Ieri mattina la Polizia di Stato era al lavoro per continuare ad acquisire le immagini della videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali di corso Giannone, che dovrebbero aver ripreso la dinamica della violenta rapina, occorsa sabato sera poco dopo le ore 20.30, ai danni del titolare di Rubert, il negozio di calzature e accessori d’alta moda sito al civico 102 della centralissima via dello shopping del capoluogo dauno. Due uomini a volto coperto, uno dei quali armato di pistola, hanno aggredito il commerciante dopo averlo atteso fuori dal negozio a chiusura dell’attività, per poi seguirlo e raggiungerlo vicino alla sua auto parcheggiata per strada a pochi metri dall’esercizio commerciale. Lo hanno colpito con un pugno al volto e il calcio della pistola al collo: così gli hanno intimato di consegnare loro l’incasso. Non è chiaro se ci siano effettivamente riusciti: qualche commerciante della zona presente nei paraggi durante gli attimi della rapina - e ascoltato da l’Attacco nel sopralluogo effettuato ieri mattina - assicurerebbe di sì.
Ciò che è certo è che i malviventi, prima di fuggire via, sono riusciti a strappare l’orologio (probabilmente un Rolex) al titolare di Rubert, provocandogli ulteriori ferite ed escoriazioni al braccio.
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“Perdeva sangue dal collo. E presentava tumefazioni nella parte inferiore del volto, probabilmente a seguito del pugno sferratogli”, racconta il gestore di un’attività ubicata a pochi passi da Rubert Boutique, che ha assistito agli istanti immediatamente successivi alla violenta aggressione mentre i presenti in zona cercavano di prestare immediato soccorso al malcapitato (fino all’arrivo di polizia, giunta prontamente sul posto, vigili urbani e ambulanza).
Malcapitato che, tutto sommato, è restato cosciente e presente a se stesso, riferendo di stare bene a chi accorreva verso di lui per sincerarsi delle sue condizioni.
Ieri mattina l’Attacco ha trovato un altro commerciante di quel tratto di corso Giannone intento a registrare il cd con le immagini di videosorveglianza, richiestegli da un ispettore della Polizia di Stato per provare a risalire all’identità dei rapinatori.
“Mi hanno richiamato dalla Questura pochi minuti fa, il cd è quasi pronto, a breve gli agenti dovrebbero passare a ritirarlo”, racconta il commerciante, che ha visto i due malviventi passare davanti alla sua attività nel momento in cui stavano fuggendo dopo aver eseguito la rapina. “Secondo me quel negozio lo avevano ‘puntato’, probabilmente studiavano i movimenti del suo titolare già da qualche tempo – ipotizza la fonte -. Erano entrambi alti e magri. Entrambi incappucciati: uno portava una mascherina anti-Covid, l’altro uno scaldacollo alzato sul volto. Praticamente impossibile distinguere i loro lineamenti”, ricostruisce il testimone oculare, il quale, come detto, dall’interno del suo negozio, attraverso le vetrine, aveva notato due individui in corsa sul marciapiede.
“Hanno svoltato verso via Giovanni Urbano (la strada che congiunge corso Giannone con via Matteotti, ai lati della quale si ramifica un budello di viuzze, preludio dei Quartieri Settecenteschi, ndr). Fuggivano uno dietro l’altro - continua il commerciante -. Quello in coda, prima di proseguire la fuga, si è fermato per un attimo proprio davanti all’ingresso del mio negozio. Si è guardato alle spalle, probabilmente per assicurarsi che nessuno lo seguisse. Poi ha continuato la corsa svoltando a destra, come aveva fatto qualche istante prima il suo complice. Nessuno dei due mi è sembrato particolarmente agitato. Anche il loro andamento era piuttosto tranquillo, non così rapido come si potrebbe immaginare in circostanze come quelle”.
Durante il sopralluogo l’Attacco ha provato, ovviamente, a far visita anche a Rubert Boutique, trovando però l’esercizio chiuso. O meglio: la vetrina era visibile al pubblico, ma l’ingresso serrato con un lucchetto.
“Il lunedì è il loro giorno di chiusura”, spiega un’altra commerciante nei paraggi. Anche se, a spulciare nel sito on line, il lunedì sembrerebbe un regolare giorno di apertura per il negozio di calzature.
Il patron di Rubert (attività che conta circa 80mila follower sulla sua pagina fb) è di Lucera. Non a caso la sede storica, aperta quasi dieci anni fa, è in via San Domenico della cittadina federiciana. “A Foggia ha aperto il negozio solo da qualche anno”, spiega qualcun altro. Che, proprio come altri esercenti di corso Giannone, racconta a l’Attacco di non aver memoria, nella recente storia di quella via dello shopping, di altri episodi simili, in termini di rapine nei negozi o violenti furti ai danni dei titolari.
“Anche se, a proposito di furti – precisa un altro commerciante –, alle spalle di questa strada si rubano molte macchine. Proprio qualche giorno fa è stata rubata l’ennesima auto, precisamente una Panda”.
Zone Transition
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Il fenomeno dei furti d’auto, secondo il racconto dell’ennesima fonte ascoltata da l’Attacco, sarebbe dovuto ad un’arteria di Foggia sempre più sguarnita di presidi di vigilanza, il che lascerebbe campo libero ai malintenzionati. “Quando cala la sera e il passeggio del giorno muore, restano aperti solo due o tre esercizi di ristorazione in questa strada. Per il resto non c’è nessuno. Buio e silenzio. L’illuminazione urbana, qui, conta molti lampioni rotti, la luce è fioca: in condizioni del genere – analizza – chiunque può fare ciò che vuole. Eccetto il passaggio di qualche pattuglia delle forze dell’ordine, per il resto l’area è abbandonata al suo destino. Fino a qualche anno, invece, si vedevano ronde di poliziotti a piedi, a maggiore garanzia per la tutela dell’area e dei suoi avventori. Ora neppure più quello”.