Elly Schlein ha divorato l’alleato Giuseppe Conte al Sud. E’ questo il dato più evidente che emerge dal risultato delle elezioni europee nella circoscrizione meridionale dell’Italia. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni traina Fratelli d’Italia a livello nazionale col 28,81%, primo partito in tutte le circoscrizioni ma non nel Mezzogiorno, dove i dem battono i meloniani e l’effetto trainante non è più quello dell’ex premier Conte, né quello dell’attuale numero uno di Palazzo Chigi, bensì è la stratosferica performance del barese Antonio Decaro, protagonista del primato al Sud con 495.886 consensi. L’ex sindaco di Bari ed ex presidente Anci ha tenuto testa a Meloni candidata nella circoscrizione meridionale, un dato impressionante che ha superato anche le più rosee attese.
Il Pd ha incassato nel Sud il 24,36% (1.172.664 voti), superando il 24,07% nazionale, seguito da FdI col 23,59% (1.135.769); terzo il M5S a quota 16,81% (809.469) a fronte del deludentissimo 9,99% nazionale, poi Forza Italia - Noi Moderati – PPE col 10,74% (517.169) rispetto al 9,62% nazionale, Lega al 6,85% (329.894) contro il 9,01% nazionale. Alleanza Verdi e Sinistra al 5,66% (272.601) rispetto al 6,72% nazionale; meglio dei renziani di Stati uniti d'Europa fermatisi al 4,92% (236.735), rispetto al 3,76% nazionale, e dei calendiani di Azione - Siamo europei al 3,31% (159.452) a fronte del 3,34% nazionale. Anche in Puglia il Pd è primo partito, col 33,57% (458.737 voti), lasciando distanziata FdI col 26,95% (368.182), mentre il M5S è arretrato al 14,11% (192.737). FI fa meglio della Lega: 7,79% (106.394) rispetto al 6,19% (84.601) dei salviniani. Poi Alleanza Verdi e Sinistra al 3,83% (52.309), Stati uniti d'Europa col 2,61% (35.715), Pace terra dignità col 1,56% (21.379), Azione - Siamo europei al 1,55% (21.235).
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La provincia di Foggia è il territorio in cui il M5S ha mantenuto il proprio primato, seppur di poche centinaia di voti: per i contiani ha votato il 23,73% (46.117), seconda FdI col 23,67% (45.997), tallonati dal Pd del dominus e vicepresidente regionale Raffaele Piemontese col 23,57% (45.814). A grande distanza dalle prime tre forze di Capitanata seguono FI – Noi Moderati – PPE al 11,14% (21.646), Lega 6,52% (12.670), Alleanza Verdi e Sinistra al 2,81% (5.468), Azione - Siamo europei al 2,61% (5.073), Stati uniti d'Europa al 2,45% (4.771).
A Foggia città M5S primo col 31,91% (12.533), seguito da FdI col 22,02% (8.649), Pd al 20,05% (7.875), FI-Noi Moderati-PPE al 6,32% (2.484), Lega al 5,50% (2.162), Alleanza Verdi e Sinistra al 3,92% (1.540), Azione - Siamo europei al 3,76% (1.476), Stati uniti d'Europa 2,83% (1.110).
Ecco il dettaglio dei principali partiti e candidati.
Pd
Per i dem quello ottenuto in Capitanata, il 23,57%, è il più basso risultato su scala regionale. Nelle altre province il dato è stato ovunque migliore: il pazzesco 45,66% della Bari di Decaro, 33,07% nella BAT, 27,33% a Taranto, 27,09% a Lecce, 27,06% a Brindisi. Peraltro, nel risultato di Decaro in provincia di Foggia è ricompreso l’apporto dei civici emilianisti di CON e del restante civismo di centrosinistra, evidente soprattutto in paesi in cui il Pd è storicamente poco presente, come la Vieste dell’amministrazione Nobiletti. Non è il caso del paese della Monte Sant’Angelo del vicepresidente regionale Raffaele Piemontese e del segretario provinciale Pd (e sindaco) Pierpaolo d’Arienzo, dove il partito ha ottenuto il 49,34%. Mentre a Manfredonia appena 300 voti hanno distanziato il Pd (26,01%) dal M5S (24,66%), con FdI terza al 22,10% grazie a Meloni e nell’assenza di un serio gruppo locale. A Foggia per i dem il 20,05%, stando peraltro alla guida di Palazzo di Città da otto mesi. Decaro ha ottenuto 495.886 preferenze nel Sud (di cui 29.940 in Capitanata), a conferma che le inchieste baresi e lo sciacallaggio sul rischio di infiltrazioni mafiose nel Comune capoluogo e voto di scambio politico-malavitoso non hanno avuto l’effetto deleterio, su di lui e sul partito, sperato dagli avversari.
