Elezioni Manfredonia, finita era dei mr 1000 voti. Chi sarà in aula se la Marca vincerà (senza apparentamenti)

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Le elezioni comunali 2024 a Manfredonia hanno avuto un doppio risultato sui dem: da un lato hanno ricompattato lo storico blocco di centrosinistra che per 25 anni ha governato Palazzo San Domenico, dopo il naufragio del lungo lavoro di costruzione del campo largo Pd-M5S; dall’altro, hanno restituito ai dem il primato perso nel marasma 2019-2021. La lista del Pd era stimata sui 4mila voti e così è stato: i consensi sono stati alla fine 3.918, pari al 15,01%, +5,48% rispetto a tre anni fa. Un gruppo che è pronto a ristabilire il proprio peso rispetto al dominus del Pd di Capitanata e vicepresidente della Regione Raffaele Piemontese. Si sono tutte rafforzate le liste del centrosinistra sipontino: +0,30% per Progetto popolare, la civica di Francesco Schiavone e dell’ex vicesindaco Salvatore Zingariello (oggi alle dipendenze dell’emilianista Arca Capitanata a Foggia), con 2.328 voti, pari al 8,92%; +0,57% Molo 21 con 2.052 voti, 7,86%; +1,52% la civica emilianista CON Manfredonia, 1.916 voti pari al 7,34%; un rotondo +3,12% per Manfredonia civica dell’ex assessore Giuseppe La Torre (braccio destro del coordinatore provinciale di CON Rosario Cusmai e nell’ufficio di staff del presidente della Provincia Giuseppe Nobiletti), con 1.289 voti, pari al 4,94%. Mentre La Marca sindaco-Europa Verde ha ottenuto 1.222 voti, 4,68%. 

Dopo Pd, Progetto popolare, Molo 21 e CON, nella graduatoria delle liste più votate c’è la roticiana Strada facendo, che ha perso il -3,94% rispetto al 2021 con 1.818 consensi, 6,96%. Del tutto irrilevanti, invece, le altre due liste di Di Staso, ovvero la civica Chiamami per nome (332, 1,27%) e UdC (320, 1,23%), -0,22% raffrontato al 2021. Ma il vero contraltare alla rinascita del Pd è il vistosissimo ridimensionamento di Forza Italia: il partito del deputato Giandiego Gatta non poteva che fare le spese della guerra con Rotice e con quel pezzo di azzurri rimasti fedeli all’ex sindaco e che hanno rotto per tale motivo col dominus locale. Si spiega così il -4,89% rispetto ad appena tre anni fa, con 1.604 voti che significano 6,14%. 

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Le sette liste di Galli, come da pronostici, non valevano le sei di la Marca. Oltre a FI, per Ugo Galli sindaco 1.440 voti e 5,52%, -0,77% rispetto al 2021 per Città protagonista dell’ex assessore Libero Palumbo con 934 voti e 3,58%, +1,05% per Fratelli d’Italia con 875 voti e 3,35%, Manfredonia al centro dell’ex forzista Cristiano Romani con 725 voti pari al 2,78%, Forza Manfredonia dell’ex vicesindaco Giuseppe Basta con 690 voti e 2,64%, la renziana Generazione viva dell’ex deputata M5S Francesca Troiano con soli 416 voti e 1,59%. La coalizione di Tasso ha avuto come prima lista il M5S, che con 1.689 voti pari al 6,47%, è calata del -0,74% rispetto al 2021. Un ridimensionamento prevedibile dopo la delusione di Fatone per la mancata ricandidatura e in generale lo sconforto dei contiani, che sono passati nel giro di poche settimane dal dover esprimere il candidato sindaco del campo largo ad accodarsi in extremis alle civiche di Tasso, soluzione non voluta dalla base. Delle quattro civiche di Tasso l’unica rilevante è stata Agiamo dell’ex eletto Massimiliano Ritucci: 1.248 voti, 4,78%. Sono tutte calate, com’era prevedibile dopo la fine dell’esperienza parlamentare: -2,13% per Agiamo, -1,88% per Sipontum che ha raggranellato appena 101 voti pari a 0,39%. Le altre erano Tasso sindaco, fermatasi a quota 980 voti e al 3,75%, e Noi siamo Manfredonia che è valsa 212 preferenze, pari al 0,81%. 

Quanto sia cambiata la politica sipontina lo confermano le preferenze raccolte dai più votati. Non ci sono più gli exploit da mille voti, spesso sospetti. Oggi il record spetta ad una donna: è l’ex eletta Maria Rita Valentino, che ha raccolto 662 voti aiutata dal padre storico volto della politica del Golfo e da sempre depositario di un bacino che veleggia intorno ai 500 consensi. Ad un passo da lei, a quota 650, c’è un altro ex consigliere, Michele Iacoviello di Molo21, noto anche per l’attività di patronato. Ha esperienza consiliare anche Francesco Schiavone di Progetto Popolare, 619 voti e un’antica amicizia con Zingariello oltre all’attività di Pro loco la cui guida è ora passata alla compagna Santovito. 

