La liberazione di Carpino, Rocco contro Rocco nello stesso giorno (e ora). Sarà scontro vero

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L’aria è quella da big match a Carpino. Sul ring Rocco contro Rocco. Il campo è a quattro chilometri di distanza. Un hotel arroccato in salita, al centro del paese. Un agriturismo disteso fra la campagna. Due location. Due stili diversi per i già titolati Rocco Di Brina, che è Sindaco in carica, e Rocco Ruo, un volto di certo non nuovo alla politica, che punta a togliergli la fascia.

Una sfida fra pesi massimi sia, allora. Con una parte che invoca il rispetto delle regole rispetto all’altra, che gioca in casa. Location diversa e stili diversi. Ma appuntamento stesso giorno e stessa ora. Roba da innamorati. O da dispettosi. Segno che la divisione è necessaria. Schierarsi è la regola per sostenere o affossare.

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“Lo ha fatto apposta”, dice Ruo. “L’avevo previsto da tempo”, replica Di Brina. Tant’è. In campo si scende alla stessa ora, o giù di lì. Perché mentre lo stile urbano impone rigida puntualità, quello country spinge a più morbida convivialità. La conta è semplice. Parcheggi pieni da entrambi e sale gremite da entrambi. Ma una è più grande e l’altra più piccola. Il giorno dopo si contano da soli. Di Brina dice: “Eravamo 500”. Ruo dice: “Eravamo 250”. I numeri sono soggetti a interpretazioni. Per Ruo: “Sono state più di quanto mi aspettassi le persone libere, che con la propria auto hanno scelto di venire senza dover temere ritorsioni”. Per Di Brina quella folla da stadio è il segno del consenso: “Quello di ieri sera è stato il culmine, quello che si è visto, ma è il clima che respiro da quando sono stato eletto, da quando sono sindaco”.

Le due serate vanno in parallelo, ma solo temporalmente. Perché Di Brina al tavolo sceglie di schierare la sua lista. Microfono in mano, conduce la serata, passando la parola ai nuovi volti e a quelli uscenti. E ogni volta è un tripudio. Si applaude con le mani, si incita con la voce, ci si alza in piedi. Rappresentanti politici non ce ne sono. “Non è che sminuisca la loro presenza, ci mancherebbe, o che non ho invitato nessuno per scortesia, anzi… Ho però ritenuto opportuno condividere questo primo momento fra noi di Carpino, solo con i miei concittadini, anche perché si presentava la lista e quindi era un momento da condividere in casa”. Ampia filiera istituzionale dall’altra parte, con i sindaci Franco Tavaglione e Antonio Potenza, con Joseph Splendido, Giandiego Gatta, Dario Damiani e Giannicola De Leonardis e i Cera, Napoleone e Angelo, padre e figlio. A supportare e a presentare il candidato Ruo, ciascuno con le sue argomentazioni.

Anche qui applausi e ovazioni sul Carpino Folk Festival. Gatta insorge su questa storia che ha diviso e che oggi vede gli storici organizzatori schierati con Ruo, nonostante vecchie ruggini passate. Dall’altra parte sul tavolo si mette la notizia dei due finanziamenti statali da 500mila euro l’uomo, uno per la ristrutturazione di tutta la struttura comunale, sotto il profilo dell’impiantistica, della climatizzazione e dell’ascensore, e gli altri 500 mila euro per rendere carrozzabile la strada, al momento solo sentiero, per salire su in collina, intervento che rientra nella sistemazione più generale dell’ingresso del paese. “Sono finanziamenti statali che si sommano ai precedenti. E possiamo così dire che in tutto, fra statali e regionale, siamo a 25mila euro in cinque anni”, commenta l’orgoglioso Di Brina, che coglie l’occasione anche per un chiarimento sulle incomprensioni avute con il giornale.

“Circostanza spiacevole, ma ci possono essere elementi di dialogo e di confronto sani. Raccontare Carpino come un Comune in regressione, senza avanzamento né sviluppo credo non renda giustizia delle cose fatte. Di ciò che sta avvenendo, dell’operosità messa in campo. Poi, il destino economico, sociale e culturale è un discorso che cammina su un altro piano. E’ più difficile, un percorso complesso che richiede tempo, coincidenze d’intenti, simultaneità e sintonia di attori anche esterni alla circostanze. E’ il connubio di tante situazioni. Ma intanto credo che in questi cinque anni abbiamo almeno riportato il paese al punto zero, da quel meno quindici in cui l’abbiamo trovato”. Eppure in tanti lamentano un clima dittatoriale, clientelare, di poca apertura al dialogo, di paura, minacce e ritorsioni.

“Io poco aperto al dialogo? Autoritario? No. Diciamo che ho la determinazione del fare. Una netta incisività rispetto alle questioni. I miei stessi collaboratori mi hanno ringraziato per ciò che gli ho insegnato anche a volte con toni duri. Poi il resto è la favoletta di qualche dissidente uscito fuori dal mio gruppo. Credo che non ci sia azienda o persona che possa dire male di questa amministrazione. Abbiamo trattato tutti nello stesso modo. Rispetto a voler avere il controllo? Sì è vero. Sono maniacale, ma le cose vanno fatte secondo la legge. Gli appalti? Tutti passati attraverso la stazione unica appaltante. Io non entro nella gestione, cerco soldi e porto finanziamenti. Sono molto ottimista rispetto al futuro e penso che le campagne elettorali vadano vissute di giorno in giorno”.

Zone Transition

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Che nella vita si vince e si perde e che anche le elezioni si possono perdere, lo dice anche Ruo, dall’altro lato del ring. “Per la prima volta dopo vent’anni abbiamo perso perché cinque anni fa si è messo in campo il più vergognoso voto di scambio. Oggi dico ai carpinesi, non commettete lo stesso errore di cinque anni fa. Oggi voto di scambio? Ci proveranno ancora. Ma andrò dal Prefetto. Lo ammonirò a fare attenzione. Non tollereremo lo schifo di cinque anni fa. Non vogliamo usare mezzi prevaricatori ma non volgiamo nemmeno essere prevaricati, volgiamo uno scontro nel rispetto delle regole”. E se Di Brina ha presentato la sua lista, Ruo sceglie una strada diversa. “Le liste si presenteranno alle 12 del 13 maggio. Pressioni vergognose perché dicono che non riusciamo a  fare la lista. Ho il dovere di tutelare e preservare quelli che hanno deciso di condividere con me questo percorso, perché questo ha i bravi come don Rodrigo.  La lista? Alla scadenza dell’orario previsto dalla legge. Non abbiamo fannulloni che hanno necessità di andare al Comune. Lavorano tutti. Provocazioni su Facebook. Messaggi anonimi. Ignorateli. Non daremo spago a nessun provocatore. Sarà un massacro? E’ bellissimo andare controvento e combatter contro vento per le proprie idee. E sarà ancora più bello vincere controvento. Le elezioni si vincono e si perdono, ma nessuno perderà mai la faccia”.

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