Quando pensi di averle viste tutte ti accorgi che non è così perché non c’è mai limite al peggio, soprattutto quando si vive in una città come Foggia, spesso abbandonata e lasciata nel degrado, dove le regole vengono seguite da pochi, forse pochissimi, e dove tutto passa inosservato. O quasi.
Perché il furto di un portone non poteva di certo passare in secondo piano, non nel capoluogo dauno. Ma tant’è. È successo davvero in via de Petra, in quello che i foggiani chiamano volgarmente il palazzo specchiato, il palazzo di Chateau d’Ax che incrocia via de Petra, appunto, a viale degli Aviatori. Proprio così, l’ignobile e caratteristico furto si è verificato a poche centinaia di metri dal noto centro commerciale Mongolfiera, dirimpetto alla sede foggiana del tiro a segno.
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“Se pensi di averle viste già tutte, questo post è per te”, questo il commento di Gianluca Di Santo, creative designer che proprio in quel palazzo ha l’ufficio dove ogni giorno arriva per lavorare. Suo il post che ha scatenato i pareri sui social, poi ripreso anche dalla stampa. “Sono certo che, purtroppo, a qualcuno della mia rete di contatti è capitato di esser stato vittima di furto – ha scritto su Facebook – bici, scooter, moto, borsa, valigia, portatile, telefono, orologio, auto o addirittura beni in casa. Sono però altrettanto sicuro che a nessuno è mai stato rubato un portone. Da oggi si potrà raccontare anche questa storia”.
Lo stabile che presenta due scalinate collegate dall’interno (dunque chi ha accesso alla scala A può tranquillamente uscire dalla B e viceversa, ndr) è il cosiddetto condominio “Silvia” ed è caratterizzato da quattro piani occupati da uffici di professionisti: avvocati, commercialisti, medici, creative designer e tecnici vari. “Il palazzo presenta tutti uffici – rincara a l’Attacco Di Santo – non credo ci abiti nessuno. Non penso ci siano appartamenti destinati ad uso residenziale”. Ma veniamo al dunque.
“Il portone mancava già da un paio di giorni – confessa Di Santo – poiché, però, la serratura era difettosa ho ingenuamente immaginato che fosse stato asportato dal palazzo per farlo riparare. Poi la chiamata eloquente dell’amministratore di condominio in cui mi chiede se fossi d’accordo a far sistemare le telecamere all’interno dello stabile a seguito del furto del portone. Svanito ogni dubbio, ciò che credevo solo una mia fantasia si è poi rivelata triste verità. Tra l’altro a mancare all’appello anche l’armadio dei contatori: devo solo capire se è stato rubato anche quello o è stato tolto momentaneamente per qualche ragione”.
Insomma a Foggia anche la fantasia lascia il passo alla realtà. “Il portone era fatto di alluminio – spiega qualche passante della zona – i ladri hanno volutamente lasciato la parte circostante, la cosiddetta cornice, il montante attaccata al palazzo per portarsi via solo quella parte dove si concentra la maggior quantità di metallo che oggi, a quanto pare, è abbastanza vendibile”. “Non avevo mai sentito nulla del genere – rincara a l’Attacco Di Santo – eppure mi sono dovuto ricredere”.
Proprio così perché dai commenti lasciati sotto il post del professionista, tanta gente ha fatto luce su di una situazione che pare non sia nuova a Foggia. Secondo alcuni foggiani, infatti, sembrerebbe che il furto dei portoni sia già avvenuto in altre aree cittadine. E non solo. Secondo altri a mancare all’appello dall’oggi al domani, addirittura finestre e infissi vari.
“Vendono i materiali e fanno due soldi”, diceva qualcuno. “Mi sembra assurdo che siano riusciti a portare via un portone di quelle dimensioni indisturbati, senza destare nessuna attenzione”, aggiungeva qualcun altro.
Zone Transition
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“Da ciò che ho letto la situazione dei portoni non è nuova – rimarca Di santo – probabilmente è vero, riciclano materiale. Adesso penseremo a queste telecamere. Dobbiamo però fare i conti con un altro problema: il nostro palazzo, essendo caratterizzato da uffici, è spesso frequentato da tantissima gente, anche nuova. Dunque è difficile adocchiare qualcuno di sospetto, un po’ come accade invece in un comune condominio”.