Elezioni a San Severo, l’ingombrante Miglio e il gelo con Masucci. Il caso politico sul no ai candidati

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A San Severo pare perdere consistenza, presso alcuni addetti ai lavori, l’ipotesi di vittoria al primo turno del candidato sindaco del campo largo, l’avvocato amministrativista Angelo Masucci, sostenuto dalla coalizione più ampia tra quelle partecipanti alle elezioni dell’8 e 9 giugno prossimi. A pesare sulle possibilità di trionfo già prima del ballottaggio sarebbe stata la rinuncia a diversi candidati e a una lista di peso, quella dei Popolari di Mario Marchese dove erano confluiti anche alcuni nomi inseriti dal sindaco uscente Francesco Miglio. Il no alla lista è oggi motivo di gossip nella città dei campanili, dove nel centrodestra e tra gli sfidanti di Masucci c’è chi parla di una rottura tra Miglio e il suo più probabile successore. Una rottura dipesa proprio, dicono, dalla bocciatura nei confronti di alcune candidature. “Si è di fatto creata una frattura importante nel centrosinistra, dissolvendo una prospettiva di grande continuità”, commenta a l’Attacco un analista di centrodestra. “Il caso politico c’è tutto. Masucci ha rappresentato, negli scorsi anni, il consulente legale dell’amministrazione Miglio, ora invece il sindaco uscente gli fa ombra e gli dà fastidio, tanto da avergli bocciato i candidati proposti”. 

“Ero un bambino cicciottello e con la mia mole facevo ombra ai miei compagni seduti al banco dietro di me, che non riuscivano a leggere alla lavagna. Fu così che la maestra mi face sedere in un angolo, da solo e vicino alla finestra. Ingombrante già da bambino”, ha scritto Miglio lo scorso 3 maggio su Fb in un post che gli addetti ai lavori della politica sanseverese hanno prontamente letto come riferito a Masucci. “Miglio è stato usato e gettato via. Ora lui e Masucci non si salutano neanche più”, sostiene una seconda fonte di centrodestra, per la quale nella lista dei Popolari il sindaco uscente aveva inserito diversi nomi propri: l’ex vicesindaco Salvatore Margiotta, il proprio fratello Gianpio Miglio, l’assessore ai lavori pubblici Gigi Montorio, Sandra Cafora del proprio staff. Nomi che oggi non ci sono più tra i Popolari, diventati una delle cinque liste della candidata sindaca UdC Anna Paola Giuliani. 

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“Ma i Popolari erano ambiti anche da Fratelli d’Italia”, continua la fonte. “Il vero motivo per cui Masucci non ha voluto quella lista attiene alla sua civica Tempi Nuovi, messa in piedi dallo zio Matteo Iantoschi, candidato egli stesso, uomo dei Cera da sempre. La verità è che Masucci temeva che la lista dei Popolari sarebbe risultata molto più forte di quella di Tempi Nuovi”. Andranno a votare meno di 25mila persone stavolta”, pronostica un altro sanseverese a l’Attacco, elettore di centrodestra. “Masucci sta oggi sui 10mila voti, è assai probabile che rinunciando alla lista dei Popolari si sia condannato al ballottaggio. Ma non è escluso che possa riuscirvi comunque. Le tre donne, invece, potrebbero veleggiare sui 5mila voti ciascuna. Delle cinque liste di Giuliani due sono debolissime, mentre Colangelo perde diversi sostenitori di FdI in favore delle altre due candidate sindache. Le liste più forti sono quelle di FI, CON e Pd”. 

“Forse tra i miei sfidanti c’è la sensazione che io possa non vincere al primo turno perché abbiamo mandato via un po' di gente passata con loro”, commenta a l’Attacco Masucci. “Chi non dà garanzie in termini di affidabilità non è stato coinvolto nel nostro progetto, pur portando un numero considerevole di consensi. Queste operazioni ci daranno, però, molto in termini di voto di opinione. Io penso che, comunque, vinceremo al primo turno. Abbiamo rinunciato ad una lista importante che valeva almeno 1.500 voti, quella dei Popolari, oltre ad altre candidature importanti che provenivano dal centrodestra, con nomi in vista che erano stati su tutto i tavoli fino agli ultimi giorni”. L’avvocato nega che ci siano state discussioni su nomi borderline o comunque imbarazzanti. “Stiamo parlando di persone perbene, ma molto esposte o con ruoli che volevano entrare all'ultimo momento nella nostra coalizione. sempre però ragioni politiche personali borderline non ce ne sono state Nel senso che non sono stato io a scartarle ci hanno pensato importanti. Non sono stato io a scartare candidati borderline, la selezione è stata fatta direttamente dai partiti e dalle forze civiche della mia coalizione”. 

