E’ forte l’indignazione nella comunità di Manfredonia, dove la festa patronale in onore di Maria SS. di Siponto è stata sporcata da una sparatoria al luna park. E’ accaduto intorno alle ore 02.00 nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, quando alle giostre in zona Scaloria c’erano migliaia e migliaia di persone. Lo choc è tutto nei commenti dei cittadini, che hanno temuto per l’incolumità dei propri bambini. Quando i colpi di pistola sono stati esplosi, infatti, parecchie famiglie hanno assistito alla scena e hanno visto gli stessi bambini del ferito correre disperatamente per nascondersi. Il fuggi fuggi è stato generale, alcune mamme hanno cercato di trovare riparo coi figli come meglio potevano. Poi l’arrivo delle forze di polizia e dell’ambulanza.
Ad essere stato gambizzato il 46enne Giovanni La Torre, ferito alla coscia sinistra, prima medicato dal personale del 118 e poi trasportato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Indaga la Polizia, che sul luogo del delitto avrebbe trovato quattro bossoli di pistola.
La Torre, noto con il nomignolo “il figlio di Zio Costanzo”, ha precedenti per rissa, lesioni personali e porto illegale di armi da fuoco; è ritenuto vicino al gruppo mafioso di Macchia che era guidato da Fic Secc, ovvero Pasquale Ricucci, ucciso nel 2019 e a capo della costola macchiaiola del clan Romito-Lombardi-Ricucci-La Torre. Alla famiglia di La Torre è riconducibile il bar D’Errico di via Gargano, da sempre ritrovo dei macchiaioli. Nel 2017 fu arrestato (domiciliari) per intralcio alla giustizia e lesioni personali dolose con Giuseppe Impagnatiello e Mario Scarabino (detto lo zio), per aver picchiato a sangue e tentato di indurre il mattinatese Antonio Pio Prencipe a ritrattare l’accusa di tentato omicidio a carico dei mattinatesi Andrea Quitadamo (alias Baffino junior), Fabio Pio Di Mauro e Bartolomeo Lapomarda. Per la sparatoria è stato fermato e portato in commissariato il 24enne pregiudicato Michele Vairo, anch’egli noto alle forze di polizia: nel 2018, ad appena 20 anni, fu arrestato con altri 4 giovanissimi tutti pregiudicati (tra cui Tommaso Tomaiuolo) per rapine in abitazioni a Manfredonia. Per tale suo precedente Vairo è considerato dagli inquirenti vicino al clan opposto, quello dei Montanari (Libergolis-Miucci, cui appartiene Tomaiuolo). Ma l’accaduto non pare da collegare alle guerre di mafia, quanto piuttosto ad un litigio e a un gesto non premeditato commesso di fronte a tanti testimoni.
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Non mancano le polemiche in tema di ordine pubblico e sicurezza. I giostrai del Luna Park hanno invitato i cittadini a tornare prendendosela però con le autorità: “Ci saranno più controlli da parte delle autorità di Manfredonia. Il Luna Park è un luogo per divertirsi e l’episodio è avvenuto per una mancanza di controlli da parte delle autorità di Manfredonia che servono a mettere in sicurezza la città e devono farlo”.
Immediate le reazioni di condanna e sconcerto. Il sindaco Gianni Rotice ha preso parte ieri mattina al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato d’urgenza dal Prefetto di Foggia Valiante, con i vertici provinciali delle forze di polizia. “Attivate fin da subito le attività d’indagine per la ricostruzione del grave accaduto e l’individuazione dei responsabili dell'azione delittuosa, che ha generato allarme sociale e preoccupazione nella comunità cittadina e tra i tanti turisti giunti in città per la festa patronale”, ha spiegato al termine Rotice. “Inoltre è stato concordato, sin da oggi, un ulteriore e celere potenziamento di personale delle forze di polizia a Manfredonia e lo svolgimento a stretto giro di un tavolo provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presso Palazzo di Città. Ho riferito nel corso della riunione che sto registrando da tempo la presenza di alcuni piccoli gruppi di individui senza scrupoli (la maggior parte esterni alla città) che stanno generando nella comunità cittadina tensioni e allarme sociale. Per restituire la giusta serenità alla comunità cittadina, si è ritenuto opportuno confermare l'organizzazione e lo svolgimento di queste giornate di festa, in una città che non si arrende e che ha al suo fianco la squadra Stato e la Chiesa con il vescovo Padre Franco Moscone”, ha concluso Rotice.
“Quanto successo ieri rappresenta un punto di non ritorno”, afferma il Pd sipontino. “Sparare in mezzo alla folla è sintomo del delirio di onnipotenza criminale che va stroncato sul nascere con una risposta forte, unanime e inequivocabile da parte di tutti, senza distinzioni. È il tempo di dire chiaramente da che parte stare, senza dubbi e zone d'ombra. È tempo di riconoscere che questa è una terra di mafia che distrugge e mortifica un intero territorio e la sua gente, insinuandosi subdolamente tra le difficoltà quotidiane. È il momento di dire chiaramente che più forze dell'ordine e più Stato risolveranno solo in parte il problema se non è il tessuto vivo della città a reagire, se non siamo noi in primis a sentirci presidio permanente di legalità”.
Zone Transition
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La sparatoria accende i riflettori sul tema – sollevato da l’Attacco a luglio scorso – della presenza di una sola pattuglia di Carabinieri in giro a Manfredonia dopo la mezzanotte in estate, quando la movida richiede invece controlli ben più serrati. “Nei mesi scorsi ci siamo sgolati nel richiedere la presenza del Ministro dell’Interno in provincia di Foggia: la sparatoria è la dimostrazione plastica dell’emergenza criminalità nel nostro territorio”, afferma il consigliere regionale e candidato FI Giandiego Gatta. “Basta con le promesse, Lamorgese mandi rinforzi immediati alla Capitanata. Cittadini meritano sicurezza”, fa eco la deputata e candidata Lega Anna Rita Tateo. Sdegno anche dei deputati Faro e Angiola. “Importante investire in sicurezza. Nel Foggiano e in Puglia, l'organico è carente e l'età media è troppo alta”, denuncia Fabio Conestà, segretario del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia Mosap.Dello stesso avviso la segreteria provinciale FSP Polizia di Stato.