Sulla morte di Amelia e Luigia ci sono i primi passi della Procura

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Non si è ancora del tutto spenta l’ondata emotiva generata dalle cinque tragiche morti di agosto a Lucera, tutte provocate da incidente stradali, praticamente un record negativo nella storia della città. Si è trattato di una vera e propria escalation, culminata in maniera ancora più drammatica nella vicenda che ha interessato le sorti, e la vita, di Amelia Capobianco e Luigia Boccamazzo, le amiche di 23 e 37 anni travolte da un’auto in transito sulla Strada Provinciale 5 che arriva fino a Pietramontecorvino.

Il 29 agosto, intorno, alle 22, viaggiavano a bordo della bici elettrica della più giovane che è deceduta sul colpo, mentre per l’altra non c’è stato nulla da fare dopo 36 ore di agonia trascorse al Policlinico di Foggia dove era stata ricoverata con numerosi traumi e fratture, tra cui la più grave quella del bacino.

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A guidare una Bmw era Gianfelice Casiere, 23enne imprenditore del settore zootecnico la cui azienda sorge a poca distanza dall’accaduto, cioè nei pressi nell’incrocio con le strade che portano alla zona Asi dove operano diverse imprese e un hotel di grandi dimensioni.

Nel giro di venti giorni la macchina della giustizia ha già mosso i primi passi finalizzati a conoscere come siano andate veramente le cose, e quindi a individuare eventuali responsabilità per il conducente che è indagato a piede libero dalla procura del capoluogo per duplice omicidio stradale. Il giovane, assistito dallo studio legale di Giacomo Grasso, non è mai stato raggiunto da un provvedimento restrittivo della sua libertà personale, né figurano disposizioni sospensive della patente di guida.

Il pubblico ministero Oriana Tantimonaco ha già annunciato l’intenzione di nominare domani un proprio consulente informatico per un accertamento tecnico irripetibile finalizzato a verificare il possibile utilizzo dello smartphone, proprio in quei secondi fatali, sia da parte del conducente dell’automobile che di Amelia Capobianco, visto che il suo è stato l’unico rinvenuto sul luogo dell’incidente, entrambi sequestrati nella immediatezza dell’accaduto.

La scorsa settimana, invece, ci sono stati altri adempimenti preliminari formali, con la nomina di un altro tecnico di fiducia della procura. Il geometra Francesco Paolo Clary di Bari è stato incaricato di fornire risposte precise e definitive su alcune situazioni legate ai momenti immediatamente precedenti allo schianto, tra cui le condizioni di visibilità dei luoghi e del mezzo su cui c’erano le due vittime, la velocità con cui procedevano e la direzione che avevano, senza contare l’accertamento su chi fosse realmente alla guida del piccolo veicolo elettrico.

In questi giorni si stanno susseguendo i sopralluoghi, anche di natura privata, tutti diretti alla fedele ricostruzione della dinamica dei fatti, con un primo accesso in contraddittorio tre le parti che contano anche la presenza dei tecnici incaricati dai parenti delle due donne, cioè il padre (avvocato Luigi Marinelli) e la madre e la sorella gemella (avvocato Marco Intiso) di Amelia Capobianco e la famiglia Boccamazzo nel suo insieme, rappresentata da Simona Dell’Osso e Tommaso Braccio.

Il tributo di sangue per Lucera era iniziato l’11 agosto sulla strada tra San Nicandro e Torre Mileto, dove ha perso la vita Luigi Vetere, 29enne regista e videomaker che si è scontrato frontalmente con un’altra auto mentre guidava da solo la sua Lancia Musa.

Il 17 agosto è toccato a Vito Netti di 32 anni, morto sulla Statale 16 nei pressi di Cesenatico mentre era alla guida della sua moto finita contro una macchina che proveniva nel senso opposto di una strada che arriva fino in Puglia, restituendo sempre grande pericolosità specie nel tratto foggiano.

Nella triste carrellata non poteva mancare la Strada Provinciale 109, una delle più mortifere della storia della Capitanata, nonostante sia stata rifatta e allargata per oltre due terzi. Ma proprio sul tratto dal chilometro 5 al chilometro 10, in attesa di interventi già programmati ma non ancora finanziati, il 23 agosto ha perso la vita Egidio Di Fiore, 66enne meccanico in pensione che viaggiava su una Fiat Multipla scontratasi frontalmente con un furgone. La carambola e il successivo ribaltamento dell’utilitaria non ha lasciato scampo all’uomo, mentre il figlio che era con lui è stato ricoverato in gravi condizioni a Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.

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Tutti questi accadimenti, se non altro, hanno contribuito ad alzare nuovamente il livello della protesta e delle pretese di maggiore sicurezza su arterie soprattutto provinciali che hanno già dimostrato ampiamente di essere pericolose.

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