Ma, soprattutto, Masucci smentisce scontri con Miglio. “Non ho rifiutato nessuna candidatura al sindaco Miglio, che autonomamente sin da subito aveva detto di essere fuori da questa partita. Non ho avuto alcun problema con lui, nessun tipo di litigio. Confermo che non fa parte di questo progetto, se poi all’ultimo aveva cambiato idea non saprei. La formazione a lui legata, San Severo Democratica, aveva deciso di non fare la propria lista, quei candidati dovevano confluire nella lista del Pd. Poi non so cosa sia accaduto. Quando ha accettato la candidatura mi era stato detto subito che Miglio non intendeva prendere parte alla competizione, né direttamente né indirettamente. Non so neppure chi fossero i suoi rappresentanti. So che intendevano fare una lista comune coi Popolari. Come siano andare le cose coi Popolari è noto, sebbene Marchese dica che la rottura è dipesa da lui. Quella lista aveva creato una difficoltà all'interno della mia coalizione, il consigliere regionale Napoleone Cera non era politicamente idoneo a far parte di questo progetto per i ruoli rivestiti in Forza Italia presso la Regione. Marchese aveva dichiarato di aver preso le distanze da Cera ma poi alla presentazione Cera si era presentato direttamente. San Severo Democratica ha subito la stessa sorte della lista dei Popolari, non è stata presentata. Ma con Miglio non c'è stato alcun litigio, neanche ci siamo sentiti dopo che ho accettato la candidatura”, continua Masucci. 

“Non ho mai parlato di nomi con lui. Il problema è rimasto politico ed era legato alla presenza di Napoleone Cera, la prima questione posta peraltro dal M5S”. Dove sono finiti quei candidati? “Tutta la lista di Marchese si trova ora con Anna Paola Giuliani, mentre noi abbiamo perso una lista importante. In altre liste del centrodestra, come quelle di Lidya Colangelo, ci sono candidati che noi non abbiamo accettato, pure per ragioni politiche. Mi dispiace che si faccia gossip sui nomi, come se le questioni fossero di natura personale. Faccio un esempio legato a Italia Viva: non era coerente col nostro progetto politico per il noto contrasto nazionale tra i renziani e il M5S, quindi al coordinatore provinciale Dino Marino è stato detto che non poteva stare con noi”. Masucci si mostra totalmente sereno sull’esito delle urne: “Sono ancora più sicuro di vincere al primo turno, credo che sia una novità assoluta fare questo tipo di scelte che ci porteranno il consenso dell'opinione pubblica. Non è cosa da poco rinunciare a una lista di almeno 1.500 voti, Noi siamo convinti di prenderne molti di più adesso. Non penso che il voto d’opinione sarà limitato, credo piuttosto che lo intercetteremo noi. Sono rimasti tutti un po' interdetti perché non abituati, si aspettavano un’accozzaglia. Invece noi abbiamo detto no al tutti dentro. Il centrodestra, nella sua interessa, sta svendendo il Sud alla Lega con l'autonomia differenziata”, aggiunge il candidato sindaco, che non teme nemmeno l’astensionismo.

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“Se ci sarà astensionismo sarà per colpa del centrodestra e non certo a danno nostro, che lavoriamo da tempo al nostro progetto in maniera credibile. Se si verificherà un calo del degli elettori dipenderà dal centrodestra, che ha fatto perdere credibilità alla competizione. Molti elettori del centrodestra, vedendolo tanto frammentato e litigioso, non andranno a votare. Anche peggiore è l'operazione di Colangelo, che comprende frange molto spostate a destra e frange molto spostate a sinistra. La Lega può mai stare con chi per 15 anni ha fatto il segretario del Pd, come Dino Marino? Ed è solo un esempio. Tali comportamenti possono portare ad un allontanamento generale dalle urne, alla scelta di rinunciare al voto. Ma, ripeto, sono sicurissimo che i voti cui noi abbiamo rinunciato, per ragioni politiche, porteranno tanto in termini di voto di opinione”.

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