L’indagine sul posto nasce da una segnalazione in redazione di un lettore il quale, provocatoriamente, propone “di modificare il nome di via Scillitani in ‘via del Meretricio’, in quanto, quotidianamente, soggiornano prostitute dalla mattina alla sera (affluenza massima), creando continuo imbarazzo ai genitori che passano di lì con i propri figli, ma ciò che è più comico, è che a pochi metri (piazza Cavour), zona antistante la villa comunale, c'è quasi sempre un posto di blocco delle forze dell'ordine. Probabilmente ci sarà un muro invisibile di ultima generazione che divide le 2 zone. Mah...”, sottolinea il lettore.
Se da tempo non è un mistero il fenomeno della prostituzione nel Quartiere Ferrovia, più in sordina, probabilmente, è passato fino ad oggi ciò che si verifica dall’altro lato del viale della Stazione, dove, a due passi da lì, sul tratto di marciapiede che costeggia la villa comunale e che guarda l’angolo tra via Scillitani e via Monte Sabotino, un gruppo di 3-4 ragazzine di etnia rom, secondo quanto raccolto durante la verifica de l’Attacco, si prostituirebbe in pieno giorno. Il sopralluogo si è sviluppato dalle prime ore del mattino fino alle ore 11 di ieri: a dire il vero, nessuna presenza né movimento circospetto. Ma la conferma è arrivata da più fonti, e cioè da chi quella zona la vive quotidianamente per lavoro o per hobby. “E’ ancora troppo presto, di solito arrivano in tarda mattinata e permangono lì fino alle prime ore della sera. L’orario di punta è nel primo pomeriggio, quando è spesso facile vederle stazionare in attesa dei clienti. Un fenomeno che avviene a tutt’oggi, quasi quotidianamente”, rivela il titolare di un bar sito a poche decine di metri dall’hot spot.
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Tutte le fonti ascoltate confermano che si tratta di ragazze molto giovani e di etnia rom.
Un altro barista, il cui bancone è posizionato quasi vista fronte, rivela di essersi preoccupato per la giovanissima età di una di loro a tal punto da andarle a chiedere, in una circostanza, quanti anni avesse. “Mi ha risposto 19. Ma io non ci ho creduto. Era palese che fosse minorenne. Ha detto anche che aveva un figlio di 4 mesi. Restano tutto il giorno – continua - qui in zona. E la clientela c’è eccome. Poi verso le 20.30-21 vanno via”.
Nessuna delle fonti ascoltate ha saputo affermare con certezza se c’è qualcuno, uno o più sfruttatori, che le accompagni. Qualcun altro dice di vederle arrivare sul “luogo di lavoro” a piedi.
Alcuni anziani che trascorrono il loro tempo all’interno della villa comunale, nel cortiletto di pertinenza dell’Asd Cral Ataf, ipotizzano che alle spalle dell’attività delle giovanissime ragazze ci siano le famiglie, i mariti o i compagni delle stesse. “E chi altrimenti? Sono dei bastardi”, dice uno di loro, che poi continua raccontando che può capitare che le ragazze si rechino nell’area di intrattenimento del circolo per chiedere di andare in bagno, un bicchiere d’acqua o un caffè.
Del fenomeno hanno contezza anche i due carabinieri di passaggio, a piedi, su via Scillitani incrociati da l’Attacco. “In passato abbiamo ricevuto diverse segnalazioni in merito – spiega uno di loro -. Le giovani sono state identificate e più volte allontanate dalla zona. Si tratta di ragazze di 18-20 anni. Alcune di loro abitano con le famiglie in via Meridiana, alle spalle della Chiesa delle Colonne, Quartieri Settecenteschi. La prostituzione in sé non è un reato – precisa l’uomo in divisa -. Al più, in alcune circostanze, un illecito amministrativo. La legge presuppone che una persona possa fare ciò che vuole della propria vita. Cosa diversa è il favoreggiamento, l’induzione o lo sfruttamento della prostituzione. Che è perseguibile penalmente e che necessita di prove sul condizionamento o sul supporto effettivamente prestato all’attività di meretricio; o sulla dazione di denaro provento dell’attività che la prostituta eventualmente versa nelle tasche del suo sfruttatore. Fatti finora non accertati. E’ stato anche complicato, in alcune circostanze, verificare che le ragazze effettivamente si prostituissero. Avvicinate in più occasioni dalle forze dell’ordine mentre stazionavano in quell’area hanno dichiarato di attendere amici o autobus le cui linee transitano in via Scillitani”.
Il lettore segnala infine anche un’altra zona calda: “Sulla circonvallazione, dalla rotonda di via Ascoli a quella di via Napoli, donne di varie nazionalità, seminude, in topless, che spesso distraggono gli automobilisti alla guida. Basterebbe, in zona extra urbana, un'ordinanza che vieta la presenza di persone per le strade, o nelle piazzole di sosta, che, in teoria, dovrebbero servire ad altri usi”.
Zone Transition
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Il sociologo Roberto Lavanna, contattato da l’Attacco per un approfondimento sul tema, rimarcando che “la prostituzione in sè non è reato”, segnala come “il fenomeno di strada, nelle città, sia in forte calo. In forte aumento, però, la prostituzione domestica, più difficile da monitorare”. Lavanna, distinguendo tra prostituzione volontaria e riduzione in schiavitù, ricorda il progetto ministeriale “La Puglia non tratta”, sviluppato in Capitanata da MedTraining, che, con un’unità di strada, fornisce ascolto e assistenza alle vittime di tratta per una possibile via d’uscita.