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Come accade ogni mese la Caritas diocesana timonata dall’infaticabile Giusy Di Girolamo dispone il piano mense per far fronte alle centinaia di esigenze che giungo da persone bisognose. D’altronde, com’è facile intuire, le necessità delle famiglie restano, anche d’estate. “Solitamente il pranzo è offerto dall’Immacolata mentre la cena dalla Caritas diocesana – spiega a l’Attacco Di Girolamo – la domenica coinvolgiamo le parrocchie, riteniamo giusto che anche loro, con i propri parrocchiani, si diano da fare. Il problema sorge nel mese di agosto, quando funziona solo la Caritas diocesana che offre il servizio sia a pranzo che a cena, sia il sabato che la domenica, giorni festivi compresi. Per noi non esistono feste, i poveri devono mangiare”.
Durante il 2023 la Caritas diocesana ha distribuito 23mila pasti. “Un dato simile anche per quest’anno – aggiunge Di Girolamo – e a usufruirne non solo stranieri, molti italiani. Provenienti da Foggia (centro e periferie), da Lucera e perfino da Termoli. La richiesta c’è, non solo sui pasti. La maggior richiesta è il lavoro, molti lo hanno perso per varie vicissitudini. Da parte nostra abbiamo avviato azioni utili proprio a dare una risposta a questo: progetti necessari ad aiutare queste persone che attraverso dei corsi imparano il mestiere. E non solo, avvisiamo anche le aziende che conosciamo delle specificità acquisiti da questa gente. Ad esempio, abbiamo fatto fare un corso da mulettista a ben 20 ragazzi, tutti presi alla Princess. Cerchiamo di abbinare la formazione con un tirocinio al lavoro. L’assistenzialismo fine a se stesso non serve a nulla. Dobbiamo mettere queste persone nelle condizioni di poter tornare a lavorare. E’ così che si restituisce loro dignità”, conclude.
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“Il nostro territorio è certamente impegnativo però la presenza dell’oratorio per i ragazzi, della BiblioCep o del laboratorio sartoriale ci aiutano ad evitare una certa dispersione di forze buone, queste realtà permettono che i ragazzi, i bambini e gli adulti vengano intercettati e non persi – commenta Don Antonio Menichella, sacerdote della parrocchia di San Paolo, al quartiere Cep di Foggia – ad esempio oggi partiremo con 32 giovanissimi per un campo scuola dell’Azione Cattolica. Tutte queste attività, compresi i giochi estivi, ci permettono di stare sul territorio ed evitare di perdere ‘pezzi per strada’. Poi c’è l’Opera del Centro di ascolto con la Caritas e tanti altro ancora”.
“Ovviamente queste azioni servono, sono necessarie ma non sempre bastano per sopperire alle necessità del nostro territorio – confida il sacerdote – sono tante le attività ma non sempre sono sufficienti per sopperire al problema. Le istituzioni locali ci aiutano - rincara ancora Don Antonio Menichella – certo bisogna sempre sperare in collaborazioni più strette, incisive ed efficaci. Le istituzioni fanno la loro parte, finora si sono rese disponibili ad aiutarci anche su casi borderline. Dobbiamo però guardare sempre in meglio, non possiamo mai accontentarci. Come parrocchia ci battiamo sempre per la nostra comunità; l’oratorio aperto da oltre tre anni ha la funzione di accogliere. Così come anche la nostra BiblioCep diventata ormai presidio di cultura non solo per il Cep”.
Zone Transition
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Tante le parrocchie foggiane diventate in questi anni baluardi di legalità e di cultura: come fari nella notte sono riuscite ad arrivare lì dove nemmeno le stesse istituzioni hanno potuto. Poi l’intraprendenza di alcuni sacerdoti, la loro forza d’animo, ha fatto il resto. Foggia può contare su persone che nel momento del bisogno non scappano, ma si rimboccano le maniche e si danno da fare per garantire il meglio alle famiglie meno agiate, a tutte quelle persone che vivono momenti difficili, che non possono pagarsi un pranzo o un corso di formazione. Che non riescono a lavorare. La macchina della solidarietà, nel capoluogo dauno, è attiva e presente. È silente, forse, ma c’è e dimostra la sua forza nei momenti più bui di ciascuno di noi.
