La cattedrale angioina non è riuscita a contenere le centinaia di persone che ieri mattina hanno voluto rendere l’ultimo omaggio ad Amelia Capobianco, la 23enne lucerina che ha perso la vita lunedì sera sulla Strada Provinciale 5 per Pietramontecorvino. La media età dei presenti era molto bassa, come del resto quella della giovane che viaggiava a bordo della sua bici elettrica su cui è stata travolta da un’auto in transito, una Bmw guidata da un altro giovane di 20 anni che si è fermato per chiamare i soccorsi, ma lui stesso è rimasto sotto choc dopo l’impatto. E’ stato sottoposto ad esami alcolemici e tossicologici, ma l’esito è coperto ancora dal segreto investigativo in un’inchiesta che ipotizza ora il duplice omicidio stradale.
Amelia Capobianco è morta sul colpo, mentre l’amica che era con lei, Luigia Boccamazzo di 35 anni, è deceduta mercoledì mattina a causa dei forti traumi subiti, dopo 36 ore di agonia. Quest’ultima era stata prelevata sul posto di lavoro dove era impiegata come magazziniera in un’azienda di distribuzione di farmaci nella zona Asi, stavano tornando in città ma non ci sono mai arrivate.
E alla cerimonia funebre c’erano tutti i familiari della donna più grande, a testimoniare ancora una volta la grande coesione tra le due vittime di un incidente per certi aspetti assurdo, avvenuto su un tratto buio e stretto, senza illuminazione, segnaletica e arredo urbano adeguato, nonostante si tratti di una zona piuttosto trafficata per la presenza di numerose aziende e di un hotel di grandi dimensioni.
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“Amelia è una figlia, sorella, compagna, cittadina e maestra – ha detto nell’omelia don Rocco Coppolella, parroco alla chiesa periferica di San Pio X ma amico della giovane che aveva incontrato proprio poche ore prima della tragedia – ed era una ragazza piena di vita. Queste sono le occasioni che portano a fare tante domande sul perché di certi accadimenti, ma onestamente neanche io conosco la risposta. E se proviamo a cercarle, è ancora peggio. Quello che so, invece, è che possiamo e dobbiamo pregare per lei e per le famiglie colpite da queste tragedie, sono comprensibilmente piene di rabbia, ma questo è l’unico ma importante contributo che possiamo dare. La partecipazione del sindaco significa la vicinanza della comunità, quella dal maggiore dei carabinieri la presenza dello Stato. Qui adesso ci sono tantissimi giovani – ha aggiunto – e io vi invito tutti, con forte convinzione, a giocarvela bene la vostra vita, che è un dono grande e va vissuto fino all’ultimo respiro. Cerchiamo di vivere bene il nostro tempo, in questa occasione colorando la bara bianca di Amelia con i colori dell'affetto, dell’amore e dei ricordi. Stampiamo per sempre la sua figura nel nostro cuore, non perdiamo la memoria delle cose e delle persone e non lasciamo sole le famiglie a vivere questo dolore”.
Ad accogliere il feretro all’esterno della chiesa, che peraltro sorge a pochi passi dall’abitazione della ragazza, c’erano tanti palloncini, fiori e colombe, tutti delle stesso colore della bara accompagnata dalla gemella e dal resto dei familiari.
Il saluto è stato ancora più commovente con la proiezione di un video che ha ripercorso la vita di una giovane definita da tutti piena di vita e di gioia, descrizione univoca di ex allenatori e insegnanti, ma anche delle colleghe di lavoro nell’asilo nido dove era impiegata.
“Amelia era un vulcano, così come sua sorella Francesca che adesso è mamma – ha raccontato Maurizio Vitarelli che le conosce da bambine – e solo con me hanno praticato almeno calcetto per due anni e hanno cominciato a giocare a pallacanestro, prima a Lucera e poi hanno continuato a San Severo. In realtà eccellevano in qualsiasi disciplina, sia per le loro grandi capacità atletiche ma anche per un atteggiamento caratteriale di forte competitività. Non a caso, per tre anni consecutivi sono state sempre ai primi due posti del campionato provinciale di corsa campestre”.
Alla cerimonia erano presenti anche tutte le colleghe di lavoro dell’asilo Parco dei Bimbi dove la giovane era benvoluta da tutti: “Solare, disponibile, leggera – ha riferito Marco Recchia, il titolare della struttura – sono queste le prime tre caratteristiche che mi vengono in mente per descrivere Amelia, e quando c’era una seccatura quasi sempre la risolveva lei, senza polemiche, senza bronci, senza risentimenti, costantemente con il sorriso. Nel giro di pochi giorni era diventata un punto di riferimento per le famiglie e per noi, anche perché il suo ruolo era proprio da ponte tre le sezioni e i genitori. Accompagnava i bambini in classe, li portava fuori all’uscita, cambiava i pannolini a quelli più piccoli e soprattutto assicurava efficienza senza mai dare problemi. E i piccoli se ne accorgevano, arrivavano sereni di vederla alla porta e andavano a casa felici di essere stati salutati da lei, dando l’arrivederci al giorno dopo. Non sappiamo se se ne sia mai resa conto fino in fondo, ma era anche il suo spensierato amore a fare da ponte in tutta la struttura”.
Zone Transition
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Dal punto di vista politico e istituzionale, mercoledì pomeriggio la maggioranza si è riunita per valutare l’indizione di una giornata di lutto cittadino, ipotesi poi accantonata nella sua espressione formale, ma non è escluso che qualche iniziativa pubblica comunque verrà fatta per tutti i cinque morti registrati nel mese di agosto nella comunità, tributo di sangue che certamente resterà nella storia della città.
“Ho sperato con tutto il mio cuore che almeno una delle due ragazze potesse salvarsi, ma questo non è accaduto – è stata l’ultima dichiarazione del Sindaco Giuseppe Pitta – e quindi piangiamo ancora una volta la perdita di due giovani e splendide ragazze. Che le preghiere di noi tutti accompagnino Amelia e Luigia per sempre”.
Anche la Curia è stata sollecitata da diversi fedeli nella promozione di una qualche celebrazione a carattere spirituale, sia di suffragio collettivo ma anche di riflessione sul tema più ampio e variegato della vita. Il vescovo Giuseppe Giuliano, contattato personalmente da alcuni cittadini, ha fatto sapere che ne avrebbe parlato il primo possibile con una riunione con i nove parroci della città.