L’attivazione della tanto attesa cardiochirurgia al Policlinico Riuniti di Foggia ha una data: si tratta del 1° settembre. E’ quanto emerge dagli atti ufficiali dell’albo pretorio aziendale. Per la struttura complessa di prossimo avvio è stato reclutato anche il personale sanitario necessario attingendo da una graduatoria approvata nel 2019 con la quale erano stati già individuati i sette cardiochirurghi vincitori. Non essendoci in quel momento il reparto, al fine di avviare le attività di tipo ambulatoriale e nelle more di definizione del piano di interventi operativi previsti presso il Deu ove attivare la sala operatoria, si è provveduto a stipulare, con decorrenza da gennaio 2022, un contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato solo con il primo classificato della graduatoria.
I termini di validità triennale della graduatoria, così come previsto nel bando, sarebbero spirati a marzo 2022, quindi al fine di non pregiudicare i vincitori del concorso, si è disposto di rinviare la loro presa di servizio nella considerazione che nei termini di validità della graduatoria sono stati comunque invitati a sottoscrivere il contratto di lavoro a tempo indeterminato, in quanto legittimi destinatari della relativa assunzione, chiarendo che il differimento della presa di servizio era dovuto all’impossibilità temporaneamente oggettiva di attivare la struttura.
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Ora che l’avvio del reparto è in vista è stata inviata ai vincitori una comunicazione al fine di acquisire entro il termine del 15 marzo la disponibilità alla presa di servizio entro il 1° settembre. I dottori Matteo Galatti, Emanuele Di Gianfrancesco, Enrico Moranti e Massimo Gagliardi hanno dato formale conferma mentre altri due specialisti non hanno risposto nei termini assegnati e, pertanto, sono da considerarsi rinunciatari e decaduti. Allo stato quindi risultano due posti vacanti e disponibili sulla base di quanto definito con il piano di fabbisogno di personale e per i quali l’Azienda ospedaliera si riserva con successivo e separato atto di procedere all’indizione di una nuova procedura concorsuale per la relativa copertura. Questo è l’ennesimo passaggio che segue a diversi altri già posti in essere dal direttore generale Giuseppe Pasqualone e dalla direzione strategica.
Ad inizio 2024 sono state infatti attivate le 8 sale operatorie, il famoso blocco realizzato oltre 10 anni fa e mai messo in moto, su cui ha acceso anche la magistratura un riflettore e per cui è in corso un procedimento penale a carico di diverse persone che avrebbero, secondo gli inquirenti, manipolato le gare. In quest’ala dell’ospedale resa di nuovo fruibile dovrebbe per l’appunto partire la cardiochirurgia, per poi essere spostata nel dipartimento di emergenza urgenza, che sta per essere dotato a sua volta di un polo chirurgico ipertecnologico (la gara è stata bandita), anch’esso atteso da anni. L’attivazione della struttura di cardiochirurgia e l’avvio della relativa attività chirurgica interesserà 3 delle 6 sale operatorie previste al 6° piano del dipartimento di emergenza urgenza.
A conferma che il cronoprogramma per l’attivazione della cardiochirurgia prosegue spedito, ad aprile è partito anche il bando dal valore complessivo di circa 28 milioni di euro per la fornitura di materiale specialistico e protesico occorrente al nuovo reparto per un contratto dalla durata triennale, da aggiudicare con il criterio del minor prezzo. Ancora, in questi giorni è stata affidata la fornitura di arredi sanitari a completamento del reparto alla ditta Favero Health Projects Spa con sede legale a Montebelluna, Treviso, per un importo complessivo triennale di 135.324,24 euro, Iva al 22% esclusa. Si tratta della stessa che aveva allestito già una parte del dipartimento emergenza urgenza e che quindi assicurerà alla struttura medesima uniformità di stile e colore.
A settembre dello scorso anno in sede di programmazione biennale degli acquisti di beni e fornitura sono stati previsti altri 3 milioni per l’acquisto di apparecchiature ed attrezzature da destinare sempre alla cardiochirurgia del Deu, compresi due sistemi Ecmo, il cui valore a base di gara è stato stimato pari 220 mila euro, oltre Iva, per i quali è in fase di sottomissione apposita richiesta di finanziamento a valere sul progetto denominato Pr Puglia 2021 – 2027 - Azione 8.4, rinnovo e potenziamento delle strutture ospedaliere e sviluppo della telemedicina.
La scorsa settimana è partita anche la procedura per l’acquisto di altre attrezzature che prevede la suddivisione in 14 lotti di gara rientranti nell’intervento denominato “Progetto di potenziamento attività chirurgiche Policlinico Foggia” finanziato a valere sul Fondo Nazionale di Sviluppo e Coesione Fsc 2021-2027. Tra apparecchiature, servizi di manutenzione, materiale di consumo per 10 anni l’importo totale del progetto è pari a poco meno di 28 milioni di euro.
Zone Transition
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Non sono molti i reparti di cardiochirurgia del servizio sanitario regionale, quello di Foggia si andrà ad aggiungere a quello attivo presso il Policlinico di Bari e a quello dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Per il resto, la Puglia vanta una cospicua presenza di strutture private accreditate, anche di altissimo livello che erogano prestazioni cardiochirurgiche. Ma l’idea della governance dell’ospedale più importante del nord della Puglia è quella di avere una cardiochirurgia pubblica perfettamente inserita nella rete dell'emergenza urgenza, questo anche per evitare che i pazienti possano essere sballottati da un ospedale all'altro, come a volte accade in attesa che si liberi un posto letto in alcune delle strutture disponibili sul territorio. Il che ha portato in passato anche a trasferimenti fuori regione.