I militari della Compagnia dei Carabinieri di Caltanissetta e del Gruppo della Guardia di Finanza nissena hanno eseguito a San Cataldo e nel territorio nazionale un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa del Gip di Caltanissetta
nel corso delle indagini preliminari, nei confronti di 11 persone indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
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L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta, ha avuto inizio nel 2020 e ha consentito, attraverso un’attività congiunta dei militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Caltanissetta e dei Carabinieri della sezione operativa del Norm, di disarticolare un presunto sodalizio composto da alcuni imprenditori che, attraverso la cosiddetta “frode carosello” avrebbero ottenuto, a vario titolo, un indebito risparmio d’imposta, simulando una serie consecutiva di vendite di prodotti mai usciti, secondo l’ipotesi dell’accusa, dai magazzini della prima società venditrice, che coinvolgevano anche società estere e italiane interposte, poi rivelatesi mere “cartiere”.
Le attività d’investigazione hanno consentito di accertare come la presunta organizzazione criminale avesse ramificazioni anche sul territorio della Repubblica Ceca, dove sarebbero stati creati fittizi soggetti giuridici necessari per la realizzazione delle frodi.
Secondo la ricostruzione investigativa, la frode sarebbe stata realizzata per favorire, in modo prevalente, una società avente sede a San Cataldo, la quale avrebbe omesso di versare imposte per circa 2,5 milioni di euro scaturenti da un fittizio fatturato di circa 8 milioni di euro consentendole, attraverso l’indebito vantaggio fiscale, di assicurarsi una posizione di supremazia nel mercato degli pneumatici, venduti al pubblico a prezzi notevolmente inferiori a quelli determinati dalle regole della concorrenza, a svantaggio delle imprese rivali.
Tre degli indagati considerati costitutori, promotori e organizzatori del sodalizio sono destinatari della misura degli arresti domiciliari mentre i rimanenti, residenti in varie parti del territorio nazionale, sono stati sottoposti alla misura dell’interdizione dall’esercizio delle attività di impresa e al divieto d’assunzione di uffici direttivi delle persone per la durata di un anno. Tra questi anche tre soggetti della provincia di Foggia: Carlo Ballarino, 39enne di Cerignola, Vincenzo e Roberto Menafro, rispettivamente 60 e 47 anni di Orta Nova.
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Parallelamente, è stato eseguito un sequestro preventivo per l’importo complessivo di circa 2,5 milioni di euro.