M5S
Conte perde la presa sul Sud e sulla Puglia, mantenendola solo (ma di poco) sulla Capitanata col 23,73%. Una percentuale lontanissima dalle altre province pugliesi: il M5S si è fermato al 10,43% a Bari, al 12,45% nella BAT, al 15,57% a Brindisi, al 12,03% a Lecce, al 17,03 a Taranto. Ma se il M5S cala, a crescere nelle preferenze personali è il rieletto europarlamentare foggiano Mario Furore, primo in Capitanata con 16.025 voti (14.306 nel 2019), a distanza siderale dall’ex deputata Valentina Palmisano a 3.351 e dall’ex presidente Inps Pasquale Tridico a 3.304. Ma Furore è stato anche il più votato dei contiani in Puglia, con 25.820 voti rispetto ai 23.452 di Tridico e ai 21.441 di Palmisano. Nella circoscrizione meridionale il foggiano è terzo nel M5S con 38.197 preferenze, dopo Tridico e Palmisano, laddove cinque anni fa si fermò a meno di 32mila voti. Ormai Furore è nel livello del partito più alto e vicino al presidente Conte: i suoi consensi personali vanno ben oltre la natìa Foggia (dove ha conquistato 7.365 voti sui 12.533 andati al M5S). Il brand Furore è stato decisivo, nonostante l’insoddisfacente sostegno dell’amministrazione comunale Episcopo e le tensioni coi gruppi locali (da Manfredonia, che gli ha portato appena 1.117 voti, ai 171 di Vieste, ai 98 voti di Monte Sant’Angelo). Per dare un’idea: a Foggia città il Pd ha raggiunto 7.875 voti con Decaro a quota 5.403 voti. A San Giovanni Rotondo, paese d’origine di Conte, M5S al 39,34% primo partito, con 1.959 preferenze per Furore.
FdI
Si dichiara soddisfatta, nel proprio complesso, l’intera FdI pugliese e di Capitanata, ma guardando i numeri chi esce meglio dalle urne è il ministro per il Sud Raffaele Fitto con la propria componente, rafforzatosi rispetto all’ala del partito guidata dal sottosegretario Marcello Gemmato. I meloniani portano a casa il 31,90% a Lecce, il 29,43% nella BAT, 28,83% a Taranto, il 28,28% a Brindisi, il 23,67% in Capitanata, mentre il dato più basso è il 23,62% a Bari. Fitto elegge tre candidati a lui riconducibili: Francesco Ventola, Denis Nesci e Chiara Gemma. In Capitanata il coordinatore provinciale Giannicola De Leonardis si è mantenuto neutrale rispetto alla contesa interna tra Ventola e Michele Picaro, con la senatrice fittiana Annamaria Fallucchi schierata col primo e il deputato Giandonato La Salandra col secondo.
Ebbene, dopo i 22.807 voti di Meloni sorprendono i 5.406 andati a Ventola, oltre duemila in più dei 3.345 di Picaro. Poi gli 1.887 di Nesci, i 1.413 di Gemma e i 1.357 di Gambino. “Le combinazioni sono state di questo tipo: Meloni-Ventola; Nesci-Ventola-Gemma; Meloni-Gambino-Ventola; Meloni-Picaro; Meloni-Ventola-Nesci; Meloni-Picaro-Ventola”, sottolineano a l’Attacco alcuni gemmatiani. “Nonostante le divisioni interne sui candidati nessuno può oggi lamentarsi. Il partito ne è uscito compatto, a cominciare da Foggia città”. In casa FdI si segnala inoltre il 54,13% di Candela, tutto merito del sindaco ed ex presidente della Provincia Nicola Gatta, il quale alcune settimane fa ha ricevuto un incarico da Fitto quale consigliere esperto della Strategia nazionale per le aree interne.
“Grande risultato di FdI in Capitanata che premia Meloni e l’azione di Governo”, dice De Leonardis, parlando di “costante crescita di un partito sempre più radicato sul territorio, maggior partito della coalizione di centrodestra che dimostra di essere in grado di competere e mettere in crisi il ventennale sistema di gestione del potere rappresentato dal centrosinistra in Puglia”.
“Abbiamo superato il Pd e solo una manciata di voti ci dividono dal M5S. Un risultato che, inoltre, fa il paio con quello ottenuto dal partito a Foggia città con 8.649 voti di lista, pari al 22,02%, e 8.757 voti di preferenza. Un dato che dimostra un aumento e un consolidamento del consenso rispetto alle comunali di ottobre scorso”, continua il consigliere regionale. “FdI potrà contare in Europa su tre eurodeputati pugliesi quali Ventola, Picaro e Gemma”.
Zone Transition
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“Un partito saldo, traino forte del centrodestra anche in provincia di Foggia, dove 120 voti lo separano dal M5S, trainato da un candidato locale ma in caduta libera nel resto d'Italia”, fa eco La Salandra. “Un risultato che ripaga chi, a differenza di Pd e pentastellati che governano Comune, Provincia e Regione, non ha alcuna forma di gestione sul territorio ma possiede certamente il coraggio dell'appartenenza”.