Sta facendo discutere il caso di un uomo di San Severo deceduto, la cui salma è stata ritrovata in questi giorni e contesa tra due agenzie funebri del posto. A quanto pare sembrerebbe che l’uomo avesse già capito che non gli restava troppo tempo da vivere e avesse “incaricato” informalmente un signore, un tale Sergio Romani, ad occuparsene qualora non lo avesse più visto in giro. Poi l’entrata in scena a gamba tesa di un’altra agenzia di pompe funebri ha creato scompiglio nel disbrigo delle varie operazioni funerarie. E’ stato lo stesso Sergio Romani ad aver scritto in questi giorni agli organi di stampa e non solo. Sua la lettera indirizzata alla Procura della Repubblica, al Commissariato di Polizia di San Severo e alla Asl.
“Trovato deceduto in casa grazie alla mia segnalazione, lo scorso 10 giugno, lo stesso quando era in vita e, soprattutto nelle ultime settimane, non avendo alcun parente in vita aveva espresso la propria volontà e davanti a testimoni di delegarmi all'espletamento del relativo funerale e al disbrigo di tutte le pratiche inerenti lo stesso – scrive l’uomo - infatti verso la fine del mese di maggio lo stesso dichiarava espressamente che qualora non fosse stato presente per più giorni seduto alla solita panchina di Corso Garibaldi nei pressi della propria abitazione, dov’era abituato a trascorrere i pomeriggi, ero personalmente autorizzato a chiamare i soccorsi per accedere alla sua abitazione, cosa che facevo. Pertanto essendo intervenuta un'altra ditta per il recupero della salma, nonostante la sera del ritrovamento avessi dato la mia disponibilità ad assolvere alle spese di recupero con la mia ditta di fiducia (agenzia funebre Fratello) presente sul posto, non si sa per quale ragione si è deciso di affidare la salma ad un'altra ditta che di conseguenza ha ottenuto anche il nulla osta al seppellimento nonostante la salma non fosse posta a sequestro e nonostante questa ditta non fosse stato delegata da alcun parente, come previsto per legge”.
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“Quindi atteso che ho già contrattualizzato e pagato il funerale oltre ad acquistare il loculo per la tumulazione, assumendomi come detto in premessa tutte le responsabilità anche in ordine alla assenza di alcun parente in vita, che venga comunicato all’altra ditta di consegnare il nulla osta al seppellimento al fine di assolvere a quanto previsto per legge in modo decente peso che il cadavere del Cucco mi risulta giace presso l'obitorio poggiato sul tavolo in una stanza fuori dalla cella frigorifero. Autorizzo e delego il disbrigo delle pratiche e infezioni alle varie autorità l'agenzia funebre Fratello”.
“Siamo in attesa, altro non possiamo fare, almeno al momento - aggiunge senza giri di parole a l’Attacco Sergio Romani – dobbiamo aspettare che ci diano il nulla osta, attendiamo al giudice che dovrebbe affidarci quantomeno la salma. Come si è ritrovata l’altra ditta? Non lo sappiamo di certo, avrà forse la sfera di cristallo. La cosa “bella” è che si è fatta trovare già lì, è arrivata quasi in concomitanza con la polizia – evidenzia Romani – una cosa incredibile”. Sergio Romani conosceva da tantissimo tempo il signor Cucco. “Posso dire che mi ha praticamente cresciuto – ammette a l’Attacco – mi conosceva da una vita, era un caro amico di mio padre, oserei dire che erano amici fraterni”.
Il signor Cucco aveva 77 anni ma era malato già da tempo. A quanto appurato le sue condizioni sono poi peggiorate nel corso dell’ultimo anno tant’è che lo stesso aveva già capito di essere arrivato alla fine dei suoi giorni.
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“Dal Covid ha avuto un drastico declino – spiega Romani - le persone sole durante il periodo pandemico hanno subito davvero dei grossi guai. Il Covid ha purtroppo inficiato negativamente sul suo stato di salute. Ora aspettiamo- ribadisce concludendo Romani – in questa vicenda sono presenti vari lati oscuri. Aspettiamo che il giudice o chiunque altro voglia affidarci questa salma e che si possa dare degna sepoltura ad una persona buona, che conoscevo fin da bambino”.