Non è evaso dai domiciliari, essendo autorizzato a raggiungere Foggia da Chieti per una visita medica senza essere scortato, tant’è che gli era stato disattivato il braccialetto elettronico: così davanti al Gip si è difeso Fabio Tizzano, 42 anni, vicino al clan Moretti-Pellegrino-Lanza e condannato in primo grado a 21 anni in “Decimazione” per mafia e tentato omicidio, arrestato per evasione: è il terzo fermo in otto mesi.
Il Pm, invece, chiedeva che il foggiano rimanesse in carcere, trattandosi della seconda evasione in due mesi.
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Tizzano è stato arrestato il 4 marzo perché in casa aveva 370 grammi di cocaina: patteggiò 2 anni e 8 mesi. Il 12 settembre nuovo arresto per evasione dai domiciliari: al giudice disse d’essere autorizzato a tornare periodicamente a Foggia per motivi di salute e d’aver sbagliato di 24 ore la data del giorno in cui recarsi in ospedale.
E’ stato risottoposto ai domiciliari a Chieti: il Tribunale di Foggia ha autorizzato le visite mediche nel capoluogo dauno ma sotto scorta della polizia penitenziaria, il giudice di Chieti non ha previsto la scorta per le trasferte legate a visite mediche.
Venerdì scorso, 4 novembre, Tizzano doveva recarsi a Foggia per una visita medica; l’accusa sostiene che inizialmente ha rinunciato a raggiungere il capoluogo dauno per la visita, per poi invece partire per Foggia senza la scorta, venendo arrestato per evasione.
Zone Transition
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Il gip ha ritenuto che Tizzano abbia “strumentalizzato il diverso contenuto dei provvedimenti della magistratura foggiana e abruzzese per muoversi senza scorta”. Ha quindi convalidato l’arresto e comunque rimandato il presunto mafioso ai domiciliari perché le sue condizioni di salute sono incompatibili con il carcere.