“Comunista di merda”, preso a pugni nel parcheggio della Lidl di via Gramsci Enrico Tarolla, l’ex re della movida foggiana

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Preso a pugni per aver espresso idee (politiche) probabilmente in contrasto con i suoi aguzzini. Succede anche questo a Foggia, all’ombra della sera, dove anche i controlli faticano ad arrivare e non di certo per colpa delle forze dell’ordine. Vittima dell’aggressione è Enrico Tarolla, nome conosciuto nel capoluogo dauno, una volta il re della movida foggiana ed oggi 72enne che ama ancora non farsi mancare nulla. Ma in questa tragica vicenda, però, le sue serate non c’entrano, forse la sua propensione a dire la sua - d’altronde siamo in un Paese libero- trattando temi politici parecchio sentiti e con l’aggravante di una tornata elettorale ormai alle porte.

“Due giorni fa (il 30 agosto, ndr) lasciai la mia auto nel parcheggio di fianco alla Lidl di via Gramsci per poi trascorrere l’intera giornata in compagnia di amici – racconta l’uomo – tornato di sera, potevano essere le 20:30 circa, decisi di fare la spesa approfittando del negozio lì vicino prima di rientrare a casa. Aperto lo sportello, di punto in bianco qualcuno mi ha spinto all’interno dell’abitacolo gridandomi “comunista di merda”, mentre dall’altra parte altre due persone hanno cominciato a colpirmi con pugni sul volto. Uno di loro indossava la mascherina anti-Covid dunque non sono riuscito a riconoscerlo. Poi preso anche dallo spavento e colto all’improvviso ho cercato di ripararmi quanto meglio possibile. Non credo volessero uccidermi – evidenzia ancora Tarolla – ma farmela pagare per qualcosa, darmi una lezione. Mi è parsa, a dir la verità, una sorta di spedizione punitiva. Probabilmente, data la frase gridata, per le idee più volte espresse sulla mia pagina facebook contro Mussolini e il centrodestra in generale”.
Proprio in quei giorni, infatti, visionando la pagina social di Enrico Tarolla si possono leggere diversi post nettamente contrari alle posizioni del centrodestra tra cui Meloni, Berlusconi e company.

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Accostando le foto del Duce e della leader di Fratelli d’Italia Tarolla scriveva: “Lo hanno nel sangue tradire l'Italia. Tratto dal libro “Fascisti Spatrioti” di Jack Deejay Klandestino edito Notorius "I fascisti hanno tradito l'Italia e Benito Mussolini" Il Vile"ha provato a scappare con i nazisti, nascosto in un camion con la divisa nazista. Lo stesso dicasi per la nipotina Giorgia che per ben cinque volte ha votato a sfavore del Recovery Fund (i 209 miliardi stanziati dall'Europa al nostro Paese). Non voleva (insieme a Salvini) digerire che quei fondi li avevano ottenuti 5Stelle-PD con a capo Conte. Per i suoi capricci puerili, piena di bile ed invidia”. Ed ancora “Giocate le cinque date in cui ha tradito l'Italia, votando no al Recovery che prevedeva i 209 miliardi che l'Europa ha stanziato per l'Italia. Sia al Parlamento a Bruxelles e sia a Montecitorio”.Il giorno prima dell’aggressione, con un post che presentava la foto di Umberto Bossi scriveva: “I politici fanno gli affari loro e il popolo stupido si affanna a tifar per loro. Con tutto il rispetto per la malattia, l'Umberto che si puliva il sedere col tricolore, che urlava"Roma ladrona"che faceva sparire 49 milioni e con una condanna definitiva, è candidato nel collegio blindato di Varese come capolista. Senza recarsi nemmeno una volta in Parlamento, nella legislatura che sta per terminare in cinque anni si è messo in tasca quasi un milione di euro e ora replica. D'altronde come lo scomparso da pochi giorni avvocato Ghedini, eletto in tre legislature per presentarsi soltanto se c'era da votare a favore del suo capo una legge ad personam o che Ruby era egiziana e non marocchina. O come la stessa Marta Fascina, la fidanzata di Silvio pronta a bissare senza saper leggere e scrivere. Gli elettori anziché arrabbiarsi per tutte le schifezze, si mettono a litigare tra loro. Per tutto questo e tanto altro schifo ancora, i Cinque Stelle sono temuti:non vogliono perdere alcun privilegio”.

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“Sono sempre stato di sinistra – ammette Tarolla – ho votato per la sinistra, poi per il centrosinistra ed infine per i 5 Stelle. Dunque contro la casta, con l’obiettivo di non favorirla”. Viso tumefatto e qualche punto sul naso. E non finisce qui. Perché ieri sera l’uomo ha dovuto svolgere un altro – l’ennesimo – esame di controllo per capire i reali danni dell’aggressione oggi al vaglio delle forze dell’ordine. Il movente è ancora in fase di accertamento ma tutte le strade, ad oggi, porterebbero a pensare ad una matrice di natura politica.

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