2600 persone secondo stime della Questura (insolitamente generosa negli ultimi tempi), tra le 1500-2000 unità secondo valutazioni più realistiche. Che Giuseppe Conte abbia comunque realizzato numeri nettamente più importanti rispetto ad altri leader è un dato di fatto. A seguire il comizio di Enrico Letta appena qualche giorno prima erano non più di 500 persone, essenzialmente addetti ai lavori e amministratori della cosa pubblica della provincia. Popolo zero.
Mercoledì sera è stato un bagno di folla. Buona parte dei foggiani ama Giuseppe Conte, crede per davvero in lui e nelle sue capacità di risollevare le sorti dell’Italia. Lo abbiamo visto e più volte testimoniato durante il lungo tour che ha svolto nelle scorse settimane mentre girava in lungo e in largo i paesi della provincia di Foggia. A tantissime persone è bastato anche solo vederlo. E in città non è stato diverso.
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“Stiamo qui per Conte - commenta Saverio che con famiglia e amici ha atteso l’arrivo del leader pentastellato – è una brava persona e un buon politico. Abbiamo fiducia in lui e voteremo 5 Stelle. Giuseppe ci rassicura, ha sempre mantenuto le promesse fatte, per quanto possibile. Al Governo è stato più volte boicottato. Foggia ha bisogno di una persona come lui, competente ed onesta”.
“Sono venuto con mia moglie per ascoltarlo – replica un cittadino foggiano a dieci metri dal palco – credo sia l’unica persona che possa salvare il Mezzogiorno italiano. Noi siamo del Sud, chi altri dovremmo votare? Giuseppe Conte è l’ultima nostra speranza – continua – tempo fa votavamo Enrico Letta ma ci ha delusi. Chi temiamo di più del centrodestra? Sicuramente Giorgia Meloni”. “Ho fiducia in Conte – aggiunge Umberto, pensionato 70enne foggiano – credo nel suo programma elettorale. Letta non ispira fiducia. Salvini e Meloni? No comment. Ho fiducia nei 5 Stelle, mi auguro che possano vincere”.
Sul palco ci hanno pensato gli interventi di Rosa Barone e Mario Furore a riscaldare gli animi. L’europarlamentare, poi, ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Non solo non dobbiamo votare il centrodestra – ha urlato alla folla - ma dobbiamo punirlo per tutte quelle vicende che hanno portato il nostro comune allo scioglimento per mafia – ha evidenziato. Poi rivolto al vice presidente della Regione Puglia (che seguiva a quanto pare la diretta streaming del comizio) ha anche aggiunto: “Abbiamo lavorato tanto allo scopo di far firmare all’allora ministro Toninelli l’opzione Sieg utile ad allungare la pista dell’aeroporto foggiano Gino Lisa: su questo palco Raffaele Piemontese si è fatto bello con cose che però non sono sue. Parla di meriti che non gli appartengono perché quella pista è stata allungata grazie a noi”.
Tirando le somme Giuseppe Conte è percepito come figura capace di accorciare le distanze tra cittadini e istituzioni, tra i reali bisogni quotidiani delle persone e la politica. Per la gente è l’uomo del popolo, del territorio, della porta accanto. Non appartiene alla casta, non è chiuso nelle stanze dei bottoni. Non a caso, molto perspicacemente, ha iniziato il suo comizio ricordando le partitelle di pallone che accompagnavano le sue giornate in gioventù tra i vicoli di Capitanata. Un po’ come a dire: “Sono Giuseppe e sono cresciuto insieme a voi, non ho bisogno di dirvi chi sono, mi conoscete già”. Ma basterà questo per consacrarlo nella terra che ha sempre – o quasi - dato ragione ai due schieramenti principali di centrodestra e centrosinistra?
Nota finale: non ha funzionato il sistema di sicurezza impiegato sul campo dalla Questura che, cifre relative all’affluenza a parte, dovrebbe “revisionare” i suoi piani di controllo in eventi pubblici come questi. Giornalisti trattati come cialtroni o rompiscatole di turno e cittadini per nulla controllati. Anzi letteralmente sguinzagliati all’arrivo di Conte, rendendo vana qualsiasi speranza di intervistarlo.
Zone Transition
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A tal proposito non poteva mancare la ciliegina sulla torta: l’impossibilità dell’ex Presidente a rispondere alle domande della stampa in piedi (da ore) ad attenderlo, annunciata dallo staff 5 Stelle. Ma sono tempi in cui delle mediazioni non si sa che farsene. “Le rivoluzioni non si esportano ma nascono in seno ai popoli” teorizzava Che Guevara, intramontabile mito della sinistra d’antan. Nel suo tour nel Mezzogiorno d’Italia, Conte ha scoperto il piacere estremo di allattarsi a quel seno.