L’affresco della Dia nella relazione semestrale tra delitti e agguati sventati in Capitanata

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Il cognome Gaeta non è certamente uno qualsiasi a Orta Nova. Lo certifica anche la recentissima relazione della Direzione investigativa antimafia (Dia), relativa al secondo semestre del 2021. “Nell’intera area dei cinque reali siti continua a registrarsi un tessuto criminale fortemente caratterizzato dall’egemonia del gruppo Gaeta di Orta Nova – si legge – strettamente legato anche da vincoli parentali alla famiglia foggiana dei Moretti così come emerge dall’operazione ‘Fortino’ conclusa dai Carabinieri il 20 dicembre 2021 ‘che trova la sua genesi nelle operazioni investigative espletate nell’ambito del procedimento penale…’ connesso con l’operazione denominata ‘Jolly’ (2020)”.

“L’indagine ha evidenziato le strategie delittuose seguite dal clan Gaeta nell’illecito settore degli stupefacenti – si legge ancora – svelando un circuito criminale dedito allo spaccio a San Severo che aveva nella città di Orta Nova il proprio canale di approvvigionamento. Tra gli indagati figurano due elementi legati per vincoli di parentela a un boss ucciso in un agguato mafioso a San Severo il 24 maggio 2017 e altri due soggetti esponenti della criminalità del Basso Tavoliere. Proprio i traffici di droga appaiono una costante per gli interessi criminali del gruppo che nello specifico settore ha palesemente dimostrato anche una certa capacità di reimpiego dei cospicui proventi illeciti”.

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Le molteplici attività illecite condotte dal clan Gaeta – evidenziano gli uomini della Dia – lo proiettano pienamente nello scenario criminale della provincia dauna assumendo, così, una valenza trasversale alla criminalità organizzata foggiana, ortese e cerignolana divenendo allo stesso tempo espressione tangibile di quella delinquenza comune, prevalentemente predatoria, che funge da cerniera tra le organizzazioni mafiose delle province di Foggia, BAT e Bari. Il gruppo può contare su sinergie extraterritoriali, con particolare riferimento alle organizzazioni camorristiche, i cui interessi in particolar modo nella gestione rifiuti e nel settore dell’agroalimentare, già in passato sono stati registrati nel territorio del Basso Tavoliere”.

La relazione si ferma alla fine del 2021. Ma è nell’anno in corso che è riesploso un certo fermento in Capitanata per quanto riguarda la criminalità organizzata e non, tanto che con quello di ieri siamo arrivati a 12 omicidi da gennaio 2022. Nella prima decade di settembre in un casolare nei campi tra Manfredonia e Zapponeta, al termine di un litigio, è stato ucciso un 42enne di nazionalità rumena, con un fendente al fianco. Per il fatto, i carabinieri hanno sottoposto a fermo per omicidio volontario un connazionale di 55 anni. Un mese fa – come ribadito – l'uccisione di Andrea Gaeta avvenuta in via Saragat a Orta Nova.
E aveva scatenato polemiche la decisione del sindaco Mimmo Lasorsa di proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali del 20enne. Le esequie si svolsero con una funzione pubblica vietata dalla questura in ragione dello “spessore criminale” del padre.

Il 17enne Francesco Pio D'Augelli, invece, è stato assassinato a San Severo la sera del 18 luglio. Soltanto poche settimane fa, il 13 agosto, il 52enne Maurizio Cologno, di San Severo, era stato freddato da almeno tre colpi d’arma da fuoco esplosi da distanza ravvicinata nei pressi di uno stabilimento balneare in località Punta Pietre Nere di Marina di Lesina.

Il 30 luglio, nelle campagne tra Cerignola, Manfredonia e Zapponeta erano stati assassinati Gerardo e Pasquale Davide Cirillo, padre e figlio di 58 e 27 anni. Per il fatto gli agenti della squadra mobile di Foggia, con i colleghi del commissariato di Cerignola e i carabinieri della Compagnia ofantina, hanno arrestato a Trinitapoli il 45enne Giuseppe Rendina. Era già intercettato perché sospettato per l’omicidio del 12 marzo avvenuto all’esterno di un casolare di campagna in agro di Zapponeta, dove era stato trovato senza vita il corpo di Giuseppe Ciociola, agricoltore 59enne di Manfredonia, ucciso con un colpo di pistola alla nuca.

A marzo, maggio e luglio ci sono stati tre omicidi a Foggia: sono stati uccisi Roberto Russo, Alessandro Scopece e Alessandro Scrocco. Ad aprile era toccato al 30enne Salvatore Lombardi, pregiudicato ucciso in un giardino pubblico tra via Tommaso Forte e via Fortore, per il quale, con l'accusa di omicidio volontario, è stato fermato un 17enne.

Sarebbero state di più le vittime se gli uomini della squadra mobile della questura di Foggia non avessero interrotto il piano omicidiario di un gruppo mafioso che la sera del 26 giugno, nei pressi del casello autostradale della zona Industriale, erano pronti ad ammazzare Antonio Fratianni, il noto imprenditore di Foggia che il 6 agosto verrà arrestato con l’accusa di essere l’esecutore materiale del tentato omicidio di Antonello Francavilla e del figlio 15enne del 2 marzo a Nettuno.

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Meno di una settimana fa, infine, due soggetti era andati in un’azienda agricola a cercare un imprenditore con una pistola nel marsupio pronta a sparare. Uno di loro è stato arrestato. Gli investigatori ipotizzano che i malviventi avessero intenzione di uccidere l'imprenditore. L’arrestato è Giuseppe Bruno, 30enne foggiano.

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