A distanza di circa un anno dalla sua apertura chiude lo Street Café di via Lanza sito sull’isola pedonale. Un’altra, l’ennesima, attività che si interrompe bruscamente su una zona che sarebbe dovuta essere il salotto buono di Foggia ma che alla fine non lo è stata. I motivi? Tanti come spiegato in un eloquente post social scritto dall’imprenditore foggiano Ivan Serano.
“Ho riflettuto fino all’ultimo prima di cedere col cuore e la mente ma purtroppo per continuare a vivere il mio lavoro con amore e soprattutto con il sorriso ho dovuto rinunciare alla mia terza creatura”. “In un anno tutto è cambiato – commenta a l’Attacco – non è stata una decisione facile, considerando i sacrifici e l’impegno profusi affinché questo locale prendesse vita. Ho dovuto però affrontare una scelta non più rimandabile: fisicamente non sono più in grado di portare avanti questa terza attività pagata profumatamente – rincara Serano che sulle motivazioni resta chiaro - l’assenza di dipendenti è certamente la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di tante altre difficoltà. L’isola pedonale è oggi caratterizzata da tantissimi altri bar, ce n’è uno nel raggio di due metri. Altro problema? Gli extracomunitari. Il centro cittadino non è monitorato come si dovrebbe dalle forze dell’ordine perché sotto organico.
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Appena due giorni fa – racconta – intorno alle 22:30, un extracomunitario ubriaco ha pensato bene di spogliarsi in piazza e far scappare tutti i clienti che avevamo.
Sono dovuti intervenire i carabinieri. l’intera area è diventata impraticabile”.
L’estate, i pochi controlli e, magari, qualche soldino in più nella tasca sono tra i fattori principali del declino del centro pedonale che nonostante il difficile momento conserva ancora prezzi molto alti. Basti pensare che l’affitto di un locale sull’isola si aggira intorno ai 4 mila euro mensili. “Il Comune non ha organizzato una festa, siamo stati abbandonati – rincara Serano – il centro di Foggia è solo fumo negli occhi e pagamento di fitti esorbitanti. Noi imprenditori del settore facciamo la fame”. Sul banco degli imputati per l’imprenditore foggiano resta anche il reddito di cittadinanza. “Stanno tutti al mare, un luglio che ha presentato una città così vuota non me lo ricordavo nemmeno. La situazione è talmente lampante che se ci si affaccia in centro si possono notare le porte chiuse dei locali che per mancanza di clienti decidono di ripiegare la propria attività solo ed esclusivamente nelle ore pomeridiane e serali”.
La grande famiglia degli Street Café perde un pezzo, ma non tutti i punti vendita. A restare aperti quello su via Gentile e su via Natola sito sulle tre corsie. “Non venderò la mia attività – continua – probabilmente la reindirizzerò in una zona di mare dove si lavora sì tre mesi, ma come si deve. Il mercato qui è morto:abbiamo spese insostenibili dove al fitto si aggiunge anche l’enel. A luglio 2021 pagai 1600 euro mensili; a luglio 2022 ho toccato quota 4100. Di cosa parliamo? Abbiamo anche chiesto spiegazioni all’Enel per l’enorme aumento ricevuto. Costi molto alti a cui non riusciamo più a far fronte.
Zone Transition
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Di giorno non c’è nessuno e di sera, di ritorno dal mare, si ordina un bicchiere d’acqua. Il lavoro è diminuito di circa l’80%. Dal fronte “fornitori” chiedono oggi il pagamento alla consegna che, per carità, non è un male perché ordini ciò che consumi. Ma c’è sempre un regresso da pagare. Come si fa a tenere alzata la saracinesca in un centro così costoso e senza un minimo di entrata”? Lo Street Café del centro resterà aperto fino al prossimo 31 agosto.
Dopodiché, forse per la stagione prossima, lo si potrà ritrovare in qualche luogo di mare. “Nella vita ci vogliono sacrifici – conclude Ivan Serano – ho sempre dato fiducia a questa città e continuerò a farlo. C’è tanta brava gente che mi vuole bene e che mi dà la forza per andare avanti.
Credo però sia arrivato il momento di tirare le somme e capire come andare avanti, anche perché, come più volte detto e ridetto, nemmeno più lo Stato ci viene incontro. Noi piccoli imprenditori siamo sempre più soli e dobbiamo cavarcela confidando sulle sole nostre forze”.