I fratelli Antonello e Roberto Sinesi, della batteria Sinesi-Francavilla, per acquistare dei terreni avevano finanziato l’imprenditore foggiano Antonio Fratianni, destinatario dell’agguato sventato dalla Squadra Mobile lunedì 26 giugno all’uscita del casello autostradale Foggia-Zona Industriale. In cambio, l’imprenditore titolare della Fratianni Costruttori srl, oltre alla restituzione di parte dei soldi, avrebbe dovuto cedere un appartamento e un locale, per quest’ultimo pagandone direttamente il mutuo.
E’ questo il movente delineato dagli inquirenti nell’ambito dell’operazione con la quale lo scorso 21 luglio gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Foggia, supportati dagli agenti del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile della Questura di Bari, al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto emesso dal pm della DDA di Bari, titolare delle indagini, nei confronti di diverse persone ritenute gravemente indiziate dei delitti di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.
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In carcere il boss Emiliano Francavilla, Antonio Lanza, il padre Mario Lanza, Giovanni Consalvo genero di Emiliano Francavilla, Giuseppe Sonnino e Michele Ragno. E’ solo indagato, invece, Domenico Solazzo, dipendente di Fratianni.
Quando Fratianni ha sporto denuncia per estorsione alla DIA ha spiegato l'origine della pretesa nei suoi confronti, specificando che sarebbe nata dagli accordi intercorsi tra Antonello Francavilla e Ciro Di Santo e che quanto richiesto dall'esponente della batteria mafiosa della Società Foggiana scaturirebbe dall'essere subentrato nell’impresa di Di Santo.
E’ in questo modo che Fratianni è subentrato anche ne programma di riqualificazione urbana, in variante al P.R.G. vigente, ubicato lungo la direttrice via Lucera viale Giotto, che era nato con Di Santo Costruzioni srl, già ex Prusst San Michele Daunia 2000.
“Le vicende truffaldine di Di Santo, resosi irreperibile e trasferitosi in altra città, hanno fatto sì che a costruire l'immobile sono stato solo io, attraverso la Fratianni Costruttori srl, e pertanto gli accordi fatti all’epoca con Di Santo da Antonello Francavilla, secondo quest'ultimo oggi me li devo accollare io”, ha affermato l’imprenditore agli inquirenti.
“In aggiunta a ciò, però, Antonello oggi pretende, oltre ai 500.000 euro – non più 600.000 euro come stabilito inizialmente - anche un appartamento sito in viale Giotto e un altro locale commerciale di 120 metri quadri nella stessa via”.
A detta della vittima del tentato omicidio, “l'accordo aveva ad oggetto un prestito di 300mila euro che Antonello consegnava in contanti a Ciro Di Santo per mano mia, soldi contenuti in un sacco della spazzatura e ritirati all'interno del negozio di bevande alimentari a condizione di restituire, dopo 4 anni circa, tempo stimato per la realizzazione degli immobili, il doppio della somma, ovvero 600mila euro più un locale commerciale su via Lucera, attualmente di proprietà di Elisabetta Sinesi, del valore di circa 150.000 euro, ceduto alla stessa Sinesi circa un anno fa. Preciso che gli accordi per la compravendita del locale commerciale prevedevano il versamento di parte del prezzo con assegno bancario, una parte con mutuo e una parte da versare successivamente con altri assegni emessi dalla stessa Elisabetta Sinesi, in favore della Fratianni Costruttori srl, con l’impegno che io avrei dovuto restituire tutto il denaro ricevuto, avrei dovuto pagare le rate del mutuo, per rispettare l’impegno preso da Ciro Di Santo con Antonello Francavilla”. Agli investigatori Fratianni ha specificato di aver partecipato all'accordo tra Di Santo e Francavilla nella qualità di intermediario in virtù della conoscenza di entrambi gli attori dell’accordo.
“L’appartamento in questione”, ha precisato, “è ubicato in viale Giotto e fu costruito dalla Di Santo Fratianni Costruttori srl, oggi Fratianni Costruttori srl. La questione dell’appartamento nacque da un accordo effettivamente intrapreso tra Ciro Di Santo, inizialmente socio della Di Santo Costruttori srl e poi socio della Di Santo Fratianni Costruttori srl, e Antonello Francavilla, più o meno nel 2012, per la costruzione di due stabili. Io partecipavo a tale accordo come intermediario, conoscendo bene entrambi. Il terreno sul quale insiste l’immobile era in parte di Ciro Di Santo, in parte del Comune e in parte delle sorelle Finamore”.
Fratianni ha ammesso di aver pagato parzialmente quanto richiesto da Francavilla versando alcune rate del mutuo: “Preciso di aver pagato solo un paio di rate del mutuo semestrale acceso presso la Banca Popolare di Bari, pari a circa 6mila euro. Non ho ancora restituito l’importo degli assegni emessi da Elisabetta Sinesi, per l’acquisto del locale, a causa di difficoltà economiche sopravvenute. Dovrei restituire attualmente l’intera somma pari a quella riportata nell’atto di compravendita del locale commerciale e che non ho ancora fatto”.
Il medesimo movente è stato confermato dal “dipendente infedele” di Fratianni, Domenico Solazzo, indagato anch’egli, colui che su mandato di Emiliano Francavilla e Michele Ragno avrebbe installato un dispositivo Gps sull’auto del titolare, al fine di consentire a Francavilla e agli altri complici di tracciare movimenti e spostamenti della vittima. I dati acquisiti dagli investigatori della Squadra Mobile di Foggia hanno consentito di individuare il dispositivo Gps, quindi la data e il luogo dell’omicidio. Gli agenti sono intervenuti scongiurando che il gruppo, già armato e posizionato, facesse fuoco ai danni della vittima.
Zone Transition
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“Antonello Francavilla aveva prestato 600.000 euro a Fratianni”, ha detto Solazzo in sede di interrogatorio. “Questo è avvenuto quando Fratianni ha costruito un palazzo in viale Giotto, questo episodio è avvenuto circa 2 anni fa. La notizia del prestito mi è stata detta da Ragno e Emiliano Francavilla sempre la domenica che sono stato portato presso la casa di campagna di Francavilla. A quello che so i soldi non sono mai stati restituiti da Fratianni”.