa un danno significativo per le 250 famiglie coinvolte durante la festa del Soccorso. Ieri mattina si paventava la possibilità di fermare il parco divertimenti, su disposizione delle autorità mentre il resto della festa sarebbe comunque proseguito. “Comprendiamo il turbamento, siamo sconvolti anche noi per l’accaduto ma perché dovremmo pagare solo noi le conseguenze dell’incidente? – si chiedono i giostrai -. Le bancarelle resteranno, i locali saranno aperti, i truck dello street food continueranno a vendere, i fuochi li faranno, alla fine sbaraccheremmo solo noi, pur avendo già pagato tutte le spese. Qual è il senso di tutto questo?”.

Non va dimenticato, aggiungono, che si tratta di un incidente isolato “che può capitare in qualunque settore. Quella giostra non ha mai avuto problemi prima di lunedì. In fondo se non è andata peggio di così significa che i dispositivi di sicurezza e protezione hanno funzionato. A nostra memoria gli incidenti sulle giostre sono rarissimi e spesso causati da utenti indisciplinati, che non si legano o si alzano durante la corsa o cose simili. Le statistiche parlano chiaro, per molti di noi questa è la prima volta che ci troviamo testimoni di un sinistro eppure c’è gente che fa questo lavoro da oltre 50 anni. Le leggi sono molto serrate sui controlli, tenere un’attrazione idonea al 100% non è facile ma noi lo facciamo con tutta la buona volontà che serve”.

In effetti sembra non esserci uno studio di settore in Italia, quello che emerge da una ricerca in rete è una indagine negli Stati Uniti, una apposita commissione ha stimato che nel 2019 si sono registrati circa 1.299 feriti a causa di incidenti legati alle giostre nei parchi di divertimento, ovvero 3,7 feriti ogni milione di visitatori. Un’incidenza che pare essere confermata anche in Italia dagli stessi addetti ai lavori. “Ma non potrebbe essere diversamente – insistono i giostrai -, non solo perché ci controllano ogni volta anche il singolo interruttore ma perché per la natura stessa del nostro tipo di lavoro, abbiamo la possibilità di controllare tutti i pezzi, la giostra viene smontata e rimontata in media una volta alla settimana e a differenza di quelle fisse possiamo vedere se ci sono parti usurate che devono essere sostituite o aggiustate. Ogni giostra poi è munita di uno speciale registro, il log book, nel quale sono indicate tutte le attività, le operazioni di manutenzione che occorrono e con che cadenza temporale vanno effettuate, così come tutti gli interventi che il proprietario effettua. E’ il nostro interesse principale che i bambini e le loro famiglie vengano qui a divertirsi in tutta sicurezza. Ma purtroppo gli incidenti non si possono proprio prevedere”.

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Tutto questo rende l’attività del giostraio estremamente vulnerabile. “Molti di noi pensano che non valga più la pena fare questo mestiere ma abbiamo un’età in cui non possiamo fare altro, come ci reinventiamo e come possiamo rientrare nel mercato del lavoro dopo i 50 anni? Ai nostri figli consigliamo di studiare, di percorrere altre strade, sta a loro poi decidere cosa fare, se vogliono possono cambiare vita oppure prendere la giostra e continuare a farla girare ma è da pazzi oggi scegliere questo lavoro”.

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