E’ fuori dal ballottaggio l’ex parlamentare Antonio Tasso. L’Attacco lo ha intervistato.
Cosa è mancato al suo risultato? Aveva sensazioni diverse?
E’ mancato l’approdo al ballottaggio. Le sensazioni erano molto favorevoli, sul mio nome vi erano diverse convergenze che ci facevano immaginare un risultato migliore di quello ottenuto, per quanto molto positivo.Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Era il candidato sindaco su cui si scommetteva di più per voto d’opinione e disgiunto. Che analisi fa?
In effetti queste caratteristiche si sono verificate, anche se, naturalmente, ci si aspetta sempre un maggior impatto. I voti al mio nome sono stati maggiori di circa un punto e mezzo percentuale - oltre 550 voti - rispetto a quelli ottenuti dalla coalizione. E’ passata la nostra proposta di discontinuità amministrativa col passato, remoto o recente che sia. Ha suscitato interesse e raccolto consenso, evidentemente non sufficiente per arrivare allo step successivo.
Come legge il dato dell’affluenza e del voto ai due sfidanti approdati al ballottaggio?
Quando l’astensionismo risulta così elevato qualche domanda ce la dovremmo porre. Quanta distanza esiste e viene percepita tra la politica ed i cittadini? Purtroppo, la politica a tutti i livelli ha creato barriere a volte insormontabili. Spesso ci si approccia al cittadino in modo poco chiaro e alle volte tortuoso; essa non viene percepita come servizio alla collettività, ma piuttosto un mezzo per ottenere soddisfazioni personali. Naturalmente, a mio avviso, nella maggior parte dei casi non è così, ma i cattivi esempi inquinano la considerazione che si ha verso i politici e la loro azione istituzionale e amministrativa. Il centrosinistra ha compiuto un fruttuoso lavoro strategico, il suo risultato positivo non lo avrei mai pronosticato in tali dimensioni. Per quanto riguarda il centrodestra, francamente, ero abbastanza propenso a credere che lo avremmo sopravanzato, ma evidentemente ci è mancato qualcosa in termini di tempo per mettere pienamente in atto quelle azioni che ci hanno, comunque, consentito un importante recupero rispetto alle primissime percezioni.
La preoccupa la ricomposizione del blocco di potere dello storico centrosinistra sipontino?
Francamente è sconcertante. Come alle volte dico scherzosamente, la gente ha la memoria del pesciolino rosso. In pratica, si rischia di affidare la risoluzione dei gravissimi problemi della nostra città a chi li ha provocati con un’attività amministrativa scorretta. Perché non sfuggirà che i ‘domini’ della coalizione di centrosinistra sono coloro che, lungamente, sono stati protagonisti di quegli anni politico-amministrativi di Manfredonia.
Dove vede i principali elementi di novità nell’esito del primo turno?
Gli elementi di novità dovrebbero esser costituiti dai due candidati, ma ‘novità’ non è coniugabile a ‘positività’. Ciò che è emerso dalle urne è il risultato di un’azione elettorale fatta per sfruttare al massimo una legge elettorale inadeguata e non la considerazione di programmi e competenze.
Che previsione fa rispetto al ballottaggio?
Centrosinistra in netto vantaggio, ma in questi casi abbiamo assistito anche a capovolgimenti di fronte clamorosi.
Zone Transition
Zone Transition
I rumors sostengono che lei e il gruppo di Di Staso sareste intenzionati a convergere su Galli, con neutralità del M5S. Come replica? Che condizioni porrete per un eventuale dialogo ed apparentamento?
Sono solo rumors infondati. Mi pare di aver spiegato chiaramente che non ho alcun interesse verso proposte amministrative che non ritengo valide e che sono in continuità con passati comportamenti. Tanto è vero che le ho spesso contestate anche nei pochi confronti pubblici. Nessun interesse, ergo, nessuna condizione.