I Carabinieri della sezione misure di prevenzione patrimoniali del nucleo investigativo del Comando provinciale di Foggia hanno eseguito un provvedimento di confisca definitiva di beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro
a un noto pluripregiudicato 50enne foggiano, Massimiliano Lioce, dopo il pronunciamento finale della Corte Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso.
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Tale operazione è frutto della minuziosa attività di indagine patrimoniale svolta dagli investigatori dell’Arma mediante l’applicazione degli istituti giuridici previsti dal “Codice Antimafia” nel contrasto agli arricchimenti illeciti realizzati non solo dai soggetti appartenenti alle organizzazioni mafiose, ma anche da parte di coloro che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose, consentendo in tal modo la restituzione dei beni stessi, una volta confiscati come nel caso di specie, alla società civile e, conseguentemente, al circuito dell’economia legale.
Il provvedimento di confisca in questione è stato emesso, in base alla normativa antimafia vigente, dal Tribunale di Bari - Sezione in funzione di Tribunale della Prevenzione, su proposta del Procura della Repubblica di Foggia, e ha interessato un immobile commerciale urbano, un lussuoso complesso edilizio composto da terreni per complessivi 6mila mq, due villini, 16 box e un locale scuderia attualmente utilizzato come ricovero veicoli, oltre a un fabbricato adibito a magazzino; oggetto di confisca definitiva è stato altresì un caravan da campeggio.
Sono stati attinti tutti i beni intestati o a qualunque titolo comunque riconducibili – anche per il tramite di prestanome – all’interessato, la cui quasi ventennale storia criminale è andata via via evolvendosi verso fatti sempre più gravi, per la quasi totalità riconducibili a reati in materia di stupefacenti; reati, questi, che ne hanno comportato, oltre a periodi di detenzione, anche condanne definitive, oltre a procedimenti penali tuttora pendenti.
In particolare, le indagini esperite hanno consentito di raccogliere plurimi elementi che hanno documentato l’evidente sproporzione tra la situazione reddituale del 50enne destinatario del provvedimento di prevenzione patrimoniale in riferimento, nonché dei suoi stretti congiunti, e l’ingente patrimonio accumulato in ambito familiare, evidentemente reso possibile dalle fonti finanziarie derivanti dalle attività illecite sistematicamente poste in essere dallo stesso.
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“L’importante risultato conseguito, frutto della sinergica collaborazione tra la Procura della Repubblica di Foggia ed il locale Comando provinciale Carabinieri – si legge in una nota dell’Arma –, rappresenta un’ulteriore conferma che la criminalità in generale va efficacemente contrastata non solo attraverso un’assidua opera di prevenzione e di repressione, ma anche e soprattutto attraverso attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, preziosi strumenti dell’ordinamento giuridico attraverso i quali vanno combattute le nuove e più subdole forme di illegalità”.