Il consigliere regionale Pd Paolo Campo ha sostenuto il proprio informatico Matteo Gentile, che aveva proposto anche come candidato sindaco del campo largo e che è titolare di Smart Lab Coworking. Per Gentile 540 voti. Un altro giovane che ha ben figurato, con 521 preferenze, è Gianpio Ognissanti (Progetto Popolare), che fa parte dell’ampia famiglia Ognissanti dell’ex consigliere regionale Franco. A sorpresa la più votata di CON non è stata l’ex consigliera e candidata sindaca del 2021 Maria Teresa Valente, fermatasi a 482 voti, bensì Maria D’Ambrosio, indicata come vicina al referente cittadino Matteo Ognissanti per quanto figlia del dipendente comunale Vittorio, legato all’ex sindaco Riccardi e impegnato nel mondo associativo, ad esempio con la propria Diomedes. Per lei le preferenze sono state 497. 

Grande risultato personale, con 472 preferenze, per l’ex consigliere comunale M5S Gianluca Totaro, il più votato della coalizione di Tasso. In 439 hanno scelto l’insegnante Paola Leone del Pd, mentre 435 Nicola Mangano di Manfredonia Civica, uomo di Giuseppe La Torre. Nelle liste di Galli il risultato migliore spetta a Libero Palumbo con 425 voti. I forzisti più votati sono stati l’ex consigliera provinciale Liliana Rinaldi con 336 preferenze e l’ex consigliere Marco Di Bari con 254. Tanti ex eletti ed ex assessori di Rotice erano convinti di poter riapprodare in aula consiliare, contro tutti i pronostici. In realtà sono andati tutti male in Strada facendo, dove il più votato è stato il cugino di Rotice Gianni Sventurato con 371 preferenze, seguito da Michele Paglione con 319. Per la ristoratrice Mary Fabrizio, che era delegata agli eventi, 213 preferenze. Ancora peggio le ex assessore Anna Trotta (127) e Grazia Pennella (91). 
Difficile che l’esperienza del civismo roticiano possa andare avanti dopo un risultato così ridotto, rispetto al quale la delusione è stemperata solo dall’aver superato la FI dell’odiato Gatta. Si è fermato a 274 consensi il vicesindaco di Rotice, Giuseppe Basta, oggi con Galli. 

C’è poi il caso di FdI, che in Italia veleggia ad oltre 28% mentre a Manfredonia non ha un serio gruppo locale: qui ha espresso il 3,35% ed ha avuto come candidato più votato Giuseppe Marasco con 208 preferenze. E se l’ex parlamentare M5S Francesca Troiano ha conquistato solo 46 preferenze, si segnalano anche i tanti candidati rimasti a quota zero, o votati solo da sé stessi: 5 in Generazione viva (Galli), 6 in FdI (Galli), addirittura 11 in Sipontum (Tasso), 4 in Noi siamo Manfredonia (Tasso), 6 in UdC (Di Staso), 4 in Chiamami per nome (Di Staso), 6 in Manfredonia al centro (Galli), 4 in Forza Manfredonia (Galli), 1 in La Marca sindaco-Europa Verde (la Marca), 4 in Tasso sindaco, 2 in Galli sindaco, 4 in Città protagonista (Galli), 1 in M5S (Tasso), 1 in Agiamo (Tasso), 1 in Molo 21 (la Marca), 2 in Manfredonia civica (la Marca), 2 in Progetto popolare (la Marca). Il totale fa 62 candidati inutilmente presenti nelle liste, senza contare tanti altri con due preferenze ciascuno. 

Zone Transition

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In attesa di capire se ci saranno apparentamenti ed accordi per il ballottaggio, in queste ore si sta cercando di immaginare quale potrebbe essere il prossimo consiglio comunale. Il favorito, ad oggi, resta la Marca, contro il quale però potrebbero coalizzarsi quasi tutti gli esclusi ad eccezione del M5S intenzionato a restare neutrale. Se la partita finisse in favore dell’operatore sociale, alle opposizioni andrebbero sei seggi complessivi, divisi tra tre di Galli, due di Tasso e uno a Di Staso. Gli addetti ai lavori hanno stilato questo quadro: dal Pd Valentino, Gentile, Leone, Gino Castriotta (417 preferenze), l’insegnante e dirigente dem Cecilia Simone (343), Matteo Pacilli (314); da Progetto popolare Schiavone, Ognissanti, Antonietta D’Anzeris (430), l’ex roticiana Sara Delle Rose (381); da Molo 21 arriverebbero in aula Iacoviello e l’insegnante ed ex segretaria dem Michelina Quitadamo (323), mentre dalle file di CON D’ambrosio e Valente, Mangano di Manfredonia Civica; per Galli i forzisti Rinaldi e Di Bari, oltre al candidato sindaco; infine Tasso e il contiano Totaro. “Continueremo da soli”, dicono a l’Attacco dalla coalizione di la Marca